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martedì 28 maggio 2013

O companheiro / Não recueis. Avante




3.824- Mensagem de Nossa Senhora transmitida em 25/05/2013

Queridos filhos, no triunfo definitivo do Meu Imaculado Coração aqueles que se consagram a Mim serão surpreendidos pela ação poderosa de DeusO companheiro sempre invisível aos vossos olhos estará visível a vós.Vosso anjo vos guiará e vos conduzirá, e nenhum mal vos atingirá. Alegrai-vos porque o Senhor pensa em vós e quer o vosso bem. Ele preparou para vós aquilo que os olhos humanos jamais viram. Coragem. Eu sou a vossa Mãe e vim do Céu para conduzir-vos ao Meu Filho Jesus. Não recueis. Sede dóceis ao Meu chamado. Em toda parte testemunhai que sois unicamente do Senhor. Vós estais no mundo, mas não sois do mundo. Com verdadeira liberdade dos filhos de Deus, respondei o vosso sim ao chamado do Senhor. Não desanimeis. Eu estarei sempre convosco. Rogarei ao Meu Filho Jesus por vós. Avante com alegria. Vossos nomes já estão inscritos no Céu. Esta é a mensagem que hoje vos transmito em nome da Santíssima Trindade. Obrigada por Me terdes permitido reunir-vos aqui por mais uma vez. Eu vos abençôo, em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo. Amém. Ficai em paz. 



3.823- Mensagem de Nossa Senhora transmitida em 23/05/2013

Queridos filhos, Deus está no controle de tudo. Confiai n’Ele e não desanimeis. Eu sou a vossa Mãe e vim do Céu para levar-vos ao Céu. Escutai os Meus. Eu quero conduzir-vos ao Meu Filho Jesus. Enchei-vos do amor do Senhor. Amai sempre e em tudo sede como Jesus. Dobrai vossos joelhos em oração. A Igreja enfrentará grandes tempestadesMuitos escolhidos para defenderem a verdade a negarãoOs verdadeiros fiéis carregarão pesada cruz, mas não recueisPor fim a vitória será do Senhor e dos Seus eleitos. Coragem. O amanhã será melhor para todos os homens e mulheres de fé. Avante. Esta é a mensagem que hoje vos transmito em nome da Santíssima Trindade. Obrigada por Me terdes permitido reunir-vos aqui por mais uma vez. Eu vos abençôo, em nome do Pai, do Filho e do Espírito Santo. Amém. Ficai em paz



AVE GRATIA PLENA DOMINUS TECUM

venerdì 3 febbraio 2012

LA DEVOZIONE AGLI ANGELI antidoto contro i poteri forti. Gli Angeli, dal primo momento della creazione, si sono schierati pro o contro Dio, per l’eternità. Questa scelta noi dobbiamo farla nel tempo storico in cui viviamo e il culto degli angeli ci aiuta a servire Dio e a combattere con efficacia i suoi avversari. Per questo la devozione agli angeli, poco praticata dai cristiani, è il migliore antidoto contro i poteri forti, naturali e preternaturali, che ci minacciano.


La devozione agli angeli antidoto contro i poteri forti

(di Roberto de Mattei su Radici Cristiane di gennaio 2012) Di fronte alla dittatura del relativismo e allo strapotere dei “poteri forti”, un senso di sgomento e di impotenza assale talvolta i cattolici e gli uomini di buona volontà. Eppure la storia non è irreversibile e chi combatte in difesa dell’ordine naturale e cristiano può ottenere vittorie inaspettate, confidando nell’aiuto della Divina Provvidenza.


La caratteristica principale dei cosiddetti “poteri forti” non è solo la potenza, ma anche la poca trasparenza con cui essi operano nella società. Si chiamino Gruppo Bilderberg o Commissione Trilaterale, questi potentati promuovono in maniera discreta ma efficace l’avvento di governi di “eccezione” affidati a una casta dirigente tecnocratica.
La tecnocrazia è il potere esercitato da un ristretto gruppo di uomini, di formazione scientifica, che si presentano come “esperti” e rivendicano a sé le decisioni ultime in materia di organizzazione della società. Uno dei classici slogan tecnocratici è quello del superamento delle ideologie, in nome dell’efficienza e del pragmatismo.
In realtà la tecnocrazia è essa stessa un’ideologia, fondata sul primato della scienza e dell’economia. Lo studioso spagnolo Juan Vallet de Goytisolo indica come dogmi della tecnocrazia il relativismo, che permette al tecnocrate di usare, senza remore morali, i mezzi più efficaci per raggiungere il suo scopo, l’evoluzionismo, che offre al relativismo un sostegno pseudo-mistico e il naturalismo che permette ai due primi dogmi di rimanere sul piano della pura “prassi”, per evitare che possano essere smentiti sul piano dei principi (Ideologia, praxis y mito de la tecnocrazia, Madrid 1971).
I regimi tecnocratici sono preceduti da campagne di discredito della politica considerata come regno dell’incompetenza e della corruzione. Il fine è quello di sostituire la democrazia con governi dittatoriali o “forti”, col pretesto dell’emergenza economica.
La tecnocrazia, però, non è solo un forte potere esecutivo e una ferrea organizzazione burocratica: essa si presenta innanzitutto come una forma di conoscenza “scientifica”, superiore a quella comune, a cui si accede attraverso particolari scuole, università, associazioni visibili od occulte che ne “illuminano” i percorsi. Quando questa conoscenza iniziatica passa dal campo economico a quello religioso e morale, assume il carattere di una “gnosi”, nel senso proprio del termine.
Lo scrittore francese Lous Damènie ha messo in luce le relazioni della tecnocrazia con le correnti massoniche ed esoteriche che mirano al capovolgimento dell’ordine naturale delle cose e auspicano una Chiesa Universale dell’Uomo realizzata attraverso l’egemonia degli apparati tecnici e scientifici (La tecnocrazia, tr. it., Milano 1985).
La “Madre” dei poteri forti scientisti e tecnocratici, secondo il Magistero della Chiesa, è la Massoneria. Tra le quasi seicento condanne dal 1738 ad oggi, ricordiamo quelle di Papa Leone XIII nelle encicliche Humanum genus del 20 aprile 1884 e Inimica vis dell’8 dicembre 1892.
Oggi la Massoneria è una galassia ramificata tra logge e “obbedienze” di vario genere, ma tutte accomunate dal rifiuto della Verità salvifica della Chiesa. Il sogno della Massoneria è sempre stato quello di una repubblica universale in cui la Verità cattolica, messa al bando, non conosca possibilità di esilio, ma solo l’alternativa tra il martirio e l’adorazione del Vitello d’oro.
L’equiparazione delle religioni, secondo Leone XIII, è un criterio «adottato con lo scopo di annientare tutte le religioni e, segnatamente quella cattolica che, essendo tra tutte l’unica vera, non può, se non con somma ingiustizia, essere posta su di un piano di parità rispetto alle altre» (Humanum Genus).
Massonerie e poteri forti, per le risorse politiche, economiche e finanziarie di cui godono, possono sembrare invincibili. Si dimentica però che anche i cattolici hanno i loro “poteri forti”, a cominciare dalla stessa Chiesa, che è forte non per l’influenza politica ed economica che esercita, ma per la capacità che ha, Essa sola, di condurre le anime alla loro patria celeste.
Leone XIII nell’enciclica Humanum Genus ricorda che il genere umano, lucifero
dopo la ribellione di Lucifero, «si divise come in due campi diversi e nemici tra loro: l’uno dei quali combatte senza posa per il trionfo della verità e del bene, l’altro per il trionfo del male e dell’errore». Tutto ebbe origine da quegli atti di fedeltà e di ribellione all’inizio del tempo.

Da allora Dio, causa prima di tutto ciò che esiste, si serve degli angeli quali cause seconde per reggere l’universo da Lui creato. San Tommaso afferma che «tutte le cose fisiche sono governate dagli angeli» (Summa theologica, I, q. 110, a. 1). Dio, spiega il Dottore Angelico, governa gli esseri inferiori attraverso quelli superiori perché vuole comunicare generosamente anche alle creature la dignità della causalità. Ciò significa che gli Angeli governano tutto ciò che si muove nell’universo, dall’immenso e maestoso mondo degli astri agli esseri umani, creati a immagine e somiglianza di Dio. Attraverso gli Angeli, ad ogni istante e in ogni circostanza della nostra esistenza, Dio esercita su di noi un’azione profonda e invisibile, per condurci al nostro fine soprannaturale.
L’universo è governato dagli angeli, presenti in ogni attimo e in ogni luogo come strumenti della Divina Provvidenza, messaggeri di grazie, protagonisti e testimoni dei piani divini. È per questo che noi preghiamo l’Angelo custode di “reggerci” e di “governarci”.
Sotto questo aspetto, la devozione agli Angeli è più importante di quella ai santi. I santi infatti sono modelli di virtù che dobbiamo imitare e pregare perché intercedano per noi. Essi non hanno però, se non in casi straordinari, quel potere sulle creature che gli angeli hanno in maniera ordinaria per decreto divino.
Nulla può opporsi alla forza della “potestà” e dei “principati” che reggono l’universo. 
La Madonna, associata da Gesù Cristo, Signore del Cielo e della Terra, a regnare con Lui su di ogni cosa è venerata perciò come “Regina degli Angeli” e guida lo schieramento delle milizie celesti.
Gli Angeli, dal primo momento della creazione, si sono schierati pro o contro Dio, per l’eternità. Questa scelta noi dobbiamo farla nel tempo storico in cui viviamo e il culto degli angeli ci aiuta a servire Dio e a combattere con efficacia i suoi avversari. Per questo la devozione agli angeli, poco praticata dai cristiani, è il migliore antidoto contro i poteri forti, naturali e preternaturali, che ci minacciano.

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AVE MARIA!
AMDG

mercoledì 3 agosto 2011

Omaggio all'Angelo Custode

"Angelo di Dio, che sei il mio Custode, illumina, custodisci,
reggi e governa me, che Ti fui affidato
dalla Pietà Celeste. Amen." 






L'Angelo Custode

                
Un italo-americano residente in California, incaricava spesso il suo Angelo Custode di riferire a Padre Pio ciò che riteneva utile fargli sapere. Un giorno, dopo la confessione, chiese al Padre se sentiva veramente quello che gli diceva tramite l'angelo. "E che" - rispose Padre Pio - "mi credi sordo?" E Padre Pio gli ripeté quello che pochi giorni prima gli aveva fatto sapere tramite il suo Angelo.
Padre Lino raccontava. Stavo pregando il mio Angelo Custode perché intervenisse presso Padre Pio a favore di una signora che stava molto male, ma mi sembrava che le cose non mutassero affatto. Padre Pio, ho pregato il mio Angelo Custode perché le raccomandasse quella signora - gli dissi appena lo vidi - è possibile che non l'abbia fatto? - "E cosa credi, che sia disobbediente come me e come te?
Padre Eusebio raccontava. Stavo andando a Londra in aereo, contro il consiglio di Padre Pio che non voleva che usassi questo mezzo di trasporto. Mentre sorvolavamo il canale della Manica una violenta tempesta mise l'aereo in pericolo. Tra il terrore generale recitai l'atto di dolore e, non sapendo cosa altro fare, mandai a Padre Pio l'Angelo Custode. Tornato a San Giovanni Rotondo andai dal Padre. "Guagliò "- mi disse - "Come stai? È andato tutto bene?" - "Padre ci stavo rimettendo la pelle" - "E allora perché non obbedisci? - "Ma le ho mandato l'Angelo Custode..." - "E meno male che è arrivato in tempo!"
Un avvocato di Fano stava tornando a casa da Bologna. Era al volante della sua 1100 nella quale si trovavano anche sua moglie e i suoi due figli. Ad un certo punto, sentendosi stanco, avrebbe voluto chiedere di essere sostituito alla guida, ma il figlio maggiore, Guido, stava dormendo. Dopo qualche chilometro, nei pressi di San Lazzaro, si addormentò anche lui. Quando si svegliò si accorse di trovarsi ad un paio di chilometri da Imola. FuoriFOTO10.jpg (4634 byte) da sé dallo spavento urlò: "chi ha guidato la macchina? È successo niente?"...  - No - gli risposero in coro. Il figlio maggiore, che era al suo fianco si svegliò e disse di aver dormito saporitamente. La moglie e il figlio minore, increduli e meravigliati, dissero di aver constatato un modo di guidare diverso dal solito: a volte l'auto era per finire contro altri veicoli ma all'ultimo momento, li evitava con delle manovre perfette. Anche la maniera di prendere le curve era diversa. "Soprattutto" diceva la moglie "ci ha colpito il fatto che tu sei rimasto immobile per molto tempo e non hai più risposto alle nostre domande..."; "Io - la interruppe il marito - non potevo rispondere perché dormivo. Io ho dormito per quindici chilometri. Non ho veduto e non ho sentito niente perché dormivo... . Ma chi ha guidato l'auto? Chi ha impedito la catastrofe?... Dopo un paio di mesi l'avvocato si recò a San Giovanni Rotondo. Padre Pio, appena lo vide, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: "Tu dormivi e l'Angelo Custode ti guidava la macchina". Il mistero fu svelato.
Una figlia spirituale di Padre Pio percorreva una strada di campagna che l'avrebbe portata al Convento dei cappuccini dove ad attenderla c'era lo stesso Padre Pio. Era una di quelle giornate invernali, imbiancate dalla neve dove i grossi fiocchi che venivano giù, rendevano ancora più difficile il cammino. Lungo la strada, totalmente innevata, la signora ebbe la certezza che non sarebbe arrivata in tempo all'appuntamento col frate. Piena di fede, incaricò il suo Angelo Custode di avvisare Padre Pio che a causa del maltempo sarebbe arrivata al convento con notevole ritardo. Giunta al convento poté constatare con enorme gioia che il frate l'attendeva dietro ad una finestra, da dove, sorridendo, la salutava.
A volte il Padre, in sagrestia, si fermava e salutava anche baciando qualche amico o figlio spirituale ed io, raccontava un uomo,  guardando con santa invidia quel fortunato, dicevo tra me: "Beato lui!...Se fossi io al suo posto! Beato! Beato lui! Il 24 dicembre 1958 sono in ginocchio, ai suoi piedi, per la confessione. Al termine, lo guardo e, mentre il cuore batte per l'emozione, oso dirgli: "Padre, oggi è Natale, posso fare gli auguri dandovi un bacio? E lui, con una dolcezza che non si può descrivere con la penna ma soltanto immaginare, mi sorride e: "Sbrigati, figlio mio, non farmi perdere tempo!" Anche lui mi abbracciò. Lo baciai e come un uccello, giulivo, spiccai il volo verso l'uscita ripieno di delizie celesti. E che dire delle botte sulla testa? Ogni volta, prima di ripartire da San Giovanni Rotondo, desideravo un segno di particolare predilezione. Non solo la sua benedizione ma anche due colpetti sulla testa come due paterne carezze. Devo sottolineare che mai mi fece mancare ciò che, come un bambino,   manifestavo di voler ricevere da lui. Una mattina, eravamo in molti nella sagrestia della chiesetta piccola e mentre padre Vincenzo a voce alta esortava, con la sua solita severità, dicendo: "non spingete...non stringete le mani del Padre...fatevi indietro!", io quasi sconfortato, tra me ripetevo: "Partirò, questa volta senza le botte sulla testa". Non volli rassegnarmi e pregai il mio Angelo Custode di fare il messaggero e di ripetere a Padre Pio testualmente: "Padre, io parto, desidero la benedizione e le due botte sulla testa, come sempre. Una per me e l'altra per mia moglie". "Fate largo, fate largo", ripeteva ancora padre Vincenzo mentre Padre Pio cominciava a camminare. Io ero in ansia. Lo guardavo con un senso di tristezza. Ed eccolo, mi si avvicina, mi sorride ed ancora una volta i due colpetti ed anche la mano mi fa baciare. - "Ne darei tanti di botte a te, ma tante!". Così ebbe a dirmi la prima volta.
Una donna era seduta sul piazzale della chiesa dei cappuccini. La Chiesa era chiusa. Era tardi. La donna pregava col pensiero, e ripeteva col cuore: "Padre Pio, aiutami! Angelo mio, va a dire al Padre che mi venga in aiuto, altrimenti mia sorella muore!". Dalla finestra di sopra, sentì la voce del Padre: "Chi mi chiama a quest'ora? Che cosa c'é? La donna disse della malattia della sorella, Padre Pio si recò in bilocazione e guarì la malata.
Un tizio disse a Padre Pio: - Io non posso venire sempre da voi. Il mio stipendio non mi permette spese per viaggi così lunghi - Padre Pio rispose: "E chi ti ha detto di venire qui? Non hai il tuo Angelo Custode? Gli dici cosa vuoi, lo mandi qua, ed avrai subito la risposta".
Quando Padre Pio era un giovane sacerdote scriveva al suo confessore dicendo: "la notte ancora al chiudersi degli occhi, vedo abbassarsi il velo ed aprirmisi dinanzi il Paradiso. E allietato da questa visione, dormo con un sorriso di dolce beatitudine sulle labbra e con una perfetta calma sulla fronte aspettando che il piccolo compagno della mia infanzia venga a svegliarmi e così sciogliere insieme le lodi mattutine al diletto dei nostri cuori".
Padre Alessio un giorno si avvicinò a Padre Pio con delle lettere in mano per chiedergli delle cose e il Padre gli disse brusco: "Uagliò, non vedi che ho da fare? Lasciami in pace". Rimase male. Si ritirò in disparte mortificato. Padre Pio se ne accorse e dopo un pò lo chiamo e gli disse: "Non hai visto tutti quegli Angeli che erano qui intorno? Erano Angeli Custodi dei miei figli spirituali che venivano a portarmi i loro messaggi. Dovevo dare loro le risposte da riferire".
Un dottore chiese a Padre Pio: "Tanti Angeli sono sempre vicino a lei. Non le danno fastidio?" - "No" rispose il Padre con semplicità - "sono così obbedienti".

Si direbbe - diceva uno dei figli spirituali del Padre - che Padre Pio ascolti sempre quelli che lo chiamano. Una sera, molti parlavano del Padre appena arrivati a San Giovanni Rotondo. Ingenuamente ricapitolavano le grazie che volevano chiedergli e incaricavano i loro Angeli Custodi di fargliele presenti al più presto. L'indomani, dopo la Messa, Padre Pio li rimproverò giustamente: "Birichini! Neanche la notte mi lasciate tranquillo!", il sorriso smentiva le parole. Essi si seppero esauditi.
Ma voi, Padre, sentite quello che l'Angelo vi dice? Chiese una persona. E Padre Pio: "E cosa credi, che Egli sia disubbidiente come te? Mandami l'Angelo Custode".

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http://www.padrepio.catholicwebservices.com/Angelo_custode.htm

AMDG et BVM