Visualizzazione post con etichetta le leggi di Dio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta le leggi di Dio. Mostra tutti i post

lunedì 25 novembre 2013

La vergine madre della sapienza rischiari l'oscura nostra insipienza. Amen.

Il buon Dio moltiplichi i predicatori  e  catechisti che presentano
il santo Matrimonio
con il linguaggio di questa Lezione 


*

Nelle tre lezioni che seguono l'angelo tratta della concezione della Vergine e della sua nascita, e dell'amore ch'ebbe Dio per lei, anche quando era nel seno di sua madre.
Mercoledì 
LEZIONE PRIMA – CAPITOLO X

Assoluzione: La vergine madre della sapienza rischiari l'oscura nostra insipienza. Amen. 

Prima della legge data da Mosè, gli uomini vivevano per lungo tempo ignorando come dovessero regolare sé e le loro azioni nella vita. Quindi, quelli che ardevano d'amor di Dio ordinavano sé e i loro costumi nel modo che ritenevano grato a Dio; gli altri, invece, che non avevano tale amor di Dio, senza alcun timore di lui, facevano quanto loro piaceva. 



La divina bontà, dunque, commiserando quest'ignoranza, stabilì per mezzo del suo servo Mosè la legge con la quale regolarsi in tutto secondo la divina volontà. Questa legge insegnava, finalmente, come dovessero amarsi Dio e il prossimo, e come il consorzio di vita tra l'uomo e la donna dovesse regolarsi dal diritto divino ed onesto, perché da tal connubio nascessero figli che Dio voleva chiamare suo popolo. 

E in verità Dio amava tanto questo connubio, che stabilì di prendere da esso l'onestissima genitrice della sua umanità. Per cui, come l'aquila, volando in sublime altezza, osservati parecchi boschi, scorge da lontano un albero tanto solidamente radicato da non poter essere sradicato dagl'impeti del vento, di cima tanto alta da non potervi salire alcuno, e in positura tale da sembrar impossibile che vi cadesse sopra qualche cosa, e tale albero sceglie, dopo un più attento esame, per costruirvi il nido in cui riposare, così Dio, che è paragonato a quest'aquila, avendo davanti a sé tutte le realtà future e presenti ben chiare e manifeste, mentre osservava tutti i connubi giusti ed onesti che dovevano esistere dalla creazione del primo uomo fino all'ultimo, non ne trovò uno simile, per onestà e amor di Dio, a quello di Gioacchino ed Anna. E perciò gli piacque che da questo santo connubio fosse onestissimamente generato il corpo della madre sua, adombrato nel nido, nel quale egli si degnasse di riposarsi con ogni consolazione. 

Con ragione, infatti, si paragonano a decorosi alberi i devoti connubi, la cui radice è l'unione di due cuori che si congiungono per la sola ragione che ne provenga onore e gloria allo stesso Dio. E con ragione pure si paragona a rami fruttiferi la volontà degli stessi coniugi, quando in tutta la loro attività sono così ligi al timor di Dio, da amarsi onestamente l'un l'altro solo in vista della procreazione della prole, a gloria di Dio e secondo il suo comandamento. L'insidiatore non può raggiungere, con le sue forze ed arti, la sublimità di tali connubi, quando la loro gioia non è in altro che nel rendere onore e gloria a Dio, e quando non li affligge altra tribolazione che l'offesa e il disonore di Dio. Si sentono poi al sicuro solo quando l'affluenza degli onori o delle ricchezze del mondo non vale ad irretire i loro animi nell'amor proprio o nella superbia. Quindi, siccome Dio previde che tale sarebbe stato il connubio tra Gioacchino ed Anna, perciò decise di trarre da esso il suo domicilio, cioè il corpo della madre sua. 


O Anna, madre degna di ogni venerazione, qual tesoro prezioso portasti nel tuo seno, quando in esso riposò Maria, che doveva divenire madre di Dio! Veramente deve credersi senza esitazione che Dio stesso, appena fu concepita e formata in seno ad Anna la materia da cui doveva esser formata Maria, l'amò più di tutti gli altri corpi umani generati o da generarsi nel mondo intero da uomo e donna. Perciò la venerabile Anna può veramente chiamarsi cassaforte di Dio, perché custodiva nel suo seno il tesoro a lui più caro di ogni altra cosa. Oh, com'era sempre vicino a questo tesoro il cuore di Dio! 



Oh, come rivolgeva con amore e gioia gli sguardi della sua maestà a questo tesoro, colui che poi nel suo Vangelo disse: « Dov'è il tuo tesoro, ivi è anche il tuo cuore »! E perciò è veramente credibile che gli angeli esultassero non poco per questo tesoro, vedendo che tanto lo amava il loro Creatore, ch'essi amavano più di se stessi. E per questo sarebbe molto conveniente e giusto che fosse avuto in grande venerazione da tutti il giorno in cui fu concepita e condensata in seno ad Anna la materia dalla quale doveva essere formato il corpo benedetto della madre di Dio, dato che lo stesso Dio e gli angeli la circondavano di tanto amore.
 
     

giovedì 11 luglio 2013

PAGELLA DEI DOVERI


PAGELLA DEI DOVERI

 
 
VERITÀ DA CREDERSI DI NECESSITÀ DI MEZZO
 - I due Misteri principali della nostra Fede
I -  UNITÀ E TRINITÀ DI DIO
II - INCARNAZIONE, PASSIONE, MORTE E RISURREZIONE di NOSTRO SIGNORE 
       GESÚ CRISTO
 - Che Dio premia e i buoni col Paradiso e castiga i cattivi con l'Inferno 
  
  
COSE DA SAPERSI DI NECESSITÀ DI PRECETTO


CREDO   (Il Credo si recita o si canta in piedi
Credo in unum Deum (chiniamo il capo),  
Patrem Omnipoténtem, factórem cœli et terræ, visibílium omnium et invisibílium. 
Et in unum Dóminum Jesum Christum (chiniamo il capo),  
Fílium Dei unigénitum, et ex Patre natum ante omnia sæcula.  
Deum de Deo, lumen de lúmine, Deum vero de Deo vero.  
Génitum, non factum, consubstantiálem Patri: per quem omnia facta sunt. 
Qui propter nos hómines et propter nostram salútem descéndit de cœlis.  
(ci inginocchiamo) Et incarnátus est de Spíritu Sancto ex María Vírgine: et homo factus  est (ci alziamo)
Crucifíxus étiam pro nobis: sub Póntio Pilato pássus et sepúltus est.  
Et resurréxit tértia die, secúndum Scriptúras.  
Et ascéndit in cœlum sedet ad déxteram Patris.  
Et íterum ventúrus est cum glória judicáre vivos et mórtuos: cujus regni non érit finis. 
Et in Spíritum Sanctum, Dóminum, et vivificántem: qui ex Patre Filióque procédit.  
Qui cum Patre et Fílio símul adorátur (chiniamo il capo) et conglorificátur: qui locútus est  per Prophétas. 
Et unam, sanctam, cathólicam et apostólicam Ecclésiam. 
Confìteor unum baptísma in remissiónem peccatórum.  
Et exspécto resurrectiónem mortuórum.  
Et vítam ventúri sæculi (ci segniamo).  
Amen.


PATER
Pater noster, qui es in cœlis. 
Sanctificétur nomen tum.
Advéniat Regnum tuum. 
Fiat volúntas tua, sicut in cœlo et in terra.
Panem nostrum quotidiánum da nobis hódie.
Et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris.
Et ne nos indúcas in tentatiónem; 
sed líbera nos a malo. 
Amen.


GLÓRIA PATRI
Glória Patri et Fílio et Spirítui Sancto, 
sícut érat in princípio, et nunc, et semper, 
et in sæcula sæculórum. 
Amen.


AVE MARÍA
Ave María, grátia plena: Dóminus tecum; 
benedícta tu in muliéribus, 
et benedíctus fructus ventris tui, Jesus.
Sancta María, Mater Dei, 
ora pro nobis peccatóribus,
nunc et in hora mortis nostræ. 
Amen.


SALVE REGINA
Salve Regina, mater misericórdiæ, 
vita, dulcédo et spes nostra, salve. 
Ad te clamámus, éxules fílii Hevæ. 
Ad te suspirámus genéntes et fléntes in hac lacrimárum valle. 
Eia ergo, advocáta nostra, 
illos tuos misericórdes óculos ad nos convérte. 
Et Iesum, benedíctum fructum ventris tui, 
nobis post hoc esílium osténde. 
O clémens, 
o pia, 
o dulcis Virgo María.


ÀNGELE DEI
Àngele Dei, qui custos es mei, 
me tibi commíssum pietáte supérna, 
illúmina, custódi, rege et gubérna. 
Amen.


RÉQUIEM ÆTÉRNAM
Réquiem ætérnam dona éis (eo, ea) Dómine, 
et lux perpétua lúceat éis (eo, ea). 
Requiéscant (requiéscat) in pace. 
Amen.



ATTO DI FEDE 
Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello che hai  rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Ed espressamente credo in Te, unico vero Dio in tre Persone uguali e distinte, Padre, Figlio e Spirito Santo. E credo in Gesú Cristo, Figlio di Dio, incarnato e morto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa Fede voglio sempre vivere. Signore, accresci la mia Fede.



ATTO DI SPERANZA 
Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le promesse tue e per i meriti di Gesú Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io non resti confuso in eterno.



ATTO DI CARITÀ 
Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo mio come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, fai che io ti ami sempre piú.



ATTO DI DOLORE 
Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto piú perché ho offeso Te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo col tuo santo aiuto di non offenderti mai piú e di fuggire le occasioni prossime al peccato. Signore, misericordia, perdonami. 
 

I COMANDAMENTI DI DIO
Io Sono il Signore Dio tuo
 I  - Non avrai altro Dio fuori che me
 II  - Non nominare il Nome di Dio invano
 III  - Ricordati di santificare le feste
 IV  - Onora il padre e la madre
 V  - Non ammazzare
 VI  - Non fornicare
 VII  - Non rubare
 VIII  - Non dire falsa testimonianza
 IX  - Non desiderare la donna d'altri
 X  - Non desiderare la roba d'altri
 
I DUE COMANDAMENTI DELLA CARITÀ
1° - Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutto il tuo  spirito.
2° - Amerai il prossimo tuo come te stesso.
 

I CINQUE PRECETTI DELLA SANTA CHIESA 
1° - Udire la S. Messa la Domenica e le altre feste comandate
2° - Non mangiar carne nel venerdí e negli altri giorni di astinenza e digiunare nella  Quaresima, nelle Quattro Tempora e nelle 

Vigilie comandate
3° - Confessarsi almeno una volta l'anno e comunicarsi almeno a Pasqua
4° - Pagare le decime secondo l'usanza
5° - Non celebrare le nozze dall'Avvento a tutto il giorno dell'Epifania e dal principio di  Quaresima all'Ottava di Pasqua
 
I SETTE SACRAMENTI
Battesimo; Cresima; Eucaristia; Confessione; Estrema unzione; Ordine; Matrimonio.
 
  

PRATICARE IL BENE

LE TRE VIRTÚ TEOLOGALI
Fede; Speranza; Carità.


LE QUATTRO VIRTÚ CARDINALI
Prudenza; Giustizia; Fortezza; Temperanza.


LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA CORPORALE
Dar da mangiare agli affamati;  cibo
Dar da bere agli assetati;  poto
Vestire gli ignudi;  tego
Alloggiare i pellegrini; colligo
Visitare gli infermi; visito
Visistare i carcerati;  redimo
Seppellire i morti. condo.


LE SETTE OPERE DI MISERICORDIA SPIRITUALE
Consigliare i dubbiosi; consule 
Insegnare agli ignoranti;  consule
Ammonire i peccatori;  castiga
Consolare gli afflitti;  solare
Perdonare le offese;  remitte
Sopportare pazientemente le persone moleste;  fer
Pregare Dio per i vivi e per i morti.  ora.


I SETTE DONI DELLO SPIRITO SANTO
Sapienza; Intelletto; Consiglio; Fortezza; Scienza; Pietà; Timor di Dio.


I TRE CONSIGLI EVANGELICI
Povertà volontaria; Castità perpetua; Ubbidienza intera e continua al direttore spirituale.


LE OTTO BEATITUDINI
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli;
Beati i mansueti, perché possederanno la terra;
Beati quelli che piangono, perché saranno consolati;
Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati
Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
Beati i pacifici, perché saranno chiamati figli di Dio
Beati quelli che soffrono persecuzione per la giustizia, perché di essi è il Regno dei cieli.
 
  

FUGGIRE IL MALE

I SETTE VIZI CAPITALI
Superbia; Avarizia; Lussuria; Ira; Gola; Inviadia; Accidia.

I SEI PECCATI CONTRO LO SPIRITO SANTO
Disperazione della salute; Presunzione di salvarsi senza merito; 
Impugnare la Verità conosciuta; Invidia della grazia altrui; Ostinazione nei peccati; Impenitenza finale.


I QUATTRO PECCATI CHE GRIDANO VENDETTA AL COSPETTO DI DIO
Omicidio volontario; Peccato impuro contro natura;
Oppressione dei poveri; Frode nella mercede agli operai.


CI SI RENDE COLPEVOLI DEI PECCATI ALTRUI 
Consigliando il peccato; Istigando al peccato; Comandando il peccato;  
Acconsentendo al peccato; Permettendo il peccato potendolo impedire;  
Non castigando il peccato avendone il dovere; Lodando il peccato; Difendendo il peccato;  
Partecipando al peccato; Tacendo il peccato quando si ha l'obbligo di denunciarlo.

IL PECCATO 
Può commettersi con pensieri, parole, opere o omissioni; 
Diventa mortale quando ricorre: gravità di materia, piena avvertenza, pieno consenso. 
  
  
PROFESSARE LA FEDE

PER BEN CONFESSARSI 
Orazione: per ottenere la grazia di conoscere e detestare i peccati commessi;
Esame di coscienza: fatto con diligenza;
Dolore per i peccati commessi: interno, soprannaturale, sommo e universale;
Proponimento di non piú peccare: fermo, universale, efficace;
Confessione: breve, intera, umile, sincera, prudente;
Penitenza: intera, devota e pronta.


LE OPERE DELLA PENITENZA
L'orazione; il Digiuno; la Limosina.


PER BEN COMUNICARSI 
Essere in grazia di Dio;  
Essere digiuno dalla mezzanotte;  
Sapere che si va a ricevere il Corpo, il Sangue, l'Anima e la Divinità di N. S. Gesú Cristo;  
Accostarsi con fede e con devozione.

I QUATTRO NOVISSIMI
Morte; Giudizio; Inferno; Paradiso.


ORAZIONI DEL MATTINO
Ti adoro, o mio Dio, e ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio d'avermi creato, redendo, fatto cristiano [e tuo sacerdote e/o religioso] e conservato in questa notte. Ti offro le azioni di questa giornata: fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà, per la maggior tua gloria.

Presérvami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me, con tutti i miei cari e con tutti quelli che mi hai affidato. Amen.

Atto di Fede, Atto di Speranza, Atto di Carità. Pater, Ave, Gloria, Credo, Salve Regina, Angele Dei.


ORAZIONI DELLA SERA
Ti adoro, o mio Dio, e ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio d'avermi creato, redendo, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Dammi la grazia di conoscere i miei peccati e di averne vero dolore. Non la mia, ma la tua volontà sia fatta, o Signore.

 
Atto di Fede, Atto di Speranza, Atto di Carità, Atto di Dolore. Pater, Ave, Gloria, Credo, Salve Regina.


PRATICHE DI DEVOZIONE 
Preghiere del mattino 
Uscendo di casa: Angele Dei 
Incontrando una Croce: Adoramus Te Christe… 
Incontrando un'immagine della SS. Vergine Maria: Ave Maria… 
Entrando in chiesa: A Te mi affido, o Cristo Gesú, mio Salvatore e mio Dio 
Segnandosi con l'acqua benedetta: In Nómine Patris… Mio Dio, per i meriti di Gesú  Cristo, lavami da tutti i miei peccati 
Uscendo dalla chiesa: Conserva, o Signore, nell'anima mia la fede, la speranza e la carità 
Al principio del lavoro: In Nómine Patris… Signore, ti offro questo lavoro, dammi la tua  santa benedizione 
Avanti il pasto: Benedici, o Signore, il cibo che sto per prendere, affinché mi mantenga al  tuo servizio 
Dopo il pasto: Ti ringrazio, o Signore, del cibo che mi hai dato, fai che mi serva per il bene 
Nel conversare: Dio mi vede 
Nelle tentazioni e nei pericoli: Gesú, Giuseppe e Maria, siate la salvezza dell'anima mia 
Quando suona la campana: Un'ora di piú da rendere conto a Dio, un'ora di meno da vivere 
Quando si passa davanti a una chiesa: Ti adoro ogni momento, o Santissimo e  Divinissimo Sacramento 
Quando suona l'Ave Maria, al mattino, a mezzogiorno e alla sera: Angelus Dómini o  Regina Cœli 
In ogni momento: Signore Gesú Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore 
Santo Rosario 
Preghiere della sera

GIACULATORIE
- Dolce cuore di Gesú, fa ch'io t'ami sempre piú
- Dolce cuore di Maria, siate la salvezza dell'anima mia
- O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi.
- Gesú, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima agonia



Mondo, demonio e carne vincerai 
E ad ogni colpa darai bando eterno 
Se alli Novissimi tu penserai: 
Morte, Giudizio, Paradiso, Inferno. 
 

Dio sia benedetto 
Benedetto il suo santo Nome 
Benedetto Gesú Cristo, vero Dio e vero Uomo 
Benedetto il Nome di Gesú 
Benedetto il suo sacratissimo Cuore 
Benedetto Gesú nel santissimo Sacramento dell'altare 
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima 
Benedetta la sua santa e Immacolata Concezione 
Benedetto il Nome di Maria Vergine e Madre


Benedetto il Cuore Immacolato di Maria Santissima 
Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
 


Adorámus Te, Christe, et benedícimus tibi:  
Quia per sànctam Crucem tuam redemísti mundum.

Cor Mariae Immaculatum, intercede pro nobis.
Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis.




mercoledì 10 luglio 2013

Parabola dei dieci comandamenti


Le parabole di Gesù
(040)
Parabola dei dieci comandamenti (452.8 - 452.9 - 452.10)
Un padre di famiglia aveva due figli, ugualmente amati e dei quali egli voleva essere in uguale misura benefattore. Questo padre aveva, oltre alla dimora che erano i figli, dei possessi dove erano grandi tesori nascosti. I figli sapevano di questi tesori ma non sapevano la via per andarvi perchè il padre, per motivi suoi propri, non aveva rivelato ai figli la via per giungervi e ciò per molti e molti anni. Però, ad un certo momento, chiamò i suoi due figli e disse:
"E' bene che ormai voi conosciate dove sono i tesori che il padre vostro a messo da parte per voi, per poterli raggiungere quando io ve lo dirò. Intanto conoscetene la strada e i segnali che ho messo in essa, perchè voi non smarriate la via giusta. Sentitemi dunque. I tesori non sono in pianura dove stagnano le acque, arde il solleone, sciupa la polvere, soffocano gli spini e i triboli, e dove facilmente i ladri possono giungere per derubarvi. I tesori sono in cima a quell'alto monte, alto e scabro. Io li ho collocati là in cima e là vi attendono. Il monte ha più di un sentiero, anzi ha molti sentieri. Ma uno solo è buono. Gli altri, quali finiscono in precipizi, quali in caverne senza uscita, quali in fosse d'acqua melmosa, quali in serpai di vipere, quali in crateri di zolfo acceso, quali contro muraglie insuperabili.
Quello buono, invece, è faticoso, ma giunge alla vetta senza interruzione di precipizi o altri ostacoli. Perchè voi lo possiate riconoscere io ho messo lungo di esso a distanze regolari dieci monumenti di pietra con sopra incise queste tre parole di riconoscimento: <Amore, ubbidienza, vittoria>.
Andate seguendo questo sentiero e raggiungerete il luogo del tesoro. Io, poi, per altra via, nota a me solo, verrò e ve ne aprirò le porte perchè siate felici".
I due figli salutarono il padre che finchè potè essere udito da loro ripetè: "Seguite la via che vi ho detto. E' per il vostro bene. Non lasciatevi tentare dalle altre anche se vi sembrano migliori. Perdereste il tesoro e me con esso..."
Eccoli giunti ai piedi del monte. Un primo monumento era alla base, proprio all'inizio del sentiero che era al centro di una raggiera di sentieri, che salivano alla conquista del monte in ogni senso. I due fratelli iniziarono la salita sul terreno buono. Era ancora molto buono nel primo tempo, benchè senza un filo d'ombra. Dall'alto del cielo il sole vi scendeva a picco inondandolo di luce e di calore. La candida roccia in cui era tagliato, il terso cielo sul loro capo, il caldo sole ad abbraccio delle loro membra: ecco ciò che vedevano e sentivano i fratelli. Ma ancora animati da buona volontà, dal ricordo del padre e delle sue raccomandazioni, salivano gioiosi verso la cima. Ecco un secondo monumento.... e poi ecco il terzo. Il sentiero era sempre più faticoso, solitario, ardente.
Non si vedevano neppur più gli altri sentieri nei quali erano erbe e piante o acque chiare, e soprattuitto salita più dolce perchè meno ripida e tracciata nel suolo non già sulla roccia.
"Nostro padre ci vuol far giungere morti" disse un figlio giungendo al quarto monumento. E cominciò a rallentare il passo. L'altro lo confortò a proseguire dicendo: "Egli ci ama come altri se stessi e più ancora perchè ci ha salvato il tesoro così meravigliosamente. Questo sentiero nella roccia che senza smarrimenti sale dal basso alla cima lo ha scavato lui. Questi monumenti li ha fatti lui per guida nostra. Pensa, fratello mio! Lui, da solo, ha fatto tutto questo, per amore! Per darlo a noi! Per fare che vi giungiamo senza sbaglio possibile e senza pericolo."
Camminarono ancora. Ma i sentieri lasciati a valle ogni tanto si riaccostavano al sentiero nella roccia, e sempre più lo facevano più il monte avvicinandosi alla cima si faceva più stretto nel suo cono. E come erano belli, ombrosi, invitanti...
"Io quasi prendo uno di quelli" disse il malcontento giungendo al sesto monumento. "Tanto anche quello va alla cima".
"Tu non lo puoi dire... Non vedi se sale o se scende.."
"Eccolo lassù!"
"Non sai se è questo. E poi il padre lo ha detto di non lasciare l'onesto sentiero... "
Di male voglia lo svogliato proseguì.
Ecco il settimo monumento: "Oh! io me ne vado proprio":
"Non lo fare, fratello!"
Su per il sentiero veramente difficilissimo, ormai. Ma la cima era ormai prossima.
Ecco l'ottavo monumento e vicino, proprio rasente il sentiero fiorito. "Oh! lo vedi che, se non in linea retta, va proprio su anche questo?"
"Non sai se è quello".
"Si. Lo riconosco."
"Ti inganni".
"No. Io vado".
"Non lo fare. Pensa al padre, ai pericoli, al tesoro".
"Ma vadano in perdita tutti! Che me ne faccio del tesoro se giungo in cima morente? Quale pericolo più grande di questa via? E quale odio più grande di questo del padre che ci ha beffati con questo sentiero per farci morire? Addio. Giungerò prima di te, e vivo..." e si gettò nel sentiero attiguo, scomparendo con una esclamazione di gioia dietro i tronchi che l'ombreggiavano.
L'altro proseguì tristemente... Oh! la via nel suo ultimo tratto era proprio tremenda! Il viandante non ne poteva più. Era come ubriaco di fatica, di sole! Al nono monumento si fermò ansante appoggiandosi alla pietra scolpita e leggendo macchinalmente le parole incise. Vicino era un sentiero d'ombra, d'acque, di fiori.. "Quasi, quasi.... Ma no! No. Lì è scritto, e l'ha scritto mio padre: <Amore, ubbidienza, vittoria>. Devo credere. Al suo amore, alla sua verità, e devo ubbidire per mostrare il mio amore.... Andiamo.... L'amore mi sorregga..."
Ecco il decimo monumento...Il viandante esausto, arso dal sole, camminava curvo come sotto un giogo... Era l'amoroso e santo giogo della fedeltà che è amore, ubbidienza, fortezza, speranza, giustizia prudenza, tutto... Invece di appoggiarsi si gettò seduto a quella larva d'ombra che il monumento faceva al suolo. Si sentiva morire.... Dal sentiero accosto veniva un rumore di ruscelli e odor di bosco... " Padre, padre, aiutami col tuo spirito, nella tentazione.... aiutami a essere fedele sino alla fine!"
Da lontano, ridente, la voce del fratello: "Vieni, ti aspetto. Qui è un eden... Vieni..."
"Se andassi?..." e gridando forte: Si sale proprio alla vetta?"
"Si, vieni. C'è una galleria fresca che porta su. Vieni! La vedo già, la vetta, oltre la galleria nel masso..."
"Vado? Non vado? Chi mi soccorre? Vado..." Puntò le mani per rialzarsi e mentre lo faceva notò che le parole scolpite non erano più sicure come quelle del primo monumento: "Ogni monumento, le parole erano più leggere... come se il padre mio, spossato, avesse faticato ad inciderle. E... guarda! .... Anche qui quel segno rosso bruno che già era visibile al quinto monumento.... Solo che qui esso empie il cavo di ogni parola ed è scolato fuori, rigando il masso come di lacrime scure, come... di sangue..."
Grattò col dito là dove era una macchia vasta quanto due mani. E la macchia si sfarinò lasciando scoperte, fresche, queste parole: "Così vi ho amato. Sino a spargere il sangue per condurvi al Tesoro".
"Oh! oh! Padre mio! E io potevo pensare a non fare il tuo comando?! Perdono, padre mio! Perdono". Il figlio pianse contro il masso, e il sangue che empiva le parole si rifece fresco splendendo come rubino, e le lacrime furono cibo e bevanda al figlio buono, e forza.... Si alzò... per amore chiamò il fratello, forte, forte... Voleva dirgli la sua scoperta... l'amore del padre, dirgli: "Torna". Nessuno rispose...
Il giovane riprese l'andare, quasi a ginocchi sulla pietra rovente, perchè era proprio sfinito nella carne dalla fatica, ma lo spirito era sereno. Ecco la vetta... E là ecco il padre.
"Padre mio!"
"Figlio diletto!"
Il giovane si abbandonò sul petto paterno, il padre lo accolse coprendolo di baci.
"Sei solo?"
"Sì... Ma presto giungerà il fratello..."
"No. Non giungerà più. Ha lasciato la via dei dieci monumenti. Non vi è tornato dopo i primi disinganni ammonitori. Vuoi vederlo? Eccolo là. Nel baratro di fuoco... E' stato pertinace nella colpa. Lo avrei ancora perdonato e atteso se, dopo aver conosciuto l'errore, fosse tornato sui suoi passi e, sebbene con ritardo, fosse passato per dove l'amore è passato per primo soffrendo sino a spargere il suo sangue migliore, la parte più cara di se stesso per voi."
"Egli non sapeva..."
"Se egli avesse guardato con amore le parole scolpite nei dieci monumenti avrebbe letto il loro vero significato. Tu lo hai letto sin dal quinto monumento e lo hai fatto notare all'altro dicendo: <Il padre qui deve essersi ferito!> e lo hai letto nel sesto, settimo, ottavo, nono... sempre più chiaro, sinchè hai avuto l'istinto di scoprire ciò che era sotto il sangue mio. Sai il nome di quell'istinto? <Tua vera unione con me>. Le fibre del tuo cuore, fuse alle mie fibre, hanno trasalito, e ti hanno detto: <Qui avrai la misura di come ti ama il padre!>. Ora entra nel possesso del Tesoro e di me stesso, tu, amoroso, ubbidiente, vittorioso in eterno."

lunedì 17 giugno 2013

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Benedetto XVI: il contenuto del nostro grande «sì», si esprime nei dieci Comandamenti, che non sono un pacco di proibizioni, di «no», ma presentano in realtà una grande visione di vita. Sono un «sì» a un Dio che dà senso al vivere (i tre primi comandamenti); «sì» alla famiglia (quarto comandamento); «sì» alla vita (quinto comandamento); «sì» all'amore responsabile (sesto comandamento); «sì» alla solidarietà, alla responsabilità sociale, alla giustizia (settimo comandamento); «sì» alla verità (ottavo comandamento), «sì» al rispetto dell’altro e di ciò che gli è proprio (nono e decimo comandamento)



SANTA MESSA NELLA CAPPELLA SISTINA E AMMINISTRAZIONE DEL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI


Cari genitori, padrini e madrine,
Cari fratelli e sorelle!



Che cosa succede nel Battesimo? Che cosa ci si aspetta dal Battesimo? Voi avete dato una risposta sulla soglia di questa Cappella: aspettiamo per i nostri bambini la vita eterna. Questo è lo scopo del Battesimo. Ma, come può essere realizzato? Come il Battesimo può dare la vita eterna? Che cosa è la vita eterna?


Si potrebbe dire con parole più semplici: aspettiamo per questi nostri bambini una vita buona; la vera vita; la felicità anche in un futuro ancora sconosciuto. Noi non siamo in grado di assicurare questo dono per tutto l'arco del futuro sconosciuto e, perciò, ci rivolgiamo al Signore per ottenere da Lui questo dono.


Alla domanda: «Come accadrà questo?» possiamo dare due risposte. La prima: nel Battesimo ciascun bambino viene inserito in una compagnia di amici che non lo abbandonerà mai nella vita e nella morte, perché questa compagnia di amici è la famiglia di Dio, che porta in sé la promessa dell'eternità. Questa compagnia di amici, questa famiglia di Dio, nella quale adesso il bambino viene inserito, lo accompagnerà sempre anche nei giorni della sofferenza, nelle notti oscure della vita; gli darà consolazione, conforto, luce. Questa compagnia, questa famiglia gli darà parole di vita eterna. Parole di luce che rispondono alle grandi sfide della vita e danno l'indicazione giusta circa la strada da prendere. Questa compagnia offre al bambino consolazione e conforto, l'amore di Dio anche sulla soglia della morte, nella valle oscura della morte. Gli darà amicizia, gli darà vita. E questa compagnia, assolutamente affidabile, non scomparirà mai. 
Nessuno di noi sa che cosa succederà nel nostro pianeta, nella nostra Europa, nei prossimi cinquanta, sessanta, settanta anni. Ma, su un punto siamo sicuri: la famiglia di Dio sarà sempre presente e chi appartiene a questa famiglia non sarà mai solo, avrà sempre l'amicizia sicura di Colui che è la vita.



E così siamo arrivati alla seconda risposta. Questa famiglia di Dio, questa compagnia di amici è eterna, perché è comunione con Colui che ha vinto la morte, che ha in mano le chiavi della vita. Essere nella compagnia, nella famiglia di Dio, significa essere in comunione con Cristo, che è vita e dà amore eterno oltre la morte. E se possiamo dire che amore e verità sono fonte di vita, sono la vita - e una vita senza amore non è vita - possiamo dire che questa compagnia con Colui che è vita realmente, con Colui che è il Sacramento della vita, risponderà alla vostra aspettativa, alla vostra speranza.





Sì, il Battesimo inserisce nella comunione con Cristo e così dà vita, la vita. Abbiamo così interpretato il primo dialogo che abbiamo avuto qui, sulla soglia della Cappella Sistina. Adesso, dopo la benedizione dell'acqua, seguirà un secondo dialogo di grande importanza. Il contenuto è questo: il Battesimo — come abbiamo visto — è un dono; il dono della vita. Ma un dono deve essere accolto, deve essere vissuto. Un dono di amicizia implica un «sì» all'amico e implica un «no» a quanto non è compatibile con questa amicizia, a quanto è incompatibile con la vita della famiglia di Dio, con la vita vera in Cristo. E così, in questo secondo dialogo, vengono pronunciati tre «no» e tre «sì». Si dice «no» e si rinuncia alle tentazioni, al peccato, al diavolo. Queste cose le conosciamo bene, ma forse proprio perché le abbiamo sentite troppe volte, queste parole non ci dicono tanto. Allora dobbiamo un po' approfondire i contenuti di questi «no». A che cosa diciamo «no»?. Solo così possiamo capire a che cosa vogliamo dire «sì».


Nella Chiesa antica questi «no» erano riassunti in una parola che per gli uomini di quel tempo era ben comprensibile: si rinuncia — così si diceva — alla «pompa diabuli», cioè alla promessa di vita in abbondanza, di quell'apparenza di vita che sembrava venire dal mondo pagano, dalle sue libertà, dal suo modo di vivere solo secondo ciò che piaceva. 


Era quindi un «no» ad una cultura apparentemente di abbondanza di vita, ma che in realtà era una «anticultura» della morte. Era il «no» a quegli spettacoli dove  la morte, la crudeltà, la violenza erano diventati divertimento. Pensiamo a quanto si realizzava nel Colosseo o qui, nei giardini  di Nerone, dove gli uomini erano accesi come torce viventi. La crudeltà e la violenza erano divenuti un motivo di divertimento, una vera perversione della gioia, del vero senso della vita. Questa «pompa diabuli», questa «anticultura» della morte era una perversione della gioia, era amore della menzogna, della truffa, era abuso del corpo come merce e come commercio.


E se adesso riflettiamo, possiamo dire che anche nel nostro tempo è necessario dire un «no» alla cultura ampiamente dominante della morte. Un’«anticultura» che si manifesta, per esempio, nella droga, nella fuga dal reale verso l’illusorio, verso una felicità falsa che si esprime nella menzogna, nella truffa, nell’ingiustizia, nel disprezzo dell’altro, della solidarietà, della responsabilità per i poveri e per i sofferenti; che si esprime in una sessualità che diventa puro  divertimento senza responsabilità, che diventa una «cosificazione» - per così dire - dell’uomo, che non è più considerato persona, degno di un amore personale che esige fedeltà, ma  diventa merce, un mero oggetto. A questa promessa di apparente felicità, a questa «pompa» di una vita apparente che in realtà è solo strumento di morte, a questa «anticultura» diciamo «no», per coltivare la cultura della vita. Per questo il «sì» cristiano, dai tempi antichi fino ad oggi, è un grande «sì» alla vita. Questo è il nostro «sì» a Cristo, il «sì» al vincitore della morte e il «sì» alla vita nel tempo e nell’eternità.


Come in questo dialogo battesimale il «no» è articolato in tre rinunce, così anche il «sì» è articolato in tre adesioni: «sì» al Dio vivente, cioè a un Dio creatore, ad una ragione creatrice che dà senso al cosmo e alla nostra vita; «sì» a Cristo, cioè a un Dio che non è rimasto nascosto ma che ha un nome, che ha parole, che ha corpo e sangue; a un Dio concreto che ci dà la vita e ci mostra la strada della vita; «sì» alla comunione della Chiesa, nella quale Cristo è il Dio vivente, che entra nel nostro tempo, entra nella nostra professione, entra nella vita di ogni giorno.


Potremmo anche dire che il volto di Dio, il contenuto di questa cultura della vita, il contenuto del nostro grande «sì», si esprime nei dieci Comandamenti, che non sono un pacco di proibizioni, di «no», ma presentano in realtà una grande visione di vita. Sono un «sì» a un Dio che dà senso al vivere (i tre primi comandamenti); «sì» alla famiglia (quarto comandamento); «sì» alla vita (quinto comandamento); «sì» all'amore responsabile (sesto comandamento); «sì» alla solidarietà, alla responsabilità sociale, alla giustizia (settimo comandamento); «sì» alla verità (ottavo comandamento), «sì» al rispetto dell’altro e di ciò che gli è proprio (nono e decimo comandamento). 



Questa è la filosofia della vita, è la cultura della vita, che diviene concreta e praticabile e bella nella comunione con Cristo, il Dio vivente, che cammina con noi nella compagnia dei suoi amici, nella grande famiglia della Chiesa. Il Battesimo è dono di vita. È un «sì» alla sfida di vivere veramente la vita, dicendo il «no» all'attacco della morte che si presenta con la maschera della vita; ed è «sì» al grande dono della vera vita, che si è fatta presente nel volto di Cristo, il quale si dona a noi nel Battesimo e poi nell'Eucaristia.


Questo ho detto come breve commento alle parole che nel dialogo battesimale interpretano quanto si realizza in questo Sacramento. Oltre alle parole, abbiamo i gesti ed i simboli, ma sarò molto breve nell'indicarli. Il primo gesto lo abbiamo già compiuto: è il segno della croce, che ci viene dato come scudo che deve proteggere questo bambino nella sua vita;  è come un «indicatore» per la strada della vita, perché la croce è il riassunto della vita di Gesù. Poi vi sono gli elementi: l'acqua, l'unzione con l'olio, il vestito bianco e la fiamma della candela. L'acqua è simbolo della vita: il Battesimo è vita nuova in Cristo. L'olio è simbolo della forza, della salute, della bellezza, perché realmente è bello vivere in comunione con Cristo. Poi il vestito bianco, come espressione della cultura della bellezza, della cultura della vita. Ed infine la fiamma della candela, come espressione della verità che  risplende nelle oscurità della storia e ci indica chi siamo, da dove veniamo e dove dobbiamo andare.


Cari padrini e madrine, cari genitori, cari fratelli, ringraziamo in questo giorno il Signore, perché Dio non si nasconde dietro le nuvole del mistero impenetrabile, ma, come ha detto il Vangelo di oggi, ha aperto i cieli, si è mostrato, parla con noi ed è con noi; vive con noi e ci guida nella nostra vita. Ringraziamo il Signore per questo dono e preghiamo per i nostri bambini, perché abbiano realmente la vita, quella vera, la vita eterna. Amen.

Cappella Sistina
Festa del Battesimo del Signore, 8 gennaio 2006


© Copyright 2006 - Libreria Editrice Vaticana


Vita dolcezza speranza nostra,
salve!

sabato 8 giugno 2013

Terribile vizio

Cor Mariae Immaculatum
intercede pro nobis

Nella Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù il Celebrante nell'omelia ha detto che  Gesù oggi viene ancora vilipeso, flagellato e ferito nel suo corpo mistico. 
Quel che fa soffrire il suo Cuore divino è l'atteggiamento permissivo tenuto da tanti Sacerdoti e da alcuni Vescovi, che giustificano anche i più gravi atti di impurità.  
...Ma come si fa ad accogliere all'altare tanti poveri figli, consumati da questo terribile vizio, ed incoraggiarli pubblicamente a proseguire sulla strada del peccato impuro contro natura?

Gli atti impuri contro natura sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio.
Questi peccati attirano su di noi e sulle nostre nazioni le fiamme della Giustizia di Dio.

E' giunto il tempo di proclamare a tutti, con chiarezza e con coraggio, che il sesto comandamento dato da Dio a Mosè: <<non commettere atti impuri>>, ha ancora tutto il suo valore e deve essere osservato anche da questa generazione corrotta e pervertita.

OGNI PASTORE che , in qualsiasi maniera, giustificasse questi peccati, attira sulla sua persona e sulla sua vita il fuoco ardente della divina giustizia.
La coppa della iniquità è ormai colma, stracolma e trabocca da ogni parte.

E' urgente pertanto moltiplicare ardenti preghiere riparatrici, e offrire al Cuore Immacolato di Maria e al SS. Cuore di Gesù le nostre vite, profumate dalla virtù della purezza.
... Il mondo presto tornerà ad essere un nuovo giardino di luce, di purezza e di santità. 
S. Giacinta prega per noi

martedì 15 gennaio 2013

Dio ha scritto le Sue Leggi nel vostro cuore, le ha scritte col Suo Dito; seguitele con gioia ed Egli, Gesù, benedirà la vostra vita.




Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi

05.01.13


Eletti, amici cari, in Me vivete, con Me raccogliete. Per Me operate con fedeltà ed avrete il premio che spetta agli amici cari del Mio Cuore.



Sposa amata, hai compreso le Mie Parole?

Mi dici: “Dolce Amore, alla Tua Luce tutto mi è chiaro: ciò che dici, ciò che fai, ciò che programmi. Noi, Tuoi piccoli più piccoli, raccogliamo con Te perché Tu ci permetti di costruire; infatti, un giorno dicesTi: “Chi non raccoglie con Me, Gesù, disperde.” Noi, Dolce Gesù, vogliamo essere costruttori, ma non potremmo esserlo senza il Tuo Aiuto. Vuoi che noi operiamo con fedeltà per poterci tenere sempre stretti a Te, al Tuo Cuore, meraviglioso, perché questo è il premio che Tu Gesù vuoi dare: tenerci per sempre vicino a Te nell’eternità! Penso con gioia al Tuo Progetto, Gesù, che è per ogni uomo. Tu gli dici: “Vuoi che Io realizzi in te il Mio Progetto?” Queste Parole dici ed attendi la risposta. Spesso, Dolce Amore, devi attendere a lungo, perché trovi l’uomo distratto; ma, quando la risposta è sì, Tu, Gesù, entri in un cuore e fai cose stupende!”

Sposa cara, voglio, infatti, per Me tutti i cuori non per avere, ma per dare. Pensi che Io, Io, Dio, abbia bisogno di qualcosa? No, certo, piccola Mia. No, certo; ma voglio dare all’uomo il Mio Tutto, prima sulla terra e, poi, in Cielo, ripristinando il Progetto fatto agli albori della storia.

Mi dici: “Dolce Amore, ho capito che tale e quale mai più sarà, perché allora non c’erano il dolore e la morte; l’uomo viveva beato sulla terra, sotto il Tuo Sguardo amoroso e, poi, senza passare per la morte, entrava nel Cielo per goderne le Delizie.”

Piccola sposa, nessuno deve vedere la morte con terrore, ma deve capire che essa apre un’altra fase della vita: è una porta che apre un mondo nuovo che sarà come l’ha preparato durante l’esistenza terrena. Sposa amata, com’è importante anche un solo giorno di vita! L’hanno compreso gli uomini della terra?

Mi dici con tristezza: “Temo che ben pochi l’abbiano compreso; nel terzo millennio l’uomo vive come se mai dovesse morire e lascia passare, incostruttivo, il prezioso tempo. Ogni giorno dovrebbe essere costruttivo per il Tuo Regno, ma, spesso, non lo è affatto, perché l’uomo si lascia prendere dalle cose vane e dimentica quelle essenziali per la sua salvezza. Dolce Amore, ecco che Tu, con Tenerezza, vuoi il suo risveglio e spesso usi le prove che sono secondo il bisogno. Dolce Amore, c’è un lamento generale sulla terra, per le prove di purificazione. Non si è compreso che, senza di queste, la salvezza sarebbe di ben pochi, di un numero molto esiguo.”

Sposa cara, bene hai parlato, le prove, anche dure, preparano la salvezza delle anime. Esse sono sempre proporzionate alle forze: nessuno mai è stato provato al di sopra delle sue forze e mai lo sarà. Piccola sposa, porta al mondo il Mio Messaggio d’Amore: ognuno accolga la prova come una grande Grazia e la sopporti, benedicendoMicol cuore e con la mente; se farà questo, ogni prova dura diverrà più blanda e la gioia non cesserà di scorrere nei cuori.

Mi dici: “Dolce Amore, sono pochi quelli che capiscono che la prova è grande Grazia. Vorrei che tutti lo capissero e che Ti benedicessero per tutto ciò che fai, che permetti, che progetti. Se così facessero, subito, gli uomini della terra, certo, in essa scorrerebbero latte e miele e tutti sarebbero felici. Gesù, adorato Signore, Ti benedico per il Tuo Progetto, per ogni Tuo Progetto che scaturisce dal Tuo Cuore meraviglioso, tutto Amore, solo Amore, sempre Amore!”

Sposa amata, beato chi ha orecchi per intendere le Mie Parole per poi viverle ogni giorno. Resta, felice, in Me. Godi le Delizie del Mio Amore. Ti amo.
                                                                                  Vi amo.

                                                                                              Gesù





05.01.13


La Mamma parla agli eletti



Figli amati e tanto cari, Dio ha scritto le Sue Leggi nel vostro cuore, le ha scritte col Suo Dito; seguitele con gioia ed Egli, Gesù, benedirà la vostra vita. Sono con voi per aiutarvi, perché vi amo immensamente. Insieme, uniamo i cuori per l’adorazione a Gesù.
Ti amo, angelo Mio.

                                                                                              Maria Santissima

AVE MARIA!

lunedì 18 luglio 2011

"Neppure una virgola tralasciate"




03.07.11


La Mamma parla agli eletti



Figli cari e tanto amati, vivete ogni giorno come se fosse l’ultimo della vostra vita, vivetelo pensando all’eternità. Non sprecate un solo giorno in vanità e stoltezze, capite che ciò che avete perso mai più potete recuperarlo

Dio vi vuole dare tutto non solo alla fine, nel Paradiso, ma anche un anticipo sulla terra. Volete, figli del mondo, un anticipo di Paradiso sulla terra? Fate con gioia la Volontà di Dio, fate le scelte secondo il Suo Cuore. 

Prima di ogni scelta dite: “Piace a Gesù ciò che mi accingo a fare?” Se il cuore risponde sì, fatelo, ma se esso non dà questa risposta, rinunciate. 

Figli amati, sempre è stato molto importante fare delle buone scelte, ma nel presente esse sono più che mai significative

Figli cari, Dio sia al primo posto nella vostra vita, sia nel pensiero, nel sentimento, nel palpito dell’anima, non mettete nulla al di sopra, ma ogni cosa al di sotto. 

Figli amati, in questi anni vi ho ripetuto sempre le stesse cose, come fa il maestro che insiste su ciò che è importante sapere. Non pensate che Mi sia stancata, la Madre del Cielo non si stanca mai di aiutare i figli perché è Immenso l’Amore che ha per ognuno di loro.

 Figli cari, siate docili ed obbedienti a Dio per avere tutto, non pensate ad altro che a fare ciò che a Dio è gradito.

 

Il Cuore meraviglioso di Mio Figlio vuole ciascuno di voi, non c’è per Lui distinzione di razza o colore di pelle, tutti siete immensamente amati e creati per Amore. 

Figli cari, Dio ha voluto espandere il Suo Amore su di voi e vuole continuare a farlo, ma spesso vi vedo chiusi al Suo fiume d’Amore, non volete accoglierlo. 

Non sia più così, con Gesù la vita diviene un volo piano e soave verso un’eternità felice, ma senza di Lui, figli amati, la vita diviene un duro calvario che si conclude con la più grande rovina. Figli del mondo, le Leggi di Dio sono scritte a lettere di fuoco indelebili nel vostro cuore: seguitele tutte, chi ne tralascia solo una è come se le tralasciasse tutte. 

Capite bene le Mie Parole, neppure una virgola tralasciate. 

La Madre del Cielo è con voi, in modo speciale, perché nel mondo sono presenti grandi pericoli più che nel passato. 

Figli cari, vi voglio salvare tutti, proprio tutti. 

Venite a Me, le Mie Braccia aperte vogliono accogliervi perché siate felici. 

Vi conduco ad uno ad uno al Mio Gesù, vi orno per essere degni di comparire al Suo Cospetto, come faceva la madre della terra quando vi preparava per una festa. Figli amati, lasciatevi preparare, ornare, curare, questo voglio fare per tutti voi, per ciascuno di voi.


Mi dice la piccola figlia: 

“Madre cara, vogliamo essere belli, ornati, pronti per comparire davanti a Gesù Che desideriamo adorare giorno e notte fino all’ultimo giorno della nostra vita terrena, per poi continuare a farlo con Te, Dolce Tesoro, nell’eternità.”

Figli amati, questo è il più bel desiderio che Mi riempie il Cuore di viva Gioia.
Insieme adoriamo, adoriamo, adoriamo! Vi amo tutti.
Ti amo, angelo Mio.

                                                                                              Maria Santissima



Opera scritta dalla Divina Sapienza per gli eletti degli ultimi tempi



AMDG et BVM