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giovedì 11 giugno 2015

Faccio appello agli Ebrei, ai Musulmani e ai Cristiani, così come a ogni altro credo


30 agosto 2013 – Una Grande gioia si verificherà ovunque. Questa durerà 100 giorni.

Mia amata figlia prediletta, assicurati che ogni nazione ascolti le Mie Profezie, in modo che esse possano prepararsi per la meravigliosa e rinnovata Terra, il Nuovo Paradiso. Ogni figlio di Dio ha diritto alla sua eredità e così tutti, proprio come se si dovessero preparare per un grande matrimonio, devono cominciare a fare progetti per questo grande giorno.
Faccio appello agli Ebrei, ai Musulmani e ai Cristiani, così come a ogni altro credo, affinché adesso Mi ascoltino. Nessuno di voi resterà immune dalla malvagità dell’anticristo. Ma se vi preparate ora, diventerete immuni alla sofferenza che egli infliggerà al mondo, prendendo il Sigillo del Dio Vivente e conservandolo nelle vostre case.
Quando la Parola di Dio, la Vera Parola, vi é resa nota, dovete fermarvi ed ascoltare, perché essa vi condurrà alle Porte del Nuovo Cielo e della Nuova Terra. Questo Nuovo Paradiso vi sta aspettando e diventerà la dimora di miliardi di anime, comprese quelle che attendono nello stato del Purgatorio e nel Paradiso. Io unirò tutti coloro i cui cuori sono aperti al Comando di Dio, che sentiranno l’Amore della Mia Misericordia.
Per favore non temete questo Giorno, poiché vi porterà grande felicità, pace e gioia. Il Mio Regno vi stupirà per la sua sorprendente bellezza. Molti di voi hanno paura dei Miei Messaggi, perché pensate che la Seconda Venuta significhi la morte, la fine. Ma questo sarebbe un presupposto errato.
Quelli di voi che vengono a Me spontaneamente, senza alcuna condizione, con umiltà e amore, non sperimenteranno il dolore della morte fisica. Invece, in un batter d’ occhio, vi troverete nel vostro nuovo ambiente. Questo vi disorienterà in un primo momento e vi guarderete intorno velocemente per ritrovare i vostri cari. Salverò così tante anime che voi sarete con le vostre famiglie, comprese quelle che voi amate e che sono già con Me in Cielo e quelli che libererò dal fuoco del Purgatorio.
Una grande gioia si verificherà ovunque. Questa durerà 100 giorni. Il Mio Nuovo Paradiso avrà una sola religione, la Nuova Gerusalemme, in cui Io sarò adorato, tutti i giorni. Tutti saranno in comunione con la Santa Volontà del Padre Mio. Ci saranno dodici nazioni, ma una sola lingua, perché non permetterò divisioni.
Nominerò i capi e in ogni nazione non ci sarà mancanza di cibo, di acqua, di case o di vita. Non ci sarà la morte, perché darò la Vita Eterna a tutti quelli che vi entreranno. Tutte le nazioni opereranno insieme per diffondere la Parola di Dio, e quella felicità che è impossibile raggiungere oggi sulla Terra, sarà uno dei più grandi Doni che vi offrirò. Sarete molto amati e Mi amerete così come Io vi amo.
Molti di voi incontreranno le generazioni della loro famiglia andando indietro di secoli. Le generazioni continueranno e così vedrete i vostri figli e le vostre figlie che si sposano e generano figli perfetti di Dio, ognuno benedetto con grandi Grazie. Sarà nominato il capo della Mia Chiesa e il suo nome sarà Pietro, perché promisi che egli avrebbe formato la Mia Chiesa sulla Terra. E così, nel Nuovo Paradiso egli guiderà la Mia Chiesa.
O, se solo potessi mostrare ciò che sta davanti a voi, piangereste lacrime di gioia e lottereste per raggiungere le Porte. Quindi, per favore, voi tutti, ignorate i tentativi di fermarvi nella vostra ricerca della Vita Eterna. Ignorate quelli che vi dicono che Io non esisto. Non date credito a coloro che utilizzano la Mia Santa Parola per convincervi che non sono Io che vi parlo ora attraverso questi Messaggi.
Dovete combattere affinché tutti voi abbiate questa gloriosa eredità, perché nessun uomo ha il diritto di negare all’altro questa grande eredità, che appartiene a ognuno, non importa quanto annerita possa essere la sua anima. Io vi sto dando gli strumenti affinché Mi portiate anime, dovunque, in modo che tutti insieme possiamo distruggere l’opera di Satana e andare rapidamente verso il Nuovo Mondo.
La Mia pace sia con voi.
Il vostro Gesù.

lunedì 17 dicembre 2012

Poco fedeli e tiepidi molto...

LE CHIESE 
COME ROSE PROFUMATE



27 ‑ 1 ‑ 1944. Dice Gesù:
«È una pagina dolorosa a dettarla, a scriverla, a leggerla. Ma è verità e va detta. Scrivi. È per i sacerdoti.
Molto si accusano i fedeli d’esser poco fedeli e tiepidi molto. Molto si accusano gli uomini d’esser senza carità, senza purezza, senza distacco dalle ricchezze, senza spirito di fede. Ma come i figli, salvo rare eccezioni, sono come li formano i genitori, non tanto con le repressioni, quanto con l’esempio, altrettanto i fedeli sono, salvo le sempre esistenti eccezioni, quali li formano i sacerdoti, non tanto con le parole quanto con l’esempio.
Le chiese sparse fra mezzo alle case dell’uomo dovrebbero essere come un faro ed un purificatoio. Da esse dovrebbe sprigionarsi una luce dolce e potente, penetrante e attirante, che, come è della luce del giorno, penetrasse, nonostante tutti i serrami, nel fondo dei cuori.
Guardate una bella giornata d’estate. Una gloria di luce s’effonde dal sole e abbraccia la terra. Così vittoriosa e potente che anche nella stanza più chiusa l’oscurità non è mai completa. Sarà un raggio sottile come capello di bambino, sarà un punto tremolante su una parete, sarà un pulviscolo d’oro danzante nell’atmosfera, ma un piccolo segno di luce sta in quella stanza a testimoniare che fuori vi è lo sfolgorante sole di Dio.
Ugualmente nei cuori più chiusi, se dalle chiese sparse fra le case si effondesse una “luce” quale Io ve l’ho indicata come vostro segno, o sacerdoti che Io chiamo “luce del mondo” - ho chiamato così quando vi ho creati ‑ un filo, un punto, un pulviscolo di luce penetrerebbe, quel tanto da ricordare che vi è sul mondo “una Luce”, quel tanto da metter fame di luce, di “quella Luce”, nei cuori.
Ma quante sono le chiese dalle quali emana una così viva luce da forzare le chiuse porte dei cuori e penetrarvi e portarvi Dio, Dio che è Luce? Ma quante sono le anime delle chiese, voi parroci e curati, voi sacerdoti e monaci, voi tutti che Io ho vocati ad esser portatori di Me ai cuori, che siano talmente accesi dalla Carità da riuscire a vincere il gelo delle anime ed a portare nei cuori degli uomini l’amore di Dio e l’amore a Dio, a Dio che è Carità?
Gli uomini nei loro dolori, ed Io solo so se sono tanti, nei loro dolori, diversi dai vostri ‑ o almeno i vostri dovrebbero esser diversi dai loro, perché i vostri dovrebbero essere solo pene che vengono dallo zelo per il vostro Signore Iddio non sufficientemente amato, per i fedeli che si perdono, per i peccatori che non si convertono, questi e non altri dovrebbero essere i vostri dolori perché Io, chiamandovi, non vi ho additato una reggia, una tavola, una borsa, una famiglia, ma una croce, la mia Croce, sulla quale morii nudo, sulla quale spirai solo, sulla quale salii dopo essermi staccato, spogliato di tutto, anche della mia povertà che era ricchezza rispetto alla mia miseria di giustiziato al quale non resta che il patibolo fatto di poco legno e di tre chiodi e un pugno di spine tessute a corona, e questo per dire a tutti, a voi in specie, che le anime si salvano con il sacrificio, con la generosità nel sacrificio che va sino allo spogliamento totale, assoluto, degli affetti, dei comodi, del necessario, della vita ‑ gli uomini, nei loro dolori, dovrebbero poter guardare alla loro chiesa come ad una mamma sul cui grembo si va a piangere e ad ascoltare parole di conforto, dopo aver narrato i propri affanni, con la certezza d’esser ascoltati e compresi. Gli uomini, nei loro oscuramenti dati da tante cause, non sempre originate dalla loro volontà, ma imposte da altrui volontà, da un complesso di circostanze che li inducono a credere all’errore o a dubitare di Dio, dovrebbero trovare voi, portatori di luce, della mia luce, voi pietosi come il samaritano, voi maestri come il vostro Maestro, voi padri come il Padre vostro.
La terra, corrotta da tante cose, fermenta come corpo che imputridisce e contamina col suo lezzo di peccato le anime. Ma se le chiese sparse fra le case fossero incensieri dove un sacerdote vive ardendo e si arde amando, il lezzo del mondo sarebbe bilanciato dal profumo di Dio traspirante dai cuori dei sacerdoti viventi in totale “fusione” con Dio, annullati in Dio sino a non essere più che simili a Me che sono nel Sacramento a disposizione dell’uomo ad ogni ora ‑ Io, Dio, ci sono senza stanchezze, senza superbie, senza resistenze ‑ ed i cuori verrebbero purificati.
I sacerdoti così, perfetti, sono come il sole. Aspirano le anime al Cielo come fossero gocce di acqua, le purificano nell’atmosfera del Cielo e poscia sono come nubi che si sciolgono leggere in benefica rugiada, durante la notte, nel nascondimento, per portare refrigerio alle ferite ed alle arsioni dei cuori, poveri fiori feriti da tante cose.
Aspirano: per aspirare a sé occorre avere una grande forza. Solo l’amore vivissimo per il Signore e per i fratelli ve la possono dare. Fissi in Dio, in alto, molto in alto sulla terra, voi potete, se volete, attirare a voi, ossia a Dio in cui vivete, le anime. È un’operazione che richiede generosità e costanza. Anche il battere del ciglio deve servire a questo scopo. Tutte le vostre azioni devono aver questo per mèta. Vi sono sguardi che possono convertire un cuore quando da quegli sguardi traluce Dio.
Sciogliersi: sacrificarsi, con tutti i modi, nel nascondimento, portando alle anime arse il refrigerio celeste che si effonde così dolcemente che esse non sanno quando si è effuso ma se ne trovano roride. Proprio come fa la rugiada che, silenziosa e pudica, scende mentre tutto riposa: gli uomini, gli animali ed i fiori, e deterge l’aria dalle impurità diurne, e disseta e imperla gli steli e le fronde.
Sacrificio, sacrificio, sacrificio, o sacerdoti. Preghiera, preghiera, preghiera, o pastori.
Vi ho chiamato “pastori. Non vi ho chiamato “solitari” e non “capitani”. Il solitario vive a sé. Il capitano marcia alla testa dei suoi. Ma il pastore sta in mezzo al suo gregge e lo sorveglia. Non si isola perché il gregge si disperderebbe. Non cammina alla testa perché gli svagati del gregge rimarrebbero seminati per via, preda ai lupi ed ai ladroni.
Il pastore, se non è un pazzo, vive in mezzo al suo gregge, lo chiama, lo raduna, instancabile va su e giù lungo di esso, lo pre­cede nelle cose difficili, saggia lui per il primo le difficoltà, le appiana più che può, rende sicuri i passi maleagevoli con la sua fatica, poi resta nel punto difficile per sorvegliare il passaggio delle sue pecorelle e, se ne vede qualcuna paurosa o debo­le, se la prende sulle spalle e la porta oltre il punto pericoloso, e se viene il lupo non fugge ma si butta contro esso, avanti alle sue pecore, e le difende, anche a costo di morirne pur di salvarle. Si immola per esse, per saziare la fame della belva, di modo che questa non senta più bisogno di sbranare. Quante belve ci sono contro le anime! Il pastore non si perde in inutili discorsi coi passanti, non si divaga dietro a cose che non sono di sua competenza. Si occupa del suo gregge e basta.
Ora guardate. Non sembra di leggere il capo 8° di Ezechiele?
Primo idolo: la Gelosia.
Dovreste essere carità, non è vero? Carità per indurre altri alla carità. Che siete? Gelosi l’uno dell’altro. Vi offendete se un laico vi critica. Ma non vi criticate, e spesso ingiustamente, l’un l’altro? Il superiore critica gli inferiori. L’inferiore critica i superiori. Siete gelosi se uno di voi è notato, se uno di voi riesce meglio, se uno di voi diviene più ricco. Questo poi, che dovrebbe farvi orrore, è invece quello che più vi fa gola. Ma ero ricco Io, Sacerdote eterno? Siate perfetti e sarete notati e lodati, per quanto dovrebbe solo premervi la lode del vostro Dio. Siate perfetti e riuscirete nell’unico scopo degno della vostra veste: quello di portare anime a Dio.
Secondo idolo, anzi molti idoli: le diverse eresie che sostituiscono in voi il culto che dovreste avere.
Anche voi, come i settanta anziani nominati da Ezechiele, state incensando ognuno l’idolo che preferite. E lo fate nelle tenebre sperando che l’occhio dell’uomo non vi veda. Ma vi vede. E lo scandalizzate. Perché i fedeli, e gli uomini in genere, sono come i bambini che sembra non osservino, ma non lasciano mai di tenere d’occhio e d’orecchio i più grandi di loro.
Ma non sapete che, se anche l’uomo non vedesse, Dio vi vede? E perché dunque spargete i vostri incensi davanti alla potenza dell’oro o a quella dell’uomo? Non osservo Io dall’alto del mio trono troppi miei sacerdoti occupati a dedicare il loro tempo - quel tempo che do loro perché lo spendano nella loro missione sacerdotale ‑ in commerci umani, atti ad aumentare il loro benessere? Sì, lo vedo. Non osservo Io ‑ ed il cuore mi si rivolta ‑ troppi miei sacerdoti abiuranti la mia Legge per ubbidire alla legge di uomini disgraziati, sperandone onore e lucro? Sì, lo vedo.
Oh! i sacerdoti politicanti! I sinedristi di ora! Ricordino però questi quale fu la fine del Sinedrio proprio per mano di coloro ai piedi dei quali avevano prosternata la loro coscienza e infranta la mia Legge. E non dico di più. Questo per parte degli uomini. Il resto poi verrà dal Giudice eterno e giusto.
Terzo idolo: il senso.
Sì, vi è anche questo. E non dico di più per rispetto del mio “portavoce”. Ma ognuno esamini se stesso per vedere se, al posto dove uniche creature femminee lecite da ricordare con amore da un sacerdote ‑ mia Madre e la loro madre ‑ non sia una dea pagana. Pensate che toccate Me, che ricevete Me. E basta. Non mettete il Purissimo a contatto con una carne maculata di lussuria.
Quarto idolo: l’adorazione dell’oriente.
Le sètte. Sì, anche questo. E non dovrei guardare molti di voi con sdegno ed avere per molti le apostrofi che ho avuto per i farisei ed i dottori del mio tempo? E non dovrei suscitare delle “luci” fra i laici che mi amano come molti di voi non m’amano, per pietà delle anime che voi lasciate nel gelo, nel buio, nell’impurità, per le anime alle quali non siete via a Dio ma sentiero che porta al basso? E come osate ripetere la mia Parola e predicare la mia Legge quando Parola e Legge sono a voi condanna? Chi è mondo divenga ancor più mondo, chi non è mondo si mondi.
L’umanità si trova ad un grande bivio. Da esso si dipartono due strade: l’una porta salendo a Dio, l’altra conduce scendendo a Satana. Al bivio è un masso. Siete voi. Se farete di voi baluardo e spinta verso la prima, Satana non irromperà e le anime saranno spinte a Dio. Ma se voi per i primi rotolate verso la china di Satana, trascinerete l’umanità, con anticipata ora, verso gli orrori dell’Anticristo.
E se costui deve venire, guai a quelli che ne anticipano la venuta e la prolungano, perché esso cesserà d’essere all’ora in eterno fissata, e più lungo sarà il tempo della sua dimora e più numeroso il numero delle anime che si perdono. Non una di esse passerà invendicata, ricordatevelo. Ché, se il vostro Dio vede il passero che muore, come non può vedere un’anima che muore? Agli uccisori della stessa, quali che siano, chiederò ragione e darò condanna

COR IESU,
FONS VITAE ET SANCTITATIS, 
MISERERE NOBIS!