Visualizzazione post con etichetta predicazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta predicazione. Mostra tutti i post

lunedì 14 gennaio 2013

...come pregava Gesù?




"...Egli si ritirava in luoghi deserti a pregare..." (Lc 5, 16)


...il Redentore pur essendo tutto a tutti e pur prodigandosi senza risparmio, si ritirava in luoghi solitari per pregare. Egli così ci insegnava che le opere dello zelo e della carità non debbono distrarci dalla preghiera, senza la quale miseramente s'isteriliscono ed inaridiscono completamente.
...come pregava Gesù? ...in che modo, se Egli era Dio?
...era anche vero uomo e pregava come Sacerdote, Vittima, Mediatore.
Offriva al Padre se stesso in un Sacrificio perenne e si donava qual Vittima d'Amore.
Il Suo Cuore era un olocausto, il Suo corpo un sacrificio continuo, perché continuamente caricato delle nostre iniquità. ...Egli era mediatore tra l'uomo e Dio.
...non poteva non riguardare le umane infermità; le aveva tutte presenti e la Sua orazione era anche un'agonia di amore e di riparazione. Pregando incorporava a Sé tutti gli uomini e li presentava al Padre in Sé stesso come Sua discendenza e come Sua figliolanza. ...anche noi quando preghiamo per gli altri li riguardiamo come una cosa con noi e li presentiamo a Dio nell'attività della nostra vita spirituale.

Ecco Gesù in preghiera, prostrato innanzi al Padre, come lampada eterna innanzi a Lui
La Chiesa conserva un perenne ricordo di questa caratteristica della preghiera di Gesù nella lampada che accende innanzi al Santissimo Sacramento. Questo piccolo lume...esprime in un simbolo delicato la realtà del Verbo Incarnato, luce del Padre, e la realtà del Verbo Incarnato vittima che perennemente arde e si consuma. ...non è muta ma rappresentanza della Chiesa, non è un semplice lume ma un complesso di cuori accesi innanzi all'amore che si dona.

La lampada!...L'orante fiammella, tutta schiusa nel suo vasetto avvolto di pace nella placida umiltà dell'olio, liquido silenzioso espresso dall'immolazione dell'uliva nel torchio. ...
Gesù...come prigioniero d'amore nel santo Tabernacolo prega e ci insegna a pregare.
L'Eucaristia è la grande scuola della nostra orazione, e per questo le anime profondamente eucaristiche sono anime di grande preghiera. Basta concentrarsi innanzi a Gesù Sacramentato con fede e con costanza, per imparare da Lui a pregare. ...il silenzio che Lo circonda è una scuola di silenzio interiore per noi, e la pace che Egli diffonde d'intorno, ci abitua alla serenità e all'abbandono in Dio, indispensabili per la preghiera.

O mio Gesù, orante in quest'Ostia di amore, insegnaci a raccoglierci e a pregare, non permettere mai che, avendoti con noi vivo e vero, passiamo la vita agitandoci e non sappiamo renderti testimonianza di fede, di fiducia filiale e di vero abbandono di amore.
Soffriamo, è vero, ma le sofferenze non sono per noi un tesoro? Non sei Tu Vittima perenne per noi sull'altare e non ci insegni ad immolarci continuamente per amore?
Se ci duole per esempio un occhio, non è questo un segreto per guardarti di più Crocifisso?
E se ci duole un piede, non è un segreto per star confitti con Te sulla croce?
Mi insultano e che importa? Sono forse da più del mio Re nascosto che raccoglie solo ingratitudini ed ingiurie nel Santissimo Sacramento?
Mi guardano come un nulla, e che fa? Egli è totalmente nascosto e annientato, e le mie umiliazioni mi uniscono a Lui, alla Sua vita.
O Gesù Sacramentato...insegnaci avivere la tua vita e amutare la nostra vita in una perenne orazione e in un perenne olocausto!


[cf I Quattro Vangeli commentati da don Dolindo Ruotolo, p. 1101 ss]



* * *


Ad un parroco che si lamentava con il sac. Giovanni Maria Vianney dell’indifferenza dei suoi parrocchiani e della sterilità del suo zelo, il santo curato d’Ars rispose:
Voi avete predicato, ma avete anche pregato? Avete digiunato? Vi siete dato la disciplina?
Avete dormito sul pavimento? Fino a che non l’avrete fatto non avrete il diritto di lamentarvi”.

AVE MARIA, VIRGO POTENS! 

domenica 20 maggio 2012

Così il Beato Giovanni XXIII scrisse di San Bernardino da Siena



Oratio
“Domine Iesu, qui beato Bernardino Confessori tuo eximium sancti nominis tui amorem tribuisti: eius, quaesumus, meritis et intercessione, spiritum nobis tuae dilectionis benignus infunde: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitate…”

CHE  BELLO  vedere un Santo che parla di un altro Santo! Così il Beato Giovanni XXIII scrisse di San Bernardino da Siena:


<<Sono sempre vere le parole del Pontefice Leone Magno: Totius temporis est pie vivere: totius temporis crucem ferre [Sicut ergo totius est temporis pie vivere, ita totius est temporis crucem ferre: come in ogni tempo dobbiamo piamente vivere, così in ogni tempo si deve portare la croce].
Quale conforto in queste parole: ma anche nel ripeterle quanto garbo e quanta maestria occorrono al sacerdote eloquente e pio! Oh! che felici espressioni, su questo punto di consolare le anime meste e desolate, questo nostro caro S. Bernardino ci ha trovate: « Il Signore dice “ Ego sum ostium: per me si quis introierit salvabitur, ingredietur et egredietur et pascua inveniet ” [1]. Entrerà per contemplare la divinità di Cristo: uscirà per contemplare la sua umanità: ed entrando ed uscendo si troverà preparato il pascolo di consolazione e di delizie ineffabili.


Il pastore buono e discreto — dicasi pure, l'oratore sacro — offrirà talora alle sue pecore luoghi ombrosi e riservati, a loro refrigerio: tal altra tappeti di molli erbe a riposo, oppure melodie soavi a lenire le pene fastidiose della vita, mentre colla dolcezza della zampogna parlerà loro come amabilmente e dolcemente cantando. Le pecorelle trattate così giocano e saltano: ed i pastori approfittano per recare loro motivi di consolazione e di giocondità ».
Sin qui S. Bernardino alla lettera dei suoi insegnamenti: quod praelatus debet maxime verbo Dei consolari animas moestas et desolatas.


****

I segni del buon pastore sono: panis in pera: canis in fune: baculus cum vìrga; cornu cum fistula. Il che è quanto dire: pane nella bisaccia, cioè la predica nella memoria; il cane tenuto alla corda, cioè lo zelo colla misura; il bastone colla verga, cioè l'autorità grave e la correzione discreta; il corno colla fistula, cioè il timore del giudizio divino colle speranze delle divine misericordie.


« Haec sunt vasa pastoris boni — parole conclusive del grande predicatore e Santo Senese — vasa quae auferuntur a pastore ignorante et stulto ».
Parole un po' dure in verità queste ultime : ma che perdoniamo volentieri all'apostolo così immaginoso e così dolce della devozione al Ss.mo Nome di Gesù, a cui sia gloria, onore ed esaltazione nei secoli.


Diletti figli! Vi salutiamo lietamente, augurandovi buona e santa quaresima vissuta in grazia celeste ed in godimento di buon servizio del Signore.>>




“Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua Sposa amatissima”