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mercoledì 27 novembre 2013

Satana sa «che gli resta poco tempo» (12,12)


San GIOVANNI PAOLO II
UDIENZA GENERALE


Cantico tratto dal Libro dell’Apocalisse:
17«Noi ti rendiamo grazie,

Signore Dio onnipotente,
che sei e che eri,
18perché hai preso in mano la tua grande potenza
e hai instaurato il tuo regno.
Le genti fremettero,
ma è giunta la tua ira,
il tempo di giudicare i morti,
di dare la ricompensa
ai tuoi servi, i profeti, e ai santi,
e a quanti temono il tuo nome,
piccoli e grandi,
e di annientare coloro
che distruggono la terra».

 12

10
«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
perché è stato precipitato
l’accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte.
11Ma essi lo hanno vinto
grazie al sangue dell’Agnello
e alla parola della loro testimonianza,
e non hanno amato la loro vita
fino a morire.
12Esultate, dunque, o cieli
e voi che abitate in essi.
Ma guai a voi, terra e mare,
perché il diavolo è disceso sopra di voi
pieno di grande furore,
sapendo che gli resta poco tempo».

"Il giudizio di Dio" (Ap 11,17-18; 12,10.12)


1. L’inno che ora è risuonato discende idealmente dal cielo. Infatti l’Apocalisse, che ce lo propone, lo collega nella sua prima parte (cfr 11,17-18) ai «ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio» (11,16) e nella seconda strofa (cfr 12,10-12) a «una gran voce nel cielo» (12,10).

Siamo, così, coinvolti nella grandiosa raffigurazione della corte divina ove Dio e l’Agnello, ossia Cristo, circondati dal «consiglio della corona», stanno giudicando la storia umana nel bene e nel male, mostrandone però anche il fine ultimo di salvezza e di gloria. I canti che costellano l’Apocalisse hanno proprio la funzione di illustrare il tema della signoria divina che regge il flusso, spesso sconcertante, delle vicende umane.


2. Significativo, al riguardo, è il primo brano dell’inno messo in bocca ai ventiquattro vegliardi che sembrano incarnare il popolo dell’elezione divina, nelle sue due tappe storiche, le dodici tribù di Israele e i dodici apostoli della Chiesa.
Ora, il Signore Dio onnipotente ed eterno «ha messo mano alla sua grande potenza e ha instaurato il suo regno» (11,17) e questo suo ingresso nella storia ha lo scopo non solo di bloccare le reazioni violente dei ribelli (cfr Sal 2,1.5) ma soprattutto di esaltare e ricompensare i giusti. Questi vengono definiti con una serie di termini usati per delineare la fisionomia spirituale dei cristiani. Essi sono «servi» che aderiscono alla legge divina con fedeltà; sono «profeti», dotati della parola rivelata che interpreta e giudica la storia; sono «santi», consacrati a Dio e rispettosi del suo nome, ossia pronti ad adorarlo e a seguirne la volontà. Tra di loro ci sono «piccoli e grandi», un’espressione cara all’autore dell’Apocalisse (cfr 13,16; 19,5.18; 20,12) per designare il popolo di Dio nella sua unità e varietà.


3. Passiamo, così, alla seconda parte del nostro Cantico. Dopo la scena drammatica della donna incinta «vestita di sole» e del terribile drago rosso (cfr 12,1-9), una voce misteriosa intona un inno di ringraziamento e di gioia.
La gioia proviene dal fatto che Satana, l’antico avversario, che fungeva nella corte celeste da «accusatore dei nostri fratelli» (12,10), come lo vediamo nel Libro di Giobbe (cfr 1,6-11; 2,4-5), è stato ormai «precipitato» dal cielo e quindi non ha più un grande potere. Egli sa «che gli resta poco tempo» (12,12), perché la storia sta per avere una svolta radicale di liberazione dal male e perciò reagisce «pieno di grande furore».
Dall’altro lato si leva Cristo risorto, il cui sangue è principio di salvezza (cfr 12,11). Egli ha ricevuto dal Padre un potere regale su tutto l’universo; in lui si compiono «la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio».
Alla sua vittoria sono associati i martiri cristiani che hanno scelto la via della croce, non cedendo al male e alla sua virulenza, ma consegnandosi al Padre e unendosi alla morte di Cristo attraverso una testimonianza di donazione e di coraggio che li ha portati a «disprezzare la vita fino a morire» (ibidem). Sembra di ascoltare l’eco delle parole di Cristo: «Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,25).


4. Le parole dell’Apocalisse su coloro che hanno vinto Satana e il male «per mezzo del sangue dell’Agnello», risuonano in una splendida preghiera attribuita a Simeone, Catholicos di Seleucia-Ctesifonte in Persia. Prima di morire martire con molti altri compagni il 17 aprile 341, durante la persecuzione del re Sapore II, rivolse a Cristo la seguente supplica:

«Signore, dammi questa corona: tu sai come l’ho desiderata perché ti ho amato con tutta l’anima e la vita mia. Sarò felice di vederti e tu mi darai il riposo… 
Voglio perseverare eroicamente nella mia vocazione, adempiere con fortezza il compito che mi è stato assegnato ed essere di esempio a tutto il tuo popolo dell’Oriente… 
Riceverò la vita che non conosce né pena, né preoccupazione, né angoscia, né persecutore, né perseguitato, né oppressore, né oppresso, né tiranno, né vittima; là non vedrò più minaccia di re, né terrori di prefetti; nessuno che mi citi in tribunale e mi atterrisca sempre più, nessuno che mi trascini e mi spaventi. 
Le ferite dei miei piedi guariranno in te, o via di tutti i pellegrini; la stanchezza delle mie membra troverà riposo in te, Cristo, crisma della nostra unzione. 
In te, calice della nostra salvezza, sparirà la tristezza del mio cuore; in te, nostra consolazione e gioia, si asciugheranno le lacrime dei miei occhi» (A. Hamman, Preghiere dei primi cristiani, Milano 1955, pp. 80-81).



Saluti:
Je salue cordialement les pèlerins francophones. Demeurez dans l’amour du Christ Sauveur, pour grandir en sainteté et pour être des témoins radieux de l’Évangile !
I am pleased to greet the English-speaking pilgrims present at this Audience, especially those from Finland, New Zealand and the United States of America. Upon you and your loved ones, I invoke the Lord’s blessings of health and joy. Happy New Year.
Sehr herzlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Gott lenkt und leitet Zeit und Welt. Legt in seine Hände euer ganzes Leben! Der Geist des Herrn führe euch auf all euren Wegen in diesem neuen Jahr!
Saludo cordialmente a los peregrinos de España y América Latina ¡Qué vuestra peregrinación a la tumba de Pedro os aliente a ser apóstoles de la paz, venciendo siempre el mal con el bien! ¡Gracias!
Saluto in lingua polacca:
Hymn, który słyszeliśmy przed chwilą pochodzi z Apokalipsy św. Jana. Mówi on o panowaniu Boga w ludzkich dziejach. Dzięki zmartwychwstaniu Chrystusa Bóg Ojciec dał nam poznać, że ich koniec będzie tryumfem dobra. W zwycięstwie Chrystusa mają udział męczennicy, którzy przeszli drogę krzyża, aby dać świadectwo swej wiary i miłości dla Niego.
Kantyk z Apokalipsy ukazuje tę prawdę we wspaniałej wizji. Bóg Ojciec i Jezus Chrystus, w otoczeniu świętych męczenników i wyznawców, przeprowadzają sąd nad dobrem i nad złem, jakie dokonały się w historii świata, i wskazują na jego ostateczny jej ostateczny cel, jakim jest zbawienie i chwała.
Serdecznie witam moich rodaków. W sposób szczególny pozdrawiam arcybiskupa Damiana Zimonia, przedstawicieli Uniwersytetu Śląskiego w Katowicach wraz z rektorem oraz prezydenta miasta Katowice. Wszystkim obecnym tu pielgrzymom życzę: Szczęść Boże!
Traduzione italiana del saluto in lingua polacca:
Rivolgo un cordiale benvenuto ai miei connazionali. In modo particolare saluto l’Arcivescovo Mons. Damian Zimoń, i rappresentanti dell’Università di Slesia a Katowice con il rettore e il sindaco della città di Katowice.
A tutti i presenti auguro: Dio vi colmi di felicità!
***
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i sacerdoti della diocesi di Genova, accompagnati dal loro Arcivescovo, il Cardinale Tarcisio Bertone; i rappresentanti dell’Istituto magistrale "Don Gnocchi" di Maddaloni, e il gruppo di Suore Benedettine della Divina Provvidenza.
Il mio pensiero va inoltre ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La festa del Battesimo del Signore, che abbiamo celebrato la scorsa domenica, vi aiuti, cari giovani, a riscoprire con gioia il dono della fede in Cristo; renda voi, cari malati, forti nella prova; spinga voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia una vera chiesa domestica.
Mercoledì, 12 gennaio 2005 
Copyright © Libreria Editrice Vaticana

venerdì 15 marzo 2013

La fine dei tempi malvagi



"Non mormorate, come mormorarono alcuni di loro, e caddero vittime dello sterminatore. Tutte queste cose però accaddero a loro come esempio, e sono state scritte per nostro ammonimento, di noi per i quali è arrivata la fine dei tempi"

(S. Paolo, 1 Cor. 10, 10.11)



"Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti agli ultimi tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo.

La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l'altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c'è altra possibilità.

La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gliultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri.”

La terza ragione è che, nei piani della Divina Provvidenza, quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre ‘con un certo timore’ l'ultima possibilità di salvezza, l'intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa ‘con un certo timore’ perché, se anche quest'ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato consiste nell'aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l'onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l'Onore di Sua Madre”.

(Suor Lucia al P. Agostino Fuentes, 1957)

COR MARIAE IMMACULATUM
INTERCEDE PRO NOBIS 




martedì 12 febbraio 2013

GARABANDAL !



La famosa Profezia "dei tre Papi" di Garabandal: Papa Wojtyla corrisponde all'ultimo Papa prima della "FINE DEI TEMPI". Il 20 dicembre 1962, la Madonna rivelò alla ragazzina spagnola Conchita Gonzales,


durante una delle sue numerose apparizioni, un "segreto" che ella confidò alla madre il 3 giugno 1963, in occasione della morte di Papa Giovanni XXIII. Fu allora che Conchita disse apertamente a sua madre e poi ad altri:«Ora restano solo tre Papi». «Ma come fai a saperlo?», le chiese la madre. «Me l’ha detto la Madonna». «Allora sta per venire la fine del mondo?». «La Madonna non ha parlato di "fine del mondo", ma di "FINE DEI TEMPI"». «E che differenza c’è?». «Questo non lo so. So solo che mi ha detto che dopo questo Papa ce ne saranno altri tre, poi giungerà la "FINE DEI TEMPI"».

Dunque, secondo tale profezia, dopo Papa Wojtyla giungerà la "FINE DEI TEMPI": da ciò si può facilmente dedurre che quest'ultima fase tragica e conclusiva prevista sin dall'Apocalisse di Giovanni inizia col Papa successivo ai "tre", Benedetto XVI, in accordo con la Profezia di San Malachia.La Vergine parlò di questo argomento durante un'estasi di Conchita.



L'asserzione della Vergine fu in realtà una rettifica a una domanda posta dalla ragazza a proposito di qualcosa che aveva udito ma non capito bene: «Dice Mercedes (la scrittrice Mercedes Sali­sachs, lì presente) che, secondo le profezie di San Malachia sui pa­pi, ne restano solo due». E questo annuncio profetico, giunto in risposta a una palesemente errata interpretazione della Profezia di San Malachia, non è mai stato smentito da Conchita, che al contrario l'ha ripetuto, per iscritto e oralmente, ogni volta che è stato necessario. Non è pertanto ragionevole pensare, vista la sua precisione compromettente, che questa di­chiarazione possa essere stata frutto di delirio, o un inganno della ra­gazza. 

Dunque a Garabandal, fin dal 1963, siamo stati avvertiti con chiarezza, di nuovo, del fatto che stiamo per giungere a ore decisive, forse le ultime che l'orologio della Storia segnerà... E, come vedremo nelle prossime sezioni, i dettagli forniti a riguardo dalla Madonna in occasione delle sue numerose apparizioni in vari posti del mondo sono numerosi, molto interessanti e tutti complementari fra loro. 

Garabandal può essere considerato un vero faro di luce per il mondo, non solo per il suo passato immediato, ma perché la sua eredità segna un percorso per percorrere le difficili vicende di un mondo travagliato, questo piccolo e umile in una zona montuosa del nord della Spagna dove ancora oggi conserva i valori di una volta, con una profonda tesori religiosi e spirituali gli eventi miracolosi degli anni '60.


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