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giovedì 18 settembre 2014

Come pietre miliari le seguenti parole del Sommo Pontefice Benedetto XVI



Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici. Nella Chiesa, la Sacra Scrittura, la cui comprensione cresce sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, e il ministero dell’interpretazione autentica, conferito agli apostoli, appartengono l’una all’altro in modo indissolubile. Dove la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa, cade in preda alle dispute degli esperti. 

Certamente, tutto ciò che essi hanno da dirci è importante e prezioso; il lavoro dei sapienti ci è di notevole aiuto per poter comprendere quel processo vivente con cui è cresciuta la Scrittura e capire così la sua ricchezza storica. 
Ma la scienza da sola non può fornirci una interpretazione definitiva e vincolante; non è in grado di darci, nell’interpretazione, quella certezza con cui possiamo vivere e per cui possiamo anche morire. Per questo occorre un mandato più grande, che non può scaturire dalle sole capacità umane. Per questo occorre la voce della Chiesa viva, di quella Chiesa affidata a Pietro e al collegio degli apostoli fino alla fine dei tempi.


Questa potestà di insegnamento spaventa tanti uomini dentro e fuori della Chiesa. Si chiedono se essa non minacci la libertà di coscienza, se non sia una presunzione contrapposta alla libertà di pensiero. Non è così. Il potere conferito da Cristo a Pietro e ai suoi successori è, in senso assoluto, un mandato per servire. 

La potestà di insegnare, nella Chiesa, comporta un impegno a servizio dell’obbedienza alla fede. 

Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. 

Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. 

Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo. 

Lo fece Papa Giovanni Paolo II, quando, davanti a tutti i tentativi, apparentemente benevoli verso l’uomo, di fronte alle errate interpretazioni della libertà, sottolineò in modo inequivocabile l’inviolabilità dell’essere umano, l’inviolabilità della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale. La libertà di uccidere non è una vera libertà, ma è una tirannia che riduce l’essere umano in schiavitù. 

Il Papa è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode.

CUORE IMMACOLATO DI MARIA
 fiducia, salvezza, vittoria
e gioia mia!
Dacci il Tuo Cuore Mamma
per amare Gesù come L'ami Tu!"

AMDG et DVM

lunedì 10 febbraio 2014

FESTA DELLA MADONNA DI LOURDES: IL PROFUMO DELLA VOSTRA PUREZZA

11 febbraio 1976. Festa della Madonna di Lourdes.
Il profumo della vostra purezza.



«Oggi, figli miei prediletti, accolgo con gioia il profumo della vostra 
purezza e lo depongo sul mio Cuore Immacolato per offrirlo a Dio in 
segno di riparazione.
Quanto fango sommerge questa povera umanità, da Me invitata a 
liberarsi dal peccato: "Venite a bere di questa mia acqua; venite a lavarvi 
alla fontana!".
Vedete come, ogni giorno, molti miei figli restano contaminati da questo 
fango, che sempre più dilaga e che porta alla morte un numero sterminato 
di anime? Come possono salvarsi da questa ondata di fango anche tanti miei 
poveri figli Sacerdoti?
Io sono l'Immacolata: Io sono la purezza.
Rifugiatevi nel mio Cuore Immacolato.
Anche se l'ambiente in cui vivete diventerà sempre più sommerso da 
questa impurità, voi sentirete solo il mio profumo di Cielo.
Sono discesa dal Cielo per fare di voi, figli consacrati al mio Cuore, 
il mio cielo quaggiù. In voi si riflette la mia Luce. Così tante anime, per mezzo 
vostro, saranno ancora attirate dal mio candore e diffonderanno il profumo 
di questa mia virtù.
Il Papa vi ha dato il segnale di questa morale riscossa.
Ascoltatelo. Difendetelo. Consolatelo.
L'oltraggio che in questi giorni è stato fatto alla Sua Persona e le 
ingiurie che sempre più aumentano verso di Lui, tanto addolorano il mio 
Cuore di Mamma. [Fu a causa della Dichiarazione "Persona Humana" su 
alcuni punti di etica sessuale]Fino ai suoi piedi è giunta questa ondata di fango. 
Ma voi fate argine ai piedi del Pastore angelico, del dolce Cristo in terra.
Per mio speciale intervento e per mezzo di voi questa ondata diabolica 
di ribellione e di fango, scatenata contro il Papa, ai suoi piedi si fermerà. 
E a tutti apparirà intatta la grandezza della sua candida Persona».


AVE GRATIA PLENA! DEUS TECUM!

venerdì 6 dicembre 2013

Questo fango porta alla morte un numero sterminato di anime - 9 -


Nella vigilia della solennità dell'Immacolata , 
nonché nel primo sabato del mese,  
meditiamo un messaggio del MSM:

Il profumo della vostra purezza.

«Oggi, figli miei prediletti, accolgo con gioia il profumo della vostra purezza 
e lo depongo sul mio Cuore Immacolato per offrirlo a Dio in segno di riparazione.
Quanto fango sommerge questa povera umanità, da Me invitata a liberarsi dal 
peccato: "Venite a bere di questa mia acqua; venite a lavarvi alla fontana!".
Vedete come, ogni giorno, molti miei figli restano contaminati da questo fango, 
che sempre più dilaga e che porta alla morte un numero sterminato di anime? Come 
possono salvarsi da questa ondata di fango anche tanti miei poveri figli Sacerdoti?

Io sono l'Immacolata: Io sono la purezza.

Rifugiatevi nel mio Cuore Immacolato.

Anche se l'ambiente in cui vivete diventerà sempre più sommerso da questa 
impurità, voi sentirete solo il mio profumo di Cielo.
Sono discesa dal Cielo per fare di voi, figli consacrati al mio Cuore, il mio 
cielo quaggiù. In voi si riflette la mia Luce. Così tante anime, per mezzo vostro, 
saranno ancora attirate dal mio candore e diffonderanno il profumo di questa mia virtù.

Il Papa (Paolo VI) vi ha dato il segnale di questa morale riscossa.
Ascoltatelo. Difendetelo. Consolatelo.
L'oltraggio che in questi giorni è stato fatto alla Sua Persona e le ingiurie che 
sempre più aumentano verso di Lui, tanto addolorano il mio Cuore di Mamma.
Fino ai suoi piedi è giunta questa ondata di fango. Ma voi fate argine ai piedi 
del Pastore angelico, del dolce Cristo in terra.
Per mio speciale intervento e per mezzo di voi questa ondata diabolica di 
ribellione e di fango, scatenata contro il Papa, ai suoi piedi si fermerà. E a tutti 
apparirà intatta la grandezza della sua candida Persona».

(11 febbraio 1976. Festa della Madonna di Lourdes.)




mercoledì 19 giugno 2013

Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».


"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta



Domenica 23 Guigno 2013, XII Domenica delle ferie delle ferie del Tempo Ordinario - Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 9,18-24.
Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?».
Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto».
Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio».
Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno.
«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno».
Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua.
Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà.
Traduzione liturgica della Bibbia


Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta : Volume 5 Capitolo 343 pagina 309.



1La pianura fiancheggia il Giordano prima che questo si getti nel lago di Merom. Una bella pianura su cui di giorno in giorno crescono più rigogliosi i cereali e s’infiorano gli alberi da frutto. I colli oltre i quali è Cedes sono ora alle spalle dei pellegrini, che infreddoliti camminano lesti nelle prime luci del giorno, guardando con desiderio il sole che ascende e cercandolo non appena il suo raggio tocca i prati e carezza le fronde. Devono aver dormito all’aperto, al massimo in un pagliaio, perché le vesti sono sgualcite e conservano festuche di paglia e foglie secche che essi si vanno levando man mano che le scoprono nella luce più forte.
Il fiume si annuncia per il suo fruscio, che pare forte nel silenzio mattutino della campagna e per una folta riga di alberi delle foglie novelle, che tremolano alla lieve brezza del mattino. Ma ancora non si vede, sprofondato come è nella pianura piatta. Quando le acque azzurre, ingrossate da numerosi torrentelli che scendono dai colli occidentali, si vedono luccicare fra il verde novello delle sponde, si è quasi sulla riva.
«Facciamo la riva fino al ponte, oppure passiamo il fiume qui?» chiedono a Gesù che era solo, meditabondo, e che si è fermato ad attenderli.
«Vedete se c’è barca per passare. È meglio andare di qui...».
«Sì. Al ponte che è proprio sulla via di Cesarea Paneade potremmo incontrare da capo qualcuno messo sulle tracce» osserva Bartolomeo accigliato, guardando Giuda.
«No. Non mi guardare male. Io non sapevo di venire qui e non ho detto nulla. Era facile capire che da Safet Gesù sarebbe andato alle tombe dei rabbi e a Cédès. Ma mai avrei pensato volesse spingersi fino alla capitale di Filippo. Perciò essi lo ignorano. E non li troveremo per mia colpa né per loro volontà. A meno che non abbiano Belzebù che li conduce» dice calmo e umile l’Iscariota.
«Questo è bene. Perché con certa gente… Bisogna avere occhio e misurare le parole, non lasciare indizi dei nostri progetti. Stare attenti a tutto si deve. Altrimenti la nostra evangelizzazione si tramuterà in perpetua fuga» ribatte Bartolomeo.


Tornano Giovanni e Andrea. Dicono: «Abbiamo trovato due barche. Ci passano per una dramma a barca. Scendiamo sull’argine».
E nelle due barchette, in due riprese, passano sull’altra sponda. La pianura piatta e fertile, li accoglie anche qui. Una pianura fertile, ma poco popolata. Solo i contadini che la coltivano hanno casa in essa.
2«Uhm! Come faremo per il pane? Io ho fame… E qui… non ci sono neppure le spighe filistee… Erba e foglie, foglie e fiori. Non sono una pecorella né un’ape» mormora Pietro ai compagni, che sorridono all’osservazione.
Giuda Taddeo si volta - era un poco più avanti - e dice: «Compreremo pane al primo paese».
«Sempre che non ci facciano fuggire» termina Giacomo di Zebedeo.


«Guardatevi, voi che dite di stare attenti a tutto, dal prendere il lievito dei farisei e dei sadducei. Mi sembra che lo stiate facendo, senza riflettere a ciò che fate di male. State attenti! Guardatevi!» dice Gesù.


Gli apostoli si guardano l’un l’altro e bisbigliano: «Ma che dice? Il pane ce lo ha dato quella donna del sordomuto e l’oste di Cedes. E questo è ancora qui. L’unico che abbiamo. Né sappiamo se potremo trovarne da prendere per la nostra fame. Come dunque dice che comperiamo da sadducei e farisei pane col loro lievito? Forse non vuole che si comperi in questi paesi...».


Gesù, che era di nuovo avanti tutto solo, torna a voltarsi.
«Perché avete paura di rimanere senza pane per la vostra fame? Anche se tutti qui fossero sadducei e farisei, non rimarreste senza cibo per il mio consiglio. Non è di quel lievito che è nel pane che Io parlo. Perciò potrete comperare dove vi pare il pane per i vostri ventri. E se nessuno ve lo volesse vendere, non rimarreste senza pane lo stesso. Non vi ricordate dei cinque pani con cui si sfamarono cinquemila persone? Non vi ricordate che ne raccoglieste dodici panieri colmi di avanzi? Potrei fare per voi, che siete dodici e avete un pane, ciò che feci per cinquemila con cinque pani. Non capite a quale lievito alludo? A quello che gonfia nel cuore dei farisei, sadducei e dottori, contro di Me. È odio, quello. Ed è eresia. Ora voi state andando verso l’odio come fosse entrato in voi parte del lievito farisaico. Non si deve odiare neppure chi ci è nemico. Non aprite neppure uno spiraglio a ciò che non è Dio. Dietro al primo entrerebbero altri elementi contrari a Dio. Talora, per troppo volere combattere con armi uguali i nemici, si finisce a perire o a essere vinti. E, vinti che siate, potreste per contatto assorbire le loro dottrine. No. Abbiate carità e riservatezza. Voi non avete in voi ancora tanto da poterle combattere, queste dottrine, senza esserne infettati. Perché alcuni elementi di esse li avete pure voi. E l’astio per loro ne è uno. Ancora vi dico che essi potrebbero cambiare metodo per sedurvi e levarvi a Me, usandovi mille gentilezze, mostrandosi pentiti, desiderosi di fare la pace. Non dovete sfuggirli. Ma quando essi cercheranno di darvi le loro dottrine, sappiate non accoglierle. Ecco quale è il lievito di cui parlo. Il malanimo che è contro l’amore e le false dottrine. Vi dico: siate prudenti».


3«Quel segno che i farisei chiedevano ieri era “lievito”, Maestro?» chiede Tommaso.
«Era lievito e veleno».
«Hai fatto bene a non darglielo».
«Ma glielo darò un giorno».
«Quando? Quando?» chiedono curiosi.
«Un giorno...».
«E che segno è? Non lo dici nemmeno a noi, tuoi apostoli? Perché lo si possa riconoscere subito» chiede voglioso Pietro.
«Voi non dovreste avere bisogno di un segno».
«Oh! non per poter credere in Te! Non siamo la gente che ha molti pensieri, noi. Noi ne abbiamo uno solo: amare Te» dice veementemente Giacomo di Zebedeo.


Ma la gente, voi che l’avvicinate, così alla buona, più di Me, e senza la soggezione che Io posso incutere, chi dice che Io sia? E come definisce il Figlio dell’uomo?».
«Chi dice che Tu sei Gesù, ossia il Cristo, e sono i migliori. Gli altri ti dicono Profeta, altri solo Rabbi, e altri, Tu la sai, ti dicono pazzo e indemoniato».
«Qualcuno però usa per Te il nome stesso che Tu ti dai, e ti dice “Figlio dell’uomo”».
«E alcuni anche dicono che ciò non può essere, perché il Figlio dell’uomo è ben altra cosa. Né è sempre negazione, questa. Perché in fondo essi ammettono che Tu sei da più del Figlio dell’uomo: sei il Figlio di Dio. Altri invece dicono che non sei neppure il Figlio dell’uomo, ma un povero uomo che Satana agita o che sconvolge la demenza. Tu vedi che i pareri sono molti e tutti diversi» dice Bartolomeo.

«Ma per la gente chi è dunque il Figlio dell’uomo?».

«È un uomo nel quale siano tutte le virtù più belle dell’uomo, un uomo che raduni in sé tutti i requisiti di intelligenza, sapienza, grazia che pensiamo fossero in Adamo, e taluni a questi requisiti aggiungono quello del non morire. Tu sai che già circola la voce che Giovanni Battista non sia morto. Ma solo trasportato altrove dagli angeli, e che Erode, per non dirsi vinto da Dio, e più ancora Erodiade, abbiano ucciso un servo e, sottratto il capo di lui, abbiano mostrato come cadavere del Battista il corpo mutilato del servo. Tante ne dice la gente! Perciò pensano in molti che il Figlio dell’uomo sia o Geremia, o Elia, o qualcuno dei Profeti e anche lo stesso Battista, nel quale era grazia e sapienza, e si diceva il Precursore del Cristo. Cristo: l’Unto di Dio. Il Figlio dell’uomo: un grande uomo nato dall’uomo. Non possono ammettere in molti, o non lo vogliono ammettere, che Dio abbia potuto mandare suo Figlio sulla terra. Tu lo hai detto ieri: “Crederanno solo coloro che sono convinti dell’infinita bontà di Dio”. Israele crede nel rigore di Dio più che nella sua bontà...» dice ancora Bartolomeo.

«Già. Si sentono infatti tanto indegni che giudicano impossibile che Dio sia tanto buono da mandare il suo Verbo per salvarli. Fa ostacolo al loro credere in ciò lo stato degradato della loro anima» conferma lo Zelote. E aggiunge: «Tu lo dici che sei il Figlio di Dio e dell’uomo. Infatti in Te è ogni grazia e sapienza come uomo. Ed io credo che realmente chi fosse nato da un Adamo in grazia ti avrebbe somigliato per bellezza e intelligenza ed ogni altra dote. E in Te brilla Dio per la potenza. Ma chi lo può credere fra coloro che si credono dèi e misurano Dio su se stessi, nella loro superbia infinita? Essi, i crudeli, gli odiatori, i rapaci, gli impuri, non possono certo pensare che Dio abbia spinto la sua dolcezza a dare Se stesso per redimerli, il suo amore a salvarli, la sua generosità a darsi in balìa dell’uomo, la sua purezza a sacrificarsi fra noi. Non lo possono, no, essi che sono così inesorabili e cavillosi nel cercare e punire le colpe».


E voi chi dite che Io sia? Ditelo proprio per vostro giudizio, senza tenere conto delle mie parole o di quelle altrui. Se foste obbligati a giudicarmi, che direste che Io sia?».


«Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» grida Pietro inginocchiandosi a braccia tese verso l’alto, verso Gesù, che lo guarda con un volto tutto luce e che si curva a rialzarlo per abbracciarlo dicendo:

«Te beato, o Simone, figlio di Giona! Perché non la carne né il sangue te lo ha rivelato, ma il Padre mio che è nei Cieli. Dal primo giorno che venisti da Me ti sei fatto questa domanda, e poiché eri semplice e onesto hai saputo comprendere ed accettare la risposta che ti veniva dai Cieli. Tu non vedesti manifestazioni soprannaturali come tuo fratello e Giovanni e Giacomo. Tu non conoscevi la mia santità di figlio, di operaio, di cittadino come Giuda e Giacomo, miei fratelli. Tu non ricevesti miracolo né vedesti farne, né ti diedi segno di potenza come feci e come videro Filippo, Natanaele, Simon Cananeo, Tommaso, Giuda. Tu non fosti soggiogato dal mio volere come Levi il pubblicano. Eppure tu hai esclamato: “Egli è il Cristo!” Dalla prima ora che mi hai visto, hai creduto, né mai la tua fede fu scossa. Per questo Io ti ho chiamato Cefa. E per questo su te, Pietra, Io edificherò la mia Chiesa, e le porte dell’Inferno non prevarranno contro di lei. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli. E qualunque cosa avrai legata sulla terra sarà legata anche nei Cieli. E qualunque cosa avrai sciolta sulla terra sarà sciolta anche nei Cieli, o uomo fedele e prudente di cui ho potuto provare il cuore. E qui, da questo momento, tu sei il capo, al quale va data ubbidienza e rispetto come ad un altro Me stesso. E tale lo proclamo davanti a tutti voi».

6 Se Gesù avesse schiacciato Pietro sotto una grandine di rimproveri, il pianto di Pietro non sarebbe stato così alto. Piange tutto scosso dai singhiozzi, col volto sul petto di Gesù. Un pianto che avrà solo riscontro in quello infrenabile del suo dolore di rinnegatore di Gesù. Ora è pianto fatto di mille sentimenti umili e buoni… Un altro poco dell’antico Simone - il pescatore di Betsaida che al primo annuncio del fratello aveva riso dicendo: «Il Messia appare a te!.. Proprio!», incredulo e ridanciano - un poco tanto dell’antico Simone si sgretola sotto quel pianto per far apparire, sotto la crosta assottigliata della sua umanità, sempre più nettamente il Pietro, pontefice della Chiesa di Cristo.

Quando alza il viso, timido, confuso, non sa che fare un atto per dire tutto, per promettere tutto, per rinforzarsi tutto al nuovo ministero: quello di gettare le sue braccia corte e muscolose al collo di Gesù e obbligarlo a chinarsi per baciarlo, mescolando i suoi capelli, la sua barba, un poco ispidi e brizzolati, ai capelli e alla barba morbidi e dorati di Gesù, guardandolo poi con uno sguardo adorante, amoroso, supplichevole, degli occhi un poco bovini, lucidi e rossi delle lacrime sparse, tenendo nelle sue mani callose, larghe, tozze, il viso ascetico del Maestro curvo sul suo, come fosse un vaso da cui fluisse liquore vitale… e beve, beve, beve dolcezza e grazia, sicurezza e forza, da quel viso, da quegli occhi, da quel sorriso…

7 Si sciolgono infine, tornando ad andare verso Cesarea di Filippo, e Gesù dice a tutti: «Pietro ha detto la verità. Molti l’intuiscono, voi la sapete. Ma voi, per ora, non dite ad alcuno ciò che è il Cristo nella verità completa di ciò che sapete. Lasciate che Dio parli nei cuori come parla nel vostro. In verità vi dico che quelli che alle mie asserzioni o alle vostre aggiungono la fede perfetta e il perfetto amore, giungono a sapere il vero significato delle parole “Gesù, il Cristo, il Verbo, il Figlio dell’uomo e di Dio”».
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/

ECCE AGNUS DEI!


martedì 18 giugno 2013

DOMINGO XII, T.O.: 23-6-2013 / San Lucas 9, 18-24: "PEDRO HA DICHO LA VERDAD. MUCHOS LA INTUYEN. VOSOTROS LA SABÉIS.



EN EL CAMINO HACIA 
CESAREA DE FILIPO






El Jordán, antes de que se lance en el lago Merón, tiene a sus lados una llanura. Es bella. Según pasan los días crecen más los trigales, y los árboles se engalanan con sus flores. Las colinas, más allá de las cuales está Quedes, están a la espalda de los peregrinos que, muertos de frío, caminan ligeros a las primeras luces del día, buscando con ansia algún rayo de sol, que empieza a acariciar las copas de los árboles. Probablemente durmieron al aire libre, o si les fue bien en algún pajar, porque sus vestidos están arrugados, y traen todavía pajas, que se quitan al descubrirlas según la luz es más fuerte.
El río anuncia que está cerca. Su ruido lo traiciona. Ruido que parece más fuerte en las horas matinales, adormiladas en el silencio de la campiña, y por una hilera de árboles cuyas tiernas hojas se mueven al leve viento matinal. Aun no se ve, metido como está en la llanura. Cuando se ven sus aguas, que otros arroyos aumentan también, brillar entre el verde de las riberas, está ya uno junto a él.

"VED SI HAY UNA BARCA PARA PASAR. 
ES MEJOR IR DE ESTA PARTE..."

"¿Lo pasamos aquí, o hasta el puente?" preguntan a Jesús que venía solo, meditabundo, y que se paró a esperarlos.
"Ved si hay una barca para pasar. Es mejor ir de esta parte..."
"Sí. En el puente que está en el camino para Cesarea Panéades podremos encontrar otra vez a alguien que siga nuestras pistas" observa Bartolomé, frunciendo el entrecejo, y mirando a Judas.
"No. No me mires con esos ojos. No sabía que vendríamos aquí, y no he dicho nada. Fácilmente se podía prever que de Sefet Jesús habría ido a las tumbas de los rabíes y a Quedes, pero nunca hubiera imaginado que hubiese querido ir a la capital de Filipo. Por esto no lo saben. Y no los encontraremos por culpa mía, ni porque ellos quieran, al menos que no tengan a Belzebú que los conduzca" se disculpa afligido el discípulo.
"Eso está bien, porque con ciertos tipos... hay que tener abierto el ojo, y medir las palabras, y no dejar sospecha de nuestros proyectos. Conviene estar muy atentos, de otro modo nuestra evangelización se cambiará en una continua fuga" replica Bartolomé.
Regresan Juan y Andrés. Dicen: "Hemos encontrado dos barcas. Nos pasan por una dracma por barca. Bajemos a la orilla."
En las dos barcas y en dos viajes pasan al otro lado. La llanura de este lado es también fértil, pero no muy poblada, fuera de las casas de los campesinos que viven aquí.
"¡Umh! ¿Cómo nos las arreglaremos para el pan? Yo tengo hambre... y aquí no hay ni siquiera las espigas filisteas... Hierba y hojas, hojas y flores. No soy ni un borrego, ni una abeja" dice Pedro a sus compañeros que sonríen.
Judas Tadeo se vuelve -va un poco adelante- y dice: "Compremos pan en el primer poblado que encontremos."
"Con tal de que no nos hagan huir" concluye Santiago de Zebedeo.

ESTAD ATENTOS DE TOMAR LEVADURA DE LOS 
FARISEOS Y SADUCEOS. 
ME PARECE QUE LO ESTÁIS HACIENDO 
¡TOMAD VUESTRAS PROVIDENCIAS!" DICE JESÚS.

"Estad atentos, vosotros que decís que hay que tomar clase de precauciones, de tomar levadura de los fariseos y saduceos. me parece que lo estáis haciendo, sin reflexionar en lo que tiene de mal. ¡Atentos! ¡Tomad vuestras providencias!" dice Jesús.
Los apóstoles se miran entre sí y murmuran: "¿Qué está diciendo? La mujer de la casa del sordomudo y la que nos hospedó en Quedes nos dieron el pan. Es lo único que tenemos. No sabemos siquiera si podremos encontrar algo más para matar el hambre. ¿Cómo dice que hemos comprado a los fariseos y saduceos el pan con la levadura? Tal vez no quiere que se compre por estas partes."

"¿POR QUÉ TENÉIS MIEDO DE QUEDAROS SIN PAN?  
¿NO OS ACORDÁIS DE LOS CINCO PANES CON QUE 
CALMARON SU HAMBRE CINCO MIL PERSONAS? 

¿NO COMPRENDÉIS A QUÉ LEVADURA ME REFIERO?

Jesús que nuevamente va delante, se vuelve. "¿Por qué tenéis miedo de quedaros sin pan? Aunque aquí todos fuesen fariseos y saduceos no os quedaríais sin comer por causa de mi consejo. No hablo de la levadura que hay en el pan. Podéis comprar pan para vuestros estómagos donde os parezca. Si nadie os lo quisiera vender, no os quedaríais por ello sin comer. ¿No os acordáis de los cinco panes con que calmaron su hambre cinco mil personas? ¿No os acordáis que recogisteis doce cestos de pedazos que sobraron? Puedo hacer por vosotros doce, que tenéis un solo pan, lo que hice por cinco mil con cinco. ¿No comprendéis a qué levadura me refiero? A la que esponja en el corazón de fariseos, saduceos, doctores contra Mí. Al odio. A la herejía. Ahora vosotros os estáis encaminando hacia el odio, como si hubiera entrado en vosotros un poco de la levadura farisaica. No se debe odiar ni siquiera al enemigo. No abráis ni siquiera un resquicio a lo que no es Dios.Detrás del primer elemento entrarían otros, contrarios a Dios. Algunas veces por querer combatir con iguales armas a los enemigos, se termina por perecer o ser vencidos. Y vencidos una vez podéis por el contacto asimilar sus doctrinas. No. ¡Tened caridad y prudencia! No estáis todavía bien preparados para combatir estas doctrinas sin infectaros con ellas. Porque algunos elementos existen en vosotros. Uno es la aversión que sentís por ellos. Os digo aun que podrían cambiar de método para seduciros, para arrebataros de mi lado, empleando miles de gentilezas, mostrándose arrepentidos, deseosos de hacer las paces.No debéis evitarlos, pero cuando traten de daros sus doctrinas, procurad no aceptarlasEste es el fermento del que os hablaba. La mala voluntad que es contraria al amor y las falsas doctrinas. Os digo: Sed prudentes."

"¿LA SEÑAL QUE AYER PEDÍAN LOS FARISEOS ERA 
"LEVADURA"?

"Y ¿QUÉ SEÑAL ES? ¿NO NOS LA QUIERES DECIR 
A NOSOTROS, TUS APÓSTOLES?

"¿La señal que ayer pedían los fariseos era "levadura"? " pregunta Tomás.
"Lo era y veneno también."
"Hiciste bien en no haberla dado."
"La daré algún día."
"¿Cuándo? ¿Cuándo?" curiosos preguntan.
"Un día..."
"Y ¿qué señal es? ¿No nos la quieres decir a nosotros, tus apóstoles? Para que podamos reconocerla al punto" pregunta insistente Pedro.
"Vosotros no deberíais tener necesidad de señal alguna."
"¡No para poder creer en Ti! No somos de la gente que tenga muchas ideas. Bástanos una: amarte" dice entusiasta Santiago de Zebedeo.

Y LA GENTE CON QUIEN TRATÁIS 
¿QUÉ DICE QUIÉN SEA YO? 
¿QUÉ PIENSA QUE ES EL HIJO DEL HOMBRE?"

"Y la gente con quien tratáis sin preocupación alguna, que no se siente impresionada con vosotros como le sucede conmigo, ¿qué dice quién sea Yo? ¿Qué piensa que es el Hijo del hombre?"
"Algunos dicen que eres Jesús, esto es, el Mesías, y son los mejores quienes lo afirman. Otros dicen que eres un profeta, otros que sólo un rabí, y otros, bien lo sabes, te tienen por loco y endemoniado."
"Con todo algunos te llaman el "Hijo del hombre" como Tú mismo dices de Ti mismo."
"Otros dicen que no puede ser, porque el Hijo del hombre es una cosa muy diversa. Esto es algo que siempre se oye, porque en el fondo ellos admiten que eres más que el Hijo del hombre, que eres el Hijo de Dios.Otros, por el contrario, dicen que no eres ni siquiera el Hijo del hombre, sino un pobre cualquiera a quien Satanás incita, y aumenta su locura. Ves que los pareceres son muchos y todos diversos" dice Bartolomé.

¿PERO PARA LA GENTE QUIÉN ES, EN UNA PALABRA, 
EL HIJO DEL HOMBRE?

"¿Pero para la gente quién es, en una palabra, el Hijo del hombre?"
"Es un ser en que radican todas las virtudes más hermosas del hombre, un ser que reúne en sí todos los requisitos de inteligencia, sabiduría, belleza, que imaginamos que existieron en Adán, y algunos añaden a estos requisitos el de no morir. Sabes muy bien que anda en las bocas de muchos que Juan Bautista no ha muerto, sino sólo transportado por los ángeles y que Herodes, para no confesar su derrota, y mucho más Herodías, se cuenta que mató a un siervo, y habiéndole quitado la cabeza, hayan mostrado como cadáver del Bautista su cuerpo. ¡Tantas cosas dice la gente! Por esto muchos piensan que el Hijo del hombre sea Jeremías, o Elías, o alguno de los profetas y aun el mismo Bautista, en quien había la belleza y la sabiduría, y se llamaba el precursor del Mesías, del Ungido de Dios. El Hijo del hombre: un gran ser nacido del hombre.No pueden admitir muchos, o no quieren, que Dios haya enviado a su Hijo a la tierra. Ayer Tú mismo lo dijiste: "Creerán sólo los que están convencidos de la infinita bondad de Dios". Israel cree más en la severidad de Dios que en su bondad..." explica Bartolomé.
"Tienes razón. Se oye a muchos incapacitados que afirman que es imposible que Dios haya sido tan bueno, de haber enviado a su Verbo para salvarlos. El obstáculo que encuentran en creer esto, es su propia alma degradada" confirma Zelote. Y añade: "Tú dices ser el Hijo de Dios y del hombre. En verdad existe en ti la belleza, toda la sabiduría como hombre. Yo creo que quien hubiese nacido realmente de un Adán en gracia, se te hubiera parecido en hermosura e inteligencia y en otras cualidades. Dios resplandece en ti por su poder. Pero ¿quién de esos que se creen dioses puede creerlo, llevados de su gran soberbia? Los que son crueles, que odian, que son unos ladrones, impuros, no pueden ciertamente admitir que Dios haya llegado al extremo de su bondad de darse a Sí mismo para redimirlos, que haya entregado su amor para salvarlos, su generosidad, su pureza para sacrificarse por nosotros. No pueden admitirlo esos, que son tan duros y quisquillosos en buscar culpas y castigarlas."

Y VOSOTROS ¿QUÉ DECÍS QUIÉN SEA YO? 
DECIDLO CON EL CORAZÓN EN LA MANO,

"Y vosotros ¿qué decís quién sea Yo? Decidlo con el corazón en la mano, sin tener en cuenta mis palabras o las de otros. Si fuerais obligados a juzgarme ¿quién diríais que soy Yo?"
"Tú eres eres el Mesías, el Hijo del Dios vivo" grita Pedro arrodillándose con los brazos abiertos en alto, hacia Jesús que lo mira con un rostro que es todo luz, y que se inclina para levantarlo para abrazarlo, diciendo:

LA RAZÓN POR LA QUE JESÚS ELIGIÓ A PEDRO 
CABEZA DE LA IGLESIA

"¡Bienaventurado eres, Simón, hijo de Jonás! No ha sido la carne ni la sangre los que te lo revelaron, sino mi Padre que está en los cielos. Desde el primer día que viniste a Mí, te has hecho esta pregunta, y como eres sencillo y honrado has sabido comprender y aceptar la respuesta que los cielos te daban. No viste ninguna manifestación sobrenatural como tu hermano y Juan y Santiago. No conocías que había sido Yo bueno como hijo, como obrero, como ciudadano, cual Judas y Santiago mis hermanos lo habían visto. No te hice ningún milagro, ni me viste hacerlo. No te di ninguna señal de mi poder como la vieron Felipe, Natanael, Simón Cananeo, Tomás, Judas. No (te) sentiste subyugado por mi voluntad como Leví el publicano. Y con todo exclamaste: "¡El es el Mesías!". Desde la primera vez que me viste, creíste, y tu fe jamás se ha sentido vacilar. Por esto te llamé Cefas. Y por esto, sobre ti, Roca, edificaré mi Iglesia y las puertas del infierno no la vencerán. Te daré las llaves del reino de los cielos, y lo que hubieras amarrado en la tierra, lo será también en los cielos, y lo que hubieras soltado en la tierra, será suelto también en los cielos, ¡oh hombre fiel y prudente cuyo corazón he podido probar! Y ahora, desde este momento, eres el jefe, a quien debe darse obediencia, respeto como si fuera Yo mismo. Y como a tal te proclamo ante todos tus compañeros."
Si Jesús hubiera arrojado contra Pedro toda clase de reproches no se hubiera sentido tan pequeño. Se oyen sus sollozos, que repercuten contra el pecho de Jesús. Un llanto que sólo será igual al de haberlo negado. Ahora es un llanto que nace de miles de sentimientos humildes y buenos... Es algo del antiguo Simón -el pescador de Betsaida que a la nueva de su hermano había respondido riéndose: "¿El Mesías se te ha aparecido?... ¿De veras?"- Algo queda del antiguo Simón que llora, bajo el peso de su fragilidad humana, pero que empieza a ser el Pedro, el Jefe de la Iglesia de Jesús.
Cuando levanta su cara, tímida, apenada, no sabe hacer otra cosa para demostrar todo lo que siente, todo a lo que se ha comprometido: echar sus brazos cortos y musculosos al cuello de Jesús, obligarlo a inclinarse para que lo bese, mezclando sus cabellos, su barba, un tanto ásperos y entrecanos, con los hermosos cabellos y barba dorados de Jesús. Lo mira con una mirada de adoración, amor, súplica, con unos ojos un tanto bovinos, resplandecientes y rojizos por las lágrimas teniendo entre sus manos callosas, largas, toscas, el rostro ascético del Maestro, cual si fuese un vaso de quien fluya un licor precioso... y bebe, bebe dulzura y gracia, seguridad y fuerzas de ese rostro, de esos ojos, de esa sonrisa...

"PEDRO HA DICHO LA VERDAD.
MUCHOS LA INTUYEN.
VOSOTROS LA SABÉIS.
POR AHORA NO DIGÁIS A NADIE QUIÉN ES EL MESÍAS,
COMO VOSOTROS LO SABÉIS.

DEJAD QUE DIOS HABLE EN LOS CORAZONES
COMO HABLA EN LOS VUESTROS.

Pedro se separa de Jesús, quien dice a todos al continuar su camino hacia Cesarea de Filipo: "Pedro ha dicho la verdad. Muchos la intuyen. Vosotros la sabéis. Por ahora no digáis a nadie quién es el Mesías, como vosotros lo sabéis. Dejad que Dios hable en los corazones como habla en los vuestros. En verdad os digo que quienes juntan a mi afirmación o a la vuestra una fe y amor perfectos, llegarán a comprender el verdadero significado de las palabras: "Jesús, el Mesías, el Verbo, el Hijo del hombre y de Dios". "
VI. 189-194


A. M. D. G. et B.V.M.

12ma Domenica T.O.: 23 giugno 2013

Sanctus Sanctus Sanctus


AVE MARIA PURISSIMA!
Per Lc. 9, 18-24  VAI a pag. 130 digitando QUI




martedì 28 maggio 2013

Parabola del giardino

Le parabole di Gesù
(058)
Parabola del giardino 
(Quaderni '43 -5/7/43)

La mia Chiesa è simile ad un grande giardino che circonda il palazzo di un grande re. Il re per motivi suoi, non esce dal palazzo e perciò dopo avere seminato i fiori e le piante più belle, ha delegato un giardiniere a tutelare la sua Chiesa. Il giardiniere, a sua volta, ha molti aiutanti che lo coadiuvano.

Nel giardino vi sono fiori e piante di tutte le specie. Dal re furono sparpagliate sulle aiuole, per renderle fertili, tutte le sostanze fertilizzanti e una volta fiorivano solo fiori e piante utili e belle. Nel centro del giardino è una fontana dalle sette bocche che manda i suoi canali per ogni dove e alimenta e ristora piante e fiori.



Ma il Maligno, nell'assenza del re, è entrato ed ha sparso a sua volta semi nocivi. Di modo che ora il giardino presenta un aspetto disordinato, per non dire desolante. Erbacce malsane, spinose, venefiche, si sono distese dove prima erano bordure, aiuole, cespugli bellissimi e li hanno soffocati e resi grami perché hanno succhiato gli umori della terra e impedito al sole di scendere sulle pianticelle.



Il giardiniere e i suoi aiutanti si affannano a rimondare, ad estirpare, a raddrizzare pianticelle piegate sotto il peso di altre malsane. Ma se lavorano di quà, il Maligno lavora di là e così il giardino presenta sempre il suo aspetto desolato. Serpi, rospi, lumache approfittano del disordine per annidarsi. per rodere, per sbavare. Qua e là qualche pianta robusta resiste a tutto e fiorisce alta nel cielo, qualche aiuola anche, specie se di gigli e rose. Ma le belle bordure delle margheritine e delle violette sono quasi completamente cancellate.


Quando il re verrà, non conoscerà più il suo bel giardino divenuto selvaggio e con ira strapperà le erbacce, schiaccerà gli animali lubrici, coglierà i fiori rimasti e li porterà nel suo palazzo, cancellando per sempre il giardino.

Parabola del giardino (Quaderni '43 -5/7/43) Spiegazione

Il re è Gesù Cristo. Il giardino è la sua Chiesa militante. Il giardiniere è il mio Pietro e i suoi aiutanti sono i sacerdoti. I fiori e le piante, i consacrati fedeli, i sacramenti. I semi nocivi sono i vizi, le passioni, i peccati seminati da Satana in  odio a Me.
Il disordine è dato dal fatto che le piante buone non hanno reagito e si sono lasciate soffocare da quelle malvagie che annullano il beneficio del mio Sangue, dei miei Sacramenti, del Sole della Grazia.

Il Sommo Giardiniere e i suoi pochi, veri aiutanti, non riescono a mettere ordine per la mala volontà delle piante buone, per la loro pigrizia spirituale e per la mala volontà e pigrizia di molti falsi giardinieri che non si affaticano nel santo lavoro di coltivare, aiutare, raddrizzare le anime.

I serpi, i rospi e le lumache sono le tentazioni. Se tutti i giardinieri fossero solerti e se tutte le piante fossero vigilanti, essi verrebbero schiacciati. Invece le anime non chiamano in soccorso la chiesa quando comprendono che la tentazione è più forte di loro e gli ecclesiastici non accorrono, non tutti, quando una delle povere anime, che Io ha pagate col mio Dolore e affrancate in anticipo col mio Sangue, chiede soccorso.
Le piante buone che resistono sono i veri sacerdoti : dal mio Vicario, Giardiniere Sommo e sommo albero che alza fino al cielo la sua cima intrepida e retta, ai semplici sacerdoti che sono rimasti sale della terra.

Le aiuole, specie di rose e gigli, sono le anime verginali e le anime amanti. Ma le bordure delle margheritine: l’innocenza; e quelle delle violette: la penitenza, mostrano un aspetto desolante. L’innocenza nasce e fiorisce, ma presto non è più, perché la malizia, la lussuria,  il vizio, l’imprudenza, la distruggono. La penitenza è letteralmente prosciugata dalla gramigna della tiepidezza. Solo qualche esemplare resiste. Ed è quell’esemplare che profuma, con odore di purificazione, un largo raggio di giardino dai miasmi del Male.

Quando Io verrò, nell’ora mia terribile, strapperò, calpesterò, distruggerò erbe maledette e parassiti maledetti, cancellerò il giardino dell’universo, portando con Me, nell’interno della mia reggia, le piante benedette, i benedetti fiori che hanno saputo resistere e fiorire per la mia gioia.
E guai a coloro che saranno divelti da Me e lanciati nel regno di Mammona, il malvagio seminatore che hanno preferito al seminatore divino; e guai a coloro che hanno preferito ascoltare la voce delle serpi e dei rospi e il bacio delle lumache  alla voce dei miei angeli e al bacio della mia grazia. Meglio per loro sarebbe stato se mai non fossero nati!

Ma gioia, gioia eterna a coloro che mi sono rimasti servi buoni, fedeli, casti, innamorati. E gioia, ancora più grande, a quelli che hanno voluto essere doppiamente miei seguaci prendendo le vie del Calvario per loro via, per compiere nel loro corpo  quanto manca ancora all’eterna passione del Cristo. I loro corpi glorificati splenderanno come soli nella vita eterna perché si saranno nutriti del mio duplice pane: Eucaristia e Dolore, e avranno aumentato del loro sangue il gran lavacro iniziato da Gesù, il capo, e proseguito da essi, le membra, per mondare i fratelli e dare gloria a Dio.





lunedì 27 maggio 2013

Visioni e Profezie della Beata Elena Aiello (2)



1958: ”Una nube rossa come il fuoco attraverserà il cielo. Fitte tenebre avvolgeranno la terra. Bisogna rimanere in casa…I cadaveri copriranno la terra”.

1959: “Vi sarà un vero e grande duello tra Me e Satana… il materialismo avanza veloce in tutte le nazioni e continua la sua marcia segnata di sangue e di morte!… Se gli uomini non torneranno a Dio, verrà una grande guerra da est ad ovest, guerra di terrore e di morte, ed infine il fuoco purificatore cadrà dal cielo come fiocchi di neve su tutti i popoli e una gran parte dell’umanità rimarrà distrutta. La Russia marcerà su tutte le nazioni d’Europa, particolarmente sull’Italia ed innalzerà la sua bandiera sulla cupola di S. Pietro … Il mondo si è reso come una valle alluvionata ricolma di detriti e di fango! Sarà ancora in balia delle più dure prove della giustizia divina, prima che la fiamma infernale divampi su tutta l’umanità… Grandi calamità verranno nel mondo, che porteranno confusione, lacrime e dolore per tutti. Forti terremoti sommergeranno città e paesi. Epidemie e carestie porteranno terribili distruzioni, specialmente dove sono i figli delle tenebre. Mai come in queste ore tragiche il mondo ha bisogno di preghiere e di penitenze, perché il Papa, la Chiesa e i sacerdoti sono in pericolo, e se non si prega la Russia marcerà sull’Europa e particolarmente sull’Italia, con molte rovine e stragi… Coloro che governano non comprendono questo perché non hanno il vero spirito cristiano e sono anche ciechi nello spirito, perché non vedono la verità. Anche in Italia sono come lupi rapaci rivestiti da pelli d’agnello, perché mentre si dicono cristiani aprono le porte al materialismo, facendo dilagare la disonestà dei costumi, e porteranno l’Italia alla rovina; ma molti di essi andranno in confusione… 


I960: Manifesterò la Mia predilezione per l’Italia, che sarà preservata dal fuoco, ma il cielo si coprirà di densa tenebra e la terra sarà scossa da spaventosi terremoti… e verranno distrutte città e province. Anche Roma sarà punita per i suoi molti e gravi peccati, perché lo scandalo è arrivato al colmo. I buoni però che soffrono, e i perseguitati per la giustizia e le anime giuste NON DEVONO TEMERE, PERCHÉ SARANNO SEPARATE DAGLI EMPI E DAI PECCATORI OSTINATI E SARANNO SALVATI… ALLORA SI VEDRÀ’LA POTENZA DELLA LUCE SULLA POTENZA DELLE TENEBRE”. 
1960La Russia, con le sue armi segrete combatterà l’America, travolgerà l’Europa, e si vedrà specialmente il fiume Reno pieno di cadaveri e di sangue…”. 

(22 agosto 1960): L’umanità si è allontanata da Dio e, allucinata dai beni terreni, ha dimenticato il cielo e si è sprofondata in una corruzione strabocchevole, che non trova riscontro neppure con i tempi del diluvio!… Ma l’ora della giustizia di Dio è vicina e sarà terribile! Tremendi flagelli sovrastano il mondo e diverse nazioni saranno colpite da epidemie, carestie, forti terremoti, terrificanti uragani e morte!

E se gli uomini non ravviseranno in questi flagelli i richiami della Divina Misericordia e non ritorneranno a Dio con una vita veramente cristiana, un’altra guerra terribile verrà da Est ad Ovest, e la Russia con le sue armi segrete, combatterà l’America, travolgerà l’Europa e si vedrà specialmente il fiume del Reno della Germania pieno di cadaveri e di sangue. Anche l’Italia sarà travagliata da una grande rivoluzione e il Papa dovrà molto soffrire. Il nemico, come leone ruggente, avanzerà su Roma e il suo fiele avvelenerà popoli e nazioni…”. 

1961: “IL MONDO È CADUTO TROPPO IN BASSO, HA BISOGNO DI CASTIGHI, DI FLAGELLI PER ESSERE PURIFICATO, GLI UOMINI NON RICONOSCONO PIÙ IL LORO DIO: il loro dio è il peccato, il piacere, la disonestà…La Chiesa è ferita dall’interno ed esternamente. Ormai le tenebre copriranno la Terra…l’ora presente è una delle più terribili per l’umanità, per la Chiesa, per il Cristo in terra (Papa); 
Si può dire proprio l’ora di Satana. 
I Miei Ministri non predicano più l’Evangelo. 
“Tremendi flagelli sovrastano il mondo, e diverse nazioni saranno colpite da epidemie, carestie, forti terremoti, terrificanti uragani e morte… Se gli uomini non ravviseranno in tali flagelli i RICHIAMI DELLA DIVINA MISERICORDIA, e non ritorneranno a DIO con una vita veramente cristiana, verrà una guerra terribile”. 

1961: “L’Italia sarà salva in parte per il Papa…che soffrirà molto. Il suo successore governerà la Nave nella tempesta”. (In una visione, ella vide la Città del Vaticano invasa dai rivoluzionari rossi, con strage di sacerdoti e di fedeli). L’Italia, sarà umiliata e purificata nel sangue e dovrà molto soffrire. Si svilupperà una grande rivoluzione. I governanti dei popoli si agitano e parlano di pace, ma il mondo invece sarà tutto in guerra, e tutta l’umanità sarà nella tristezza, poiché la Giustizia di Dio non tarderà a compiere il Suo corso, e gli eventi ne sono prossimi… La Giustizia di Dio grava sul mondo, e l’umanità, inquinata dal fango, sarà lavata nel proprio sangue, da malattie, dalla fame…. il mondo sarà sconvolto da una nuova terribile guerra…le armi più micidiali distruggeranno popoli e nazioni…le ore del terribile abbandono sono prossime… La Russia marcerà su tutte le nazioni d’Europa; particolarmente sull’Italia, e innalzerà la sua bandiera sulla cupola di San Pietro… Tremendo sarà lo sconvolgimento su tutta la terra, poiché gli uomini hanno perduto la Via di Dio… 

1961: ”… I dittatori della terra, veri mostri infernali, atterreranno le Chiese con i Sacri Cibori. In questa lotta sacrilega…molto verrà abbattuto di tutto quello che è stato fatto dalla mano dell’uomo…ma non tarderà la punizione degli empi. Quelli che resteranno, troveranno nella Mia Protezione la Misericordia di Dio. Beati coloro che si potranno chiamare veri devoti di Maria. 


(Venerdì Santo 1961): ”…la Russia diffonderà i suoi errori su tutte le nazioni, specialmente sull’Italia… La Russia è guidata da Satana perché vuole il dominio assoluto di tutta la terra…Vanno in Vaticano, prendono il Papa… Oh Dio, lo Pestano… La Madonna si avvicina; gli uomini cadono per terra morti. La Madonna  rialza il Papa… lo copre con il suo manto”.  1961: “Ma non tarderà la punizione degli empi. Quelli che resteranno troveranno nella Mia Protezione la Misericordia di Dio. Beati coloro che si potranno chiamare veri devoti di Maria! Quelli che rimarranno dopo il flagello torneranno ad essere come bambini, saranno riuniti sotto l’unico Ovile della CHIESA DI CRISTO, sotto il gran Segno dell’Amore (il Crocefisso). Un umile Pastore supremo guiderà i nuovi popoli: sarà a tutti sconosciuto, ma a Lui saranno concesse molte grazie e doni straordinari dallo SPIRITO SANTO e l’umanità avrà prosperità e pace. PER IL MIO CUORE IMMACOLATO NON TARDERÀ’ POI IL TRIONFO DELLA LUCE SULLA POTENZA DELLE TENEBRE E IL MONDO AVRA’ FINALMENTE TRANQUILLITA’ E PACE”.
Immacolata mia
mio tutto