mercoledì 6 novembre 2019

DIARIO DI SANTA FAUSTINA KOVALSKA

MADRE DI DIO e CORREDENTRICE

Mio Figlio vuole che l’umanità, non solo MI riconosca come MADRE DI DIO che è il più grande onore, ma anche Corredentrice del mondo. Invocatemi quanto più potete nelle Vostre preghiere - CORREDENTRICE - e IO elargirò su di voi molte grazie che sono necessarie per la vostra e per l’altrui liberazione.

HO FATTO AL MONDO UNA PROMESSA GRANDIOSA. C’è poco tempo e nel Purgatorio ci sono moltissime povere Anime… Bisogna salvarle. Se un uomo prega con pietà e con cuore aperto questa breve preghiera, questa giaculatoria insistente: “Madre di Dio, Corredentrice del mondo, Prega per noi” libera ogni volta che viene recitata, mille Anime dal Purgatorio. 

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Potete recitare questa preghiera ovunque - a piedi o in macchina, in chiesa, a casa, per strada - ovunque.

- 1 Gloria al Padre
- 1 Padre Nostro

10: "Madre di Dio, Corredentrice del mondo, prega per noi" oppure: "
MATER DEI, MUNDI CORREDEMPTORA, ORA PRO NOBIS"
- 1 Salve regina
N.B. Usare la corona del Santo Rosario 

(A.D. 5 agosto 2001 - Compleanno della Madonna)

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Estratto dal 41° messaggio della MADRE DI DIO, rivelato il 12 febbraio 1998 a Fulda (Germania) alla veggente Anna, che fa vita nascosta. …in tutte le Sante Messe, insieme con il mio amato Figlio, prego per voi, mi offro per voi. Per questo mio Figlio vuole che l’umanità non solo mi riconosca come MADRE DI DIO, che è il più grande onore, ma anche come CORREDENTRICE del mondo. E questo è il mio secondo nome molto venerabile. 


Un giorno il Papa proclamerà questo dogma in tutto il mondo, cioè che MARIA la Madre di DIO, è anche CORREDENTRICE del mondo. Invocatemi quanto più potete nelle vostre preghiere - CORREDENTRICE - e io elargirò su di voi molte grazie che sono necessarie per la vostra e per l’altrui liberazione.
…figli miei, alla mia festa, l’8 dicembre (1997 durante la festa dell’Immacolata Concezione della SS Vergine Maria, il giorno mondiale della grazia, fu trasportata in Ohlau la sua statua che ha pianto Lacrime di Sangue in processione al santuario. 
In quel giorno hanno sanguinato 3 Ostie) ho fatto al mondo una promessa grandiosa. 

C’è poco tempo e nel purgatorio ci sono moltissime povere anime, persino anime che soffrono dai tempi antichissimi - dal tempo del paganesimo. Bisogna salvarle. I cristiani possono salvarle attraverso la preghiera, il rosario, soprattutto la S. Messa e attraverso la Via CrucisMa ora Dio mi ha concesso grazia immensa, cioè che, 

se un uomo prega con pietà e cuore aperto questa breve preghiera:

"MADRE DI DIO, CORREDENTRICE DEL MONDO PREGA PER NOI"

Mio Figlio libera 1000 anime dal purgatorio. 


 Questa breve preghiera, questa giaculatoria insistente libera, ogni volta che viene recitata, dal purgatorio mille anime che raggiungono la gioia eterna, la luce eterna. 

     Utilizzate questa grande grazia di poter aiutare le anime che vi compenseranno con continue preghiere e vi sosterranno in questa vita terrena spesso difficile e travagliata. Vi solleciteranno tanto, vi saranno infinitamente riconoscenti, e voi sfruttate questa gratitudine, implorate il loro aiuto. Potete invocare le povere anime del purgatorio, le anime già beate e i vostri patroni per le vostre richieste. Le anime del purgatorio aiutano moltissimo. 

Figli miei, ringraziate Dio per questa grazia, perché nemmeno voi andrete direttamente in Paradiso, anche VOI DOVRETE UN GIORNO RIPAGARE Dio nel purgatorio per le vostre mancanze e così anche voi un giorno attenderete per le preghiere che salgono dalla terra. Perciò non perdete tempo. Potete recitare questa preghiera ovunque - andando a piedi o in macchina, in chiesa, a casa, per strada - ovunque. Questa preghiere viene sempre accolta per liberare le povere anime!...

Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo - Amen


AVE MARIA PURISSIMA!

martedì 5 novembre 2019

«Siete così appesantiti dalla vostra umanità che non sapete mai pregare con elevazione sovrumana e date alle parole dell'orazione un senso relativo.


QUADERNETTI 

CAPITOLO 701


8 novembre 1944

   Sulle Preghiere: Pater e Ave. 

   «Siete così appesantiti dalla vostra umanità che non sapete mai pregare con elevazione sovrumana e date alle parole dell'orazione un senso relativo. Ma l'orazione apre orizzonti infiniti, o figli. Quegli orizzonti che saranno dimora a voi, tornati a Dio, se avrete saputo custodire lo spirito in Dio, e Dio nel vostro spirito. Anche quando riflettete su quello che dite, ed è già molto se fate questo, date alla vostra riflessione delle latitudini limitate alla Terra e alla carne. Ben difficilmente elevate la mente oltre al momento e al bisogno di questa vostra giornata. 

   Non vi tuffate nella Luce. Essa è per voi un riflesso lontano e stentato, come quello del sole in un inverno nordico. È un chiarore che non è neppure luce, ma solo un crepuscolo. Così è quello che splende in voi, perché voi non aprite le porte alla Luce che chiede di precipitarsi in voi per istruirvi e fortificarvi contro le Tenebre. Non chiudete lo spirito entro l'opacità della materia. Esso è di Dio e deve vedere Dio, conoscere Dio, vivere di Dio, in Dio. Esso è Vita per lo spirito vostro, e se da Dio lo separate con la colpa, voi l'uccidete; se lo tenete lontano da Dio voi lo fate languire e spegnere come una lampada priva d'olio. 

   Tutto potete sostituire col vostro progresso. Ma non quello che è vita per lo spirito. Non vi è nulla che possa conservare santo il vostro cuore se esso non è fuso col Santo dei Santi. Scienza, Patria, affetti, opere, divengono cose avvilite e servite con misero servizio se da voi levate quell'agente che vi fa perfetti nei vostri sentimenti e nei vostri lavori: l'unione con Dio.

   Cosa di più ammirevole di uno scienziato, di un giurista, di un governante, di un padre, di uno sposo, di un figlio, di un artista, di un soldato, che siano realmente cristiani, che siano sinceramente figli di Dio? Oh, non temete! Essi non sapranno mai tradire e fare del male. Ma da loro verranno solo azioni degne d'ogni benedizione. 
   Di che piange, ora, il mondo? Della sua società avulsa da Dio. Ecco la causa del vostro sfacelo mondiale, della vostra rovina nazionale, e di tanto pianto nelle famiglie, e di tante vergogne, pure nelle famiglie. 

   Come abitanti del globo, venuti solo da un unico ceppo e da un solo Creatore, vi odiate tra voi, come cittadini di un'unica Patria siete fra voi ostili come foste di razza diversa, come parenti e coniugi siete egoisti e infedeli. E perché? Perché avete dimenticato Dio, il quale non vi schiaccia sotto le valanghe delle vostre copiose leggi umane e della vostra umana istruzione, ma compendia tutta la sua legge e la sua istruzione perfetta in queste sole parole: "Ama Dio con tutto te stesso e il tuo prossimo come te stesso13". Ma voi non mettete in pratica questo che è il compendio di tutta la Legge divina e la fonte d'ogni bene terreno e ultraterreno. E da ciò vengono i castighi che vi colpiscono. 

   Maria, oggi Io voglio che tu, che ami la Luce Divina più di te stessa e ti senti felice più essa penetra in te, conosca il significato soprannaturale di una frase che dite, ma non capite bene. 
   Come il Pater va detto con riferimenti soprannaturali, e stolto sarebbe chi lo dicesse applicando ad esso solo un significato umano e umane richieste, così l'Ave Maria va detta non con la mente fissa alla Terra e alla vostra carne, che è polvere che polvere tornerà, ma va detta con lo spirito levato al Cielo, oltre la vita, oltre la Terra, là dove Maria Ss., mia e vostra Madre, vive in corpo ed anima dopo esser vissuta sulla Terra con l'anima sempre spaziante nel Cielo. 

   Il Pater è la preghiera al Padre. L'Ave è la preghiera alla Madre. 

   La prima parte del Pater è lode di Dio, la prima parte dell'Ave è lode a Maria. 

   La seconda parte del Pater è richiesta al Padre per tutti i vostri bisogni di figli di Dio in temporanea sosta sulla Terra, ma destinati al Cielo. La seconda dell'Ave è la richiesta alla Madre per i vostri bisogni di mortali e di immortali nello spirito. 

   Va invocata come il Padre, la Madre vostra. Non dovete pensare che Ella abbia assenza di Misericordia e di Potere e non possa soccorrervi nei vostri combattimenti, nelle vostre pene, nelle necessità e nelle tentazioni. 
   Bisogna saper pregare. E bisogna pregare nei momenti di pace, per invocare l'aiuto per le ore di lotta.

   Stolto è chi dice: "Quando sarà il momento lo farò". Sapete voi se lo potrete fare allora? Se Dio vi darà il tempo di farlo? Bisogni e sventure, e anche la morte, vengono sovente come un lampo improvviso. La morte è talora come folgore che fulmina improvvisamente. 

   La Misericordia di Dio è infinita. Ma è detto nelle parole della Legge: "Non tentare il Signore Iddio tuo1". E, in verità, voi lo tentate quando conducete una vita tutta umana, senza pensare che vi attende un al di là in cui sarete giudicati per le vostre azioni. 

   Nell'Ave Maria è detto: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". Ecco, o Maria. Leggiamo insieme queste parole che molti, troppi dicono con la mente elevata di un sol grado dal fango della Terra e con cuore pensieroso soltanto dell'incognita dell'ultimo momento che vi fa paura perché non siete a sufficienza "figli di Dio". Se lo foste perfettamente, la morte non vi farebbe paura. 

   La morte è l'ultima prova e merita ogni vostra attenzione per divenire "morte nel Signore". Una morte nel Signore vi merita ogni perdono, vi da l'eterna vita nel Signore, e annulla, col suo potere, le conseguenze di un'esistenza anche colpevole. Fate dunque bene ad invocare sin da ora, per quell'ora, e in quell'ora, la Madre mia e vostra. Ma sappiate pregare meglio. Non per la sola paura di quell'ora, ma per tante altre ore in cui la più vera morte incombe su voi. 

   Ti ho già spiegato più volte quale sia la vera morte. È quella dello spirito, che voi uccidete tanto sovente, se non sempre per diretta volontà, certo per indifferenza verso la parte più eletta di voi stessi: l'anima.

   Nel Pater Io vi ho insegnato a dire: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal Male". Nell'Ave Maria vi faccio dire: "Prega per noi ora e nell'ora della morte". 
   Ora: il presente che dura un attimo di eternità: la vita della carne insidiata dai morbi, dagli incidenti,dallo stesso scorrere del tempo che vi porta alla foce del vostro vivere di uomini e vi immette nell'eternità. 
   Nell'ora della morte: quella che ferma il vostro cuore e quella, sempre incombente, che paralizza il vostro spirito e lo conduce a morte. 

   Voglio che pensiate a questa vera, eterna morte quando invocate Maria Ss. Dalla prima risorgerete se siete morti in Cristo. Ma dalla seconda non risorgerete mai più. 
   Non fate che il Nemico infernale, il Serpente fascinatore, il leone ruggente2 che sempre si aggira intorno a voi per atterrarvi, possa impossessarsi di voi come di una preda sicura perché, pur essendo tuttora viventi, siete già dei morti nello spirito. 
   Maria è la Vincitrice di Satana e basta il bagliore del suo sorriso per porlo in fuga. Contro le insidie di Satana e le debolezze e gli appetiti della carne, sempre desta nelle creature, chiamate Maria. 

   Se l'invocate per il sonno che avrà immediato risveglio, o per la pace celeste o per la dannazione infernale, ambedue eterne, perché non la dovreste invocare per questo atroce sonno che da la morte, e che è quello dello spirito abbattuto, sonno che, se non è vinto, vi spegne in braccio a Satana? 
  Quando la morte si aggira intorno al vostro spirito sorgano come a difesa le invocazioni, fatte con pienezza di significato, a Maria. 
   Ogni volta che l'ora della morte spirituale incombe su voi, preghi la Madre universale per tutti i suoi poveri figli, per lo spirito di questi suoi poveri figli, per quello spirito fatto e dato alle creature da quello stesso Dio che l'ha creata e scelta a Sposa e Madre, fatto e dato per fare, di essi, dei suoi figli e sudditi del suo Regno eterno. 
   Su voi sta il Sangue più puro e più amato: quello che è venuto dal suo Cuore Immacolato e che è stato il Seme al Fiore nato dall'amore di Dio con la Vergine, dalla sua ubbidienza perfetta ai Voleri divini, il Seme a Me Verbo fattosi carne per essere Maestro e Redentore, onde poter lavarvi nel suo Sangue, interamente versato per voi, e sta il pianto di Maria, mia e vostra Madre, altro lavacro di corredenzione. 
   Per questa sua natura di Madre del Salvatore Ella ha potere di salvazioneInvocatela con fede vera ed Ella vi salverà ora e nell'ora della morte».

   1 Mt 22, 35-40
   2 Dt 6, 16



AVE MARIA PURISSIMA!

Perosi - Magnificat





AMDG et DVM

LA MADONNA DELLA CORONA

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LA MADONNA DELLA CORONA
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In quel di Spiazzi (Verona) esiste il santuario più ardito d’Italia. Il Santuario della Madonna della Corona è incastonato nel duro macigno lungo una parete rocciosa di proporzioni impressionanti. Si trova a m. 774 s.l.m. ed è fondato su un balcone naturale che sovrasta la Val d’Adige.

Il Santuario dell’Addolorata, che sotto il nome di Madonna della Corona sorge sul Monte Baldo, in Diocesi di Verona, fu detto della "corona" perché il luogo era anticamente chiamato "la Corona", "da quei monti che in giro piegando, formano intorno una corona".

E’ un santuario ricchissimo di grazie che nel corso dei secoli la Madonna ha elargito ai suoi devoti: a coloro cioè che l’hanno pregata ed invocata con fede vera, semplice e sincera, non inquinata da strampalate teologie di ispirazione diabolica che cercano di annullare il soprannaturale a favore di un vuoto razionalismo. Come ci ricorda nei suoi messaggi, la Madonna non cerca "i sapienti di questo mondo", ma "figli" che pregano (soprattutto il Rosario), vivono e diffondono la Parola di Dio ed i suoi messaggi che instancabilmente ripete nel corso delle sue apparizioni principali.

Tutti, storici, cronisti, divulgatori, convengono nell’affermare che il Santuario è sorto per venerare quel simulacro della Madonna Addolorata che vi si onora. Solo dopo la sua comparsa si inizia una vera storia del Santuario, con racconti di prodigi e di grazie straordinarie. Da quando la statua della Madonna là fu posta, da allora il Santuario acquista un interesse speciale, si narra di grazie ottenute, di schiere di devoti che vi accorrono, anche da lontano; non solo, ma dell’attenzione di autorità religiose, che vi si recano a visitarlo. 
Nella descrizione fatta da Elena da Persico così viene riferito: 

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"In una notte del giugno 1522 una luce misteriosa illuminò le selve, che coprivano le balze orientali del monte Baldo, in quella insenatura rocciosa, che scende a picco sin quasi all’Adige e guarda i monti sorgenti sull’altra riva del fiume. Così intensa e viva era quella luce che i terrazzani dei dintorni ne furono colpiti ed accorsero sui cigli della roccia per vederne la causa. Ma da lassù nulla si poteva scorgere, eccetto la meravigliosa luce. Allora i più animosi per mezzo di funi si fecero calare giù al centro di quegli splendori, sopra un brevissimo spiazzo a mezza roccia, scorsero la statua pietosa di Maria col Figlio morto sulle ginocchia. La notizia si diffuse subito in tutti i dintorni e fu un accorrere di quella brava gente a venerare la statua miracolosa. 

Ma il luogo ove essa si trovava era troppo inaccessibile, ed allora si pensò di portarla su alla contrada Spiazzi, composta di poche case al sommo delle rocce. Superando grandi difficoltà, si riuscì nell’impresa. L’immagine preziosa e venerata fu tratta a forza di argani al sommo del monte. Venne improvvisata una processione, cui presero parte moltissimi accorsi dai paesi intorno, e la statua in mezzo ai canti di letizia e agli osanna, fu collocata sopra un altare in una cappellina di legno, che era stata in fretta costruita. Ma il giorno seguente, quando i devoti accorsero per venerarla di nuovo, la statua non c’era più! Fu un dolore indicibile. Supponendo un furto, si cercò nelle case, negli antri delle rocce, nelle fratte dei boschi. Inutilmente. Finalmente alcuni pensarono di guardare sullo spiazzo roccioso, donde era stata tolta. Ella era infatti là. Ed allora quegli uomini semplici rinnovarono la fatica del giorno prima e scesero di nuovo a prendersi il prezioso tesoro per riportarlo nel luogo ove gli avevano eretto un altare per prestargli il culto. Ma non era quello il posto scelto da Maria.
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L’Addolorata voleva l’austera crudezza della roccia ferrigna e nuda che scende a picco, senza sorrisi e senza dolcezze, sotto uno stretto lembo di cielo limitato per ogni lato dalle rocce. E per la seconda volta Ella sparì dalla Cappellina di legno, e per la seconda volta fu ritrovata sul breve spiazzo roccioso.
Allora si venne nella decisione di costruire lì una chiesuola. Vi era sempre però la grande difficoltà per i devoti di andarvi. Unico mezzo rimase per circa venti anni, calarsi giù dalle rocce con le funi dell’argano, mezzo impossibile per molti e pericoloso per tutti. Si pensò allora ad una strada. Ma come farla sulla nuda roccia? Questa era affatto impraticabile. Meno difficile era scendere dal dosso, che si protende al lato meridionale del luogo ove era la statua e diviso da esso da un vallone pietroso, che dal sommo del monte lo solca a picco fin giù al piano dell’Adige. In questo dosso le rocce sono interrotte da tratti boscosi curvantisi qua e là al dorso di mulo ed offerenti appigli al viandante....Di lì scesero i più animosi finché poterono scorgere la statua di fronte a loro sulla parete rocciosa a picco. Ma passare di lì non v’era nemmeno di tentarlo, perché impossibile inerpicarsi al di là di esso sulla roccia nuda. Perciò i più animosi si scoraggiarono e solo nella preghiera a Maria, che scoprisse il modo di arrivare a Lei, posero la propria fiducia. E Maria li aiutò. 

Narrano gli storici sopracitati che nella notte dal duro macigno sorse un grande albero, che si piegava sopra la voragine fin all’opposta roccia, ed allargava così i rami poderosi da potersi sopra di essi gettare comodamente un ponte. Quell’albero, che sosteneva un ponte, fu notato anche da un naturalista del secolo XVI, Giovanni Pona.....A tale albero le popolazioni ascrivevano virtù miracolose chiamando "l’albero della Madonna"; perciò i numerosi pellegrini andavano a gara per asportarne pezzettini da conservare come reliquie nelle case e usarne per gli ammalati spediti dai medici. Ed a forza di tagliare pezzettini, si capisce cosa avvenne: un secolo dopo l’albero non v’era più. Solo se ne conservò una piccola reliquia, che ancora si può vedere nel tesoro del Santuario; al luogo poi del ponte di legno se ne costruisse uno di pietra".

Se meditiamo sul racconto dell’apparizione non possiamo ignorare la fede intensa ed attiva che possedevano gli abitanti del posto, grazie alla quale oggi possiamo recarci in tale luogo di innumerevoli grazie. Le stesse autorità religiose del tempo (es. il Vescovo di Verona, Marco Corner) accettarono con entusiasmo il santuario. Atteggiamento ben diverso da quello di molte autorità religiose attuali che spesso avversano le apparizioni mariane (es. Medjugorje) o, nel caso della statua della Madonna di Civitavecchia che ha pianto sangue, accettano con totale indifferenza, con l’eccezione di Mons. Grillo, il sequestro della stessa ad opera di autorità civili. Da tenere presente che queste ultime sono state invece oggetto di un esposto al Consiglio Superiore della Magistratura ed al Ministero di Grazia e Giustizia per ipotesi di violazione del Concordato ad opera della nostra Associazione.
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Ai nostri giorni, grazie a Dio, la strada per raggiungere il Santuario è asfaltata ed un pulmino trasporta i fedeli, soprattutto anziani o ammalati, che per ovvi motivi non ritengono di scendere a piedi. E’ ovviamente inibito l’accesso alle auto private per evitare problemi di traffico. La passeggiata è comunque salutare in quanto consente di poter pregare il Santo Rosario mentre si gusta lo stupendo panorama.
Nella parte sottostante il Santuario è stata costruita la Cappella per le confessioni (non dobbiamo dimenticare che la Madonna, da Medjugorje, ha raccomandato la frequenza, almeno mensile, a tale Sacramento. E’ altrettanto indispensabile rammentare che a Fatima ha chiesto, per ottenere le grazie, di pregare il Rosario e di chiedere perdono dei propri peccati). Nella Cappella è collocata la famosa "Scala Santa" che viene adoperata anche come esercizio penitenziale.

Per chi volesse poi pranzare può percorrere una diecina di Km ed arrivare a Ferrera di Monte Baldo (1360 metri c.ca) dove, situati in un panorama montano incantevole e rilassante, operano alcuni ristoranti in cui è possibile mangiare piatti a base di capriolo e/o di funghi.

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