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venerdì 11 ottobre 2013

BELLISSIMO: Luca 17,11-19 - Domenica 13 ottobre 2013, XXVIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno C: "Chi ti fa vedere e capire è il tuo amore per Me. Maestro tuo, il vero e più grande Maestro che ti fa capire il tuo Maestro, è l’Amore», dice Gesù che fino a quel momento ha ascoltato e taciuto.


"Prendete, prendete quest’opera e ‘non sigillatela’, 
ma leggetela e fatela leggere"
Gesù (cap 652, volume 10), a proposito del
"Evangelo come mi è stato rivelato"
di Maria Valtorta

BELLISSIMO: Luca 17,11-19

Domenica 13 ottobre 2013, XXVIII Domenica  del Tempo Ordinario - Anno C

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 17,11-19.
Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, 
alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». 
Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. 
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; 
e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. 
Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? 
Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: 
«Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!».
Traduzione liturgica della Bibbia 


Corrispondenza nel "Evangelo come mi è stato rivelato" 
di Maria Valtorta : Volume 7 Capitolo 483 pagina 392.


1Sono sempre fra i monti, e monti ben rudi, su certe stradette dove non passano certo dei carri, ma soltanto viandanti a piedi o persone cavalcanti i forti somari della montagna, più alti e robusti dei soliti somarelli delle zone meno accidentate. Un’osservazione che a molti potrà parere inutile, ma che io faccio lo stesso.
In Samaria vi sono delle diversità dagli usi degli altri luoghi. Sia nel vestire come in tante altre cose. E una è l’abbondanza di cani, insolita altrove, che mi colpisce, come mi ha colpito la presenza di porci nella Decapoli. Molti cani, forse, perché la Samaria ha molti pastori e avrà molti lupi in quei monti così selvaggi. Molti anche perché i pastori in Samaria li vedo per lo più soli, al massimo con un fanciullo, pascolanti il gregge proprio, mentre altrove sono per lo più in molti a tutelare greggi numerose di capi di proprietà di qualche ricco. Fatto è che qui ogni pastore ha il suo cane, o più cani, a seconda del numero di pecore del suo gregge. 
Un’altra caratteristica sono proprio questi asini quasi alti quanto un cavallo, robusti, atti a scalare questi monti con dei carichi pesanti sul basto, sovente carichi delle legna forti che si trovano su questi magnifici monti coperti di boschi secolari. 
Altra particolarità: la scioltezza nel modo di fare degli abitanti che, senza essere dei «peccatori», come li giudicavano giudei e galilei, sono aperti, franchi, senza bigotterie, senza tutte quelle storie che hanno gli altri. E ospitali. Questa constatazione mi fa pensare che nella parabola del buon samaritano non ci sia stata soltanto l’intenzione voluta di far risaltare che il buono e il cattivo è da per tutto, in tutti i luoghi e razze, e anche fra eretici ci possono essere dei retti di cuore, ma proprio anche la reale descrizione delle abitudini samaritane verso chi è bisognoso di aiuto. Si saranno fermati al Pentateuco, sento che parlano di questo e non d’altro, ma lo praticano, almeno verso il prossimo, con più dirittura degli altri con i loro seicentotredici codicilli di precetti ecc. ecc. 


2Gli apostoli parlano col Maestro e, nonostante siano incorreggibilmente israeliti, devono riconoscere e lodare lo spirito che hanno trovato negli abitanti di Sichem i quali, lo comprendo dai discorsi che sento, hanno invitato Gesù a sostare fra di loro. 
«Hai sentito, eh?», dice Pietro, «come hanno detto chiaramente che sanno l’odio giudeo? Hanno detto: “Per Te e su Te c’è più odio che su noi samaritani per quanti siamo e quanti fummo. Ti odiano senza limite”». 
«E quel vecchio? Come ha detto bene: “È in fondo giusto che sia così, perché Tu non sei un uomo ma sei il Cristo, il Salvatore del mondo, e perciò sei il Figlio di Dio, perché solo un Dio può salvare il mondo corrotto. Perciò, essendo Tu senza limite come Dio, senza limitazioni nel tuo potere, nella tua santità e nel tuo amore, come sarà senza limite la tua vittoria sul Male, così è naturale che il Male e l’Odio, tutt’una cosa col Male, siano senza limiti contro Te”. Ha proprio detto bene! E questa ragione spiega tante cose!», dice lo Zelote. 
«Che spiega secondo te? Io... io dico che spiega soltanto che sono degli stolti», dice Tommaso spicciativo. 
«No. La stoltezza sarebbe ancora una scusante. Ma stolti non sono». 
«Ebbri allora, ebbri di odio», replica Tommaso. 
«Neppure. L’ebbrezza cede dopo essersi scatenata. Questo livore non cede». 
«E sì che più scatenato di così! È tanto che lo è... che ormai avrebbe dovuto cadere». 
«Amici, esso non ha ancora toccato la mèta», dice Gesù calmo, come se la mèta dell’odio non fosse il suo supplizio. 
«No?! Ma se non ci lasciano in pace mai?!». 
«Maestro, essi ancora non si persuadono che ho detto il vero. Ma l’ho detto. Oh! se l’ho detto! E dico anche che, se era per voi, sareste caduti tutti nella trappola come ci cadde il Battista. Ma non riusciranno perché io veglio...», dice l’Iscariota. 
E Gesù lo guarda. E lo guardo anche io domandandomi, e me lo chiedo da qualche giorno, se la condotta dell’Iscariota è causata da un buono e reale ritorno sulla via del bene e dell’amore per il suo Maestro, una liberazione dalle forze umane e extraumane che lo tenevano, o se sia un più raffinato lavoro di preparazione al colpo finale, un asservimento maggiore ai nemici di Cristo e a Satana. Ma Giuda è un essere talmente speciale che non è decifrabile. Solo Dio può capirlo. E Dio, Gesù, cala un velo di misericordia e di prudenza su tutte le azioni e sulla personalità del suo apostolo... un velo che si lacererà, completamente illuminando tanti perché, ora misteriosi, soltanto quando saranno aperti i libri dei Cieli. 


3Gli apostoli sono talmente preoccupati dall’idea che l’odio dei nemici non ha ancora raggiunto il suo termine, che non parlano più per qualche tempo. Poi Tommaso si rivolge ancora allo Zelote dicendo: «E allora, se non sono ebbri né stolti, se il loro odio spiega tante cose e non questa, che spiega allora? Che sono? Non lo hai detto...». 
«Che sono? Dei posseduti. Ciò che dicono di Lui essi sono. Questo spiega il loro accanimento che non conosce sosta, che anzi sempre più cresce più si appalesa la sua potenza. Ha detto bene quel samaritano. In Lui, Figlio del Padre e di Maria, Uomo e Dio, è l’Infinità di Dio, e infinito è l’Odio che a questa Infinità perfetta si oppone, anche se nel suo essere senza limite l’Odio non è perfetto, perché solo Dio è perfetto nelle sue azioni. Ma se l’Odio potesse toccare l’abisso della perfezione, esso scenderebbe a toccarlo, si precipiterebbe a toccarlo anzi, per rimbalzare poi, per la veemenza stessa della sua caduta nell’abisso d’inferno, contro il Cristo, a ferirlo con tutte le armi strappate all’abisso infernale. Il firmamento, regolato da Dio, ha un solo sole. Esso si alza e raggia e scompare lasciando il posto al sole più piccolo che è la luna, e questa, dopo aver raggiato a sua volta, tramonta per cedere il posto al sole. Gli astri molto insegnano agli uomini, perché essi si assoggettano ai voleri del Creatore. Ma gli uomini no. E un esempio è questo, di questo voler opporsi al Maestro. Che accadrebbe se la luna in un’aurora dicesse: “Non voglio scomparire e torno per la via già fatta”? Certo che cozzerebbe contro al sole con orrore e danno di tutto il creato. Essi questo vogliono fare, credendo di poter frantumare il Sole...». 
«È la lotta delle Tenebre contro la Luce. La vediamo ogni giorno nelle albe e nelle sere. Le due forze che si contrastano, che prendono a vicenda il dominio sulla Terra. Ma le tenebre sono sempre vinte, perché assolute non sono mai. Un poco di luce emana sempre, anche nella notte più priva d’astri. Pare che l’aria da se stessa la crei negli infiniti spazi del firmamento e l’effonda, anche se limitatissima, a far persuasi gli uomini che gli astri non sono spenti. E io dico che ugualmente, in queste particolari tenebre del Male contro la Luce che è Gesù, sempre, nonostante ogni sforzo delle Tenebre, la Luce sarà a confortare chi crede in Essa», dice Giovanni sorridendo al suo pensiero, raccolto in se stesso come se monologasse. 
Il suo pensiero viene raccolto da Giacomo d’Alfeo. «Nei Libri il Cristo è detto “Stella del mattino”. Una notte dunque Egli pure conoscerà, e - spavento mio! - noi pure la conosceremo, una notte, un tempo in cui non parrà forte la Luce, ma vittoriose le Tenebre. Ma, posto che Egli è detto Stella del mattino in modo che esclude un limite nel tempo, io dico che dopo la momentanea notte Egli sarà Luce mattutina, pura, fresca, verginale, rinnovante il mondo, simile a quella che successe al Caos nel primo giorno. Oh! sì. Il mondo sarà ricreato nella sua Luce». 
«E maledizione sarà sui reprobi che avranno voluto alzare le mani a colpire la Luce ripetendo gli errori già fatti, da Lucifero ai profanatori del popolo santo. Jeovè lascia libero l’uomo nelle sue azioni. Ma, per amore dell’uomo stesso, non permetterà che l’Inferno prevalga», termina Giuda d’Alfeo. 


4«Oh! meno male che, dopo tanto sopore di spiriti, per cui tutti sembravamo come ottusi e tardi per vecchiezza precoce, la sapienza rifiorisce sulle nostre labbra! Non sembravamo più noi! Ora ritrovo lo Zelote, e Giovanni, e i due fratelli di un tempo!», dice l’Iscariota felicitandosi. 
«Non mi pare che fossimo cambiati tanto da non parere più noi», dice Pietro. 
«Se lo eravamo! Tutti. Tu per il primo. E poi Simone e gli altri, me compreso. Se uno c’era che era su per giù quello di sempre, era Giovanni». 
«Uhm! Non so proprio in che...». 
«In che? Taciturni, come stanchi, indifferenti, pensierosi... Mai più si sentiva una delle conversazioni, simili a tante di un tempo, simili a quella di ora, che servono tanto...». 
«A disputare», dice il Taddeo ricordando come infatti sovente degenerassero in battibecchi. 
«No. A formarsi. Perché non tutti si è come Natanaele, né come Simone, né come voi di Alfeo, per nascita e sapienza. E chi lo è meno impara sempre da chi lo è più», ribatte l’Iscariota.


5«Veramente... io direi che più che tutto è necessario formarsi in giustizia. E di questa ce ne ha date magnifiche lezioni Simone», dice Tommaso. 
«Io? Ma tu vedi male. Io sono il più stolto di tutti», dice Pietro. 
«No. Tu sei quello che più sei cambiato. In questo ha ragione Giuda di Keriot. Non c’è più che ben poco in te del Simone che ho conosciuto io quando venni con voi, e che, perdona, rimase qual era per tanto tempo. Da quando ti ho ritrovato dopo la separazione per le Encenie, tu non hai fatto che trasformarti. Ora sei... sì, lo dico: sei più paterno e nello stesso tempo più austero. Compatisci tutti i tuoi poveri fratelli, mentre prima... E si vede, io almeno vedo, che ciò ti costa. Ma vinci te stesso. E mai come ora, che poco parli e poco rimproveri, ci incuti rispetto...». 
«Ma amico mio! Tu sei molto buono a vedermi così... Io, meno che l’amore per il Maestro, che mi cresce sempre, non ho proprio cambiato in nulla». 
«No. Toma ha ragione. Tu sei molto cambiato», confermano in molti. 
«Mah! voi lo dite...», dice Pietro stringendosi nelle spalle. E aggiunge: «Soltanto il giudizio del Maestro sarebbe sicuro. Ma mi guardo bene dal chiederglielo. Egli sa la mia debolezza e sa che anche una lode mal data potrebbe nuocere al mio spirito. Perciò non mi loderebbe, e farebbe bene. Capisco sempre meglio il suo cuore e il suo sistema, e ne vedo tutta la giustizia». 
«Perché hai animo retto e perché ami sempre più. Chi ti fa vedere e capire è il tuo amore per Me. Maestro tuo, il vero e più grande Maestro che ti fa capire il tuo Maestro, è l’Amore», dice Gesù che fino a quel momento ha ascoltato e taciuto. 
«Io credo che... sia anche il dolore che ho dentro...». 
«Dolore? Perché?», chiedono alcuni. 
«Eh! per tante cose, che poi, in fondo, sono una sola cosa: tutto quello che soffre il Maestro... e il pensiero di quello che soffrirà. 
6Non si può essere più svagati come i primi tempi, svagati come dei fanciulli che non sanno, adesso che si conosce di cosa sono capaci gli uomini e come si deve soffrire per salvarli. Ohilà! Credevamo tutto facile nei primi tempi! Credevamo che bastasse presentarsi perché gli altri venissero dalla nostra parte! Credevamo che conquistare Israele e il mondo fosse come... gettare una rete su un fondo pescoso. Poveri noi! Io penso che, se non ci riesce Lui a far buona preda, noi non ne faremo nessuna. Ma questo è niente ancora! Io penso che essi sono cattivi e lo fanno soffrire. E credo che questo sia il motivo del nostro cambiamento in generale...». 
«È vero. Per la mia parte, è vero», conferma lo Zelote. 
«Anche per me. Anche per me», dicono gli altri. 
«Io è tanto che ero inquieto per questo e ho cercato di... avere buoni aiuti. Ma mi hanno tradito... e voi non mi avete capito... E io non ho capito voi. Credevo che foste così come siete per stanchezza dello spirito, per sfiducia, per delusione...», confessa l’Iscariota. 
«Io non ho mai sperato umane gioie e perciò non sono deluso» , dice lo Zelote. 
«Io e mio fratello lo vorremmo vittorioso, ma per sua gioia. Lo abbiamo seguito per amor di parenti prima che di discepoli. Lo abbiamo sempre seguito sino da fanciulli, Egli il più piccolo per età di noi fratelli, ma tanto più grande sempre di noi...», dice Giacomo con la sua ammirazione sconfinata per il suo Gesù. 
«Se un dolore abbiamo è che non tutti noi della parentela lo amiamo nello spirito e col solo spirito. Ma non siamo i soli in Israele ad amarlo male», dice il Taddeo. 


7Giuda Iscariota lo guarda e forse parlerebbe, ma è distratto da un grido che li raggiunge da un poggetto che sovrasta il paesino che stanno costeggiando cercando la via per entrarvi. 
«Gesù! Rabbi Gesù! Figlio di Davide e Signore nostro, abbi pietà di noi». 
«Dei lebbrosi! Andiamo, Maestro, altrimenti il paese accorrerà e ci tratterrà fra le sue case», dicono gli apostoli. 
Ma i lebbrosi hanno il vantaggio di essere più avanti di loro, alti sulla via, ma almeno a un cinquecento metri dal paese, e scendono zoppicando sulla via e corrono verso Gesù ripetendo il loro grido. 
«Entriamo nel paese, Maestro. Essi non vi possono entrare», dicono alcuni apostoli, ma altri ribattono: «Già delle donne si affacciano a guardare. Se entriamo sfuggiremo i lebbrosi, ma non di esser conosciuti e trattenuti». 
E mentre sono incerti sul da farsi, i lebbrosi si fanno sempre più vicini a Gesù che, incurante dei ma e dei se dei suoi apostoli, ha proseguito per la sua strada. E gli apostoli si rassegnano a seguirlo, mentre donne coi bambini alle gonnelle e qualche uomo vecchio rimasto in paese vengono a vedere, stando a prudente distanza dai lebbrosi, che però si fermano a qualche metro da Gesù e ancora supplicano: «Gesù, abbi pietà di noi!». 
Gesù li contempla un istante; poi, senza accostarsi a questo gruppo di dolore, chiede: «Siete di questo paese?». 
«No, Maestro. Di luoghi diversi. Ma quel monte, dove stiamo, dall’altra parte guarda sulla via per Gerico, ed è buono per noi quel luogo...». 
«Andate allora al paese vicino al vostro monte e mostratevi ai sacerdoti». 
E Gesù riprende a camminare spostandosi sul ciglio della via per non sfiorare i lebbrosi, che lo guardano avvicinare senza avere altro che uno sguardo di speranza nei poveri occhi malati. E Gesù, giunto alla loro altezza, alza la mano a benedire. 
La gente del paese, delusa, ritorna nelle case... I lebbrosi si inerpicano di nuovo sul monte per andare verso la loro grotta o verso la via di Gerico. 
«Hai fatto bene a non guarirli. Non ci avrebbero più lasciati andare quelli del paese...». 
«Sì, e bisognerebbe giungere ad Efraim prima di notte». 


8Gesù cammina e tace. Il paese ormai è nascosto alla vista dalle curve della via molto sinuosa, perché segue i capricci del monte ai piedi del quale è tagliata. 
Ma una voce li raggiunge: «Lode al Dio altissimo e al suo vero Messia. In Lui è ogni potenza, sapienza e pietà! Lode al Dio altissimo che in Lui ci ha concesso la pace. Lodatelo, uomini tutti dei paesi di Giudea e di Samaria, della Galilea e dell’Oltre Giordano. Sino alle nevi dell’altissimo Hermon, sino alle arse petraie dell’Idumea, sino alle arene bagnate dalle onde del Mar Grande risuoni la lode all’Altissimo ed al suo Cristo. Ecco compita la profezia di Balaam. La Stella di Giacobbe splende sul cielo ricomposto della patria riunita dal vero Pastore. Ecco anche compiute le promesse fatte ai patriarchi! Ecco, ecco la parola di Elia che ci amò. Uditela, o popoli di Palestina, e comprendetela. Più non si deve zoppicare da due parti, ma scegliere si deve per luce di spirito, e se lo spirito sarà retto bene sceglierà. Questo è il Signore, seguitelo! Ah! che finora fummo puniti perché non ci siamo sforzati a comprendere! L’uomo di Dio maledisse il falso altare profetando: “Ecco, nascerà dalla casa di Davide un figlio chiamato Jeosciuè, il quale immolerà sopra l’altare e consumerà ossa di Adamo. E l’altare allora si squarcerà fin nelle viscere della Terra e le ceneri dell’immolazione si spargeranno a settentrione e mezzogiorno, a oriente e là dove tramonta il sole”. Non vogliate fare come lo stolto Ocozia, che mandava a consultare il dio di Acaron mentre l’Altissimo era in Israele. Non vogliate essere inferiori all’asina di Balaam, la quale per il suo ossequio allo spirito di luce avrebbe meritato la vita, mentre sarebbe caduto percosso il profeta che non vedeva. Ecco la Luce che passa fra noi. Aprite gli occhi, o ciechi di spirito, e vedete», e uno dei lebbrosi li segue sempre più da vicino, anche sulla via maestra ormai raggiunta, indicando Gesù ai pellegrini. 
Gli apostoli, seccati, si volgono due o tre volte intimando al lebbroso, perfettamente guarito, di tacere. E lo minacciano quasi l’ultima volta. 
Ma egli, cessando per un momento di alzare così la voce per parlare a tutti, risponde: «E che volete, che io non glorifichi le grandi cose che Dio mi ha fatto? Volete che io non lo benedica?». 
«Benedicilo in cuor tuo e taci», gli rispondono inquieti. 
«No, che non posso tacere. Dio mette le parole sulla mia bocca», e riprende forte: «Gente dei due luoghi di confine, gente che passate per caso, fermatevi ad adorare Colui che regnerà nel nome del Signore. Io deridevo tante parole. Ma ora le ripeto perché le vedo compiute. Ecco muoversi tutte le genti e venire giubilando al Signore per le vie del mare e dei deserti, per i colli e i monti. E anche noi, popolo che abbiamo camminato nelle tenebre, andremo alla gran Luce che è sorta, alla Vita, uscendo dalla regione di morte. Lupi, leopardi e leoni quali eravamo, rinasceremo nello Spirito del Signore e ci ameremo in Lui, all’ombra del Germoglio di Jesse divenuto cedro, sotto il quale si accampano le nazioni raccolte da Lui ai quattro punti della Terra. Ecco, viene il giorno in cui la gelosia di Efraim avrà fine, perché non c’è più Israele e Giuda, ma un solo Regno: quello del Cristo del Signore. Ecco, io canto le lodi del Signore che mi ha salvato e consolato. Ecco, io dico: lodatelo e venite a bere la salvezza alla fonte del Salvatore. Osanna! Osanna alle grandi cose che Egli fa! Osanna all’Altissimo che ha messo in mezzo agli uomini il suo Spirito rivestendolo di carne, perché divenisse il Redentore!». 
È inesauribile. 


9La gente aumenta, si affolla, ingombra la via. Chi era indietro accorre, chi era avanti torna indietro. Quelli di un piccolo paese, presso il quale sono ormai, si uniscono ai passanti. 
«Ma fallo tacere, Signore. Egli è il samaritano. Lo dice così la gente. Non deve parlare di Te, se Tu non permetti neppure che noi ti si preceda più predicandoti!», dicono inquieti gli apostoli. 
«Amici miei, ripeto le parole di Mosè a Giosuè figlio di Num, che si lamentava perché Eldad e Medad profetavano negli accampamenti: “Sei tu geloso per me, in mia vece? Oh! profetasse così tutto il popolo, e il Signore desse a tutti il suo spirito!”. Ma pure mi fermerò e lo congederò per farvi contenti». 
E si ferma voltandosi e chiamando a sé il lebbroso guarito, che accorre e si prostra dinanzi a Gesù baciando la polvere. 
«Alzati. E gli altri dove sono? Non eravate in dieci? Gli altri nove non hanno sentito bisogno di ringraziare il Signore. E che? Su dieci lebbrosi, dei quali uno solo era samaritano, non si è trovato altro che questo straniero che sentisse il dovere di tornare indietro a rendere gloria a Dio, prima di rendere se stesso alla vita e alla famiglia? Ed egli è detto “samaritano”. Non più ubbriachi sono allora i samaritani, posto che vedono senza traveggole e accorrono sulla via di Salute senza barcollare? Parla dunque la Parola un linguaggio straniero se lo intendono gli stranieri e non quelli del suo popolo?». 
Gira gli splendidi occhi sulla folla di ogni luogo della Palestina che si trova presente. E sono insostenibili nei loro balenii quegli occhi... Molti chinano il capo e spronano le cavalcature o si danno a camminare allontanandosi... 


10Gesù china gli occhi sul samaritano inginocchiato ai suoi piedi, e lo sguardo si fa dolcissimo. Alza la mano, che teneva abbandonata lungo il fianco, in un gesto di benedizione e dice: «Alzati e vattene. La tua fede ha salvato in te più ancora della tua carne. Procedi nella luce di Dio. Va’». 
L’uomo bacia nuovamente la polvere e prima di alzarsi chiede: «Un nome, Signore. Un nome nuovo, perché tutto è nuovo in me, e per sempre». 
«In che terra ci troviamo?». 
«In quella d’Efraim». 
«Ed Efrem chiamati da ora in poi, perché due volte la Vita ti ha dato vita. Va’». 
E l’uomo si alza e va. 
La gente del luogo e qualche pellegrino vorrebbero trattenere Gesù. Ma Egli li soggioga con il suo sguardo che non è severo, anzi è molto dolce nel guardarli, ma che deve sprigionare una potenza, perché nessuno fa un gesto per trattenerlo. 
E Gesù lascia la via senza entrare nel paesino, traversa un campo, poi un piccolo rio e un sentiero, e sale sul poggio orientale, tutto boscoso, e si inselva con i suoi dicendo: «Per non smarrirci seguiremo la via, ma stando nel bosco. Dopo quella curva, la strada si appoggia a questo monte. Vi troveremo qualche grotta per dormire, superando all’alba Efraim...».
Estratto di "l'Evangelo come mi è stato rivelato" di Maria Valtorta ©Centro Editoriale Valtortiano http://www.mariavaltorta.com/

AVE MAMMA DOLCISSIMA

domenica 1 luglio 2012

“Immergi ogni preghiera, ogni azione, ogni pensie­ro, ogni palpito, ogni atto nel Sangue delle mie piaghe: usciranno santificati e saliranno come fiamma di amo­re a Dio, e scenderanno come pioggia di espiazione nel purgatorio.”







MESE AL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'

“IL SANGUE DI CRISTO E’ LA CHIAVE DEL PARADISO.”
(S. Tommaso d’Aquíno )

PAROLE DI GESÙ A SUOR ANTONIETTA PREVEDELLO

“Se al mio Sangue chiedi la purezza, ti purificherà l’anima, il cuore, l’occhio, lo spirito, trasfondendo in te la mia stessa purezza.”
“L’anima che stabilisce la sua dimora nelle mie pia­ghe, e specialmente in quella del Costato, è difesa da ogni tentazione: a poco a poco si attutiscono in essa le esigenze della vita naturale, perde la conoscenza delle cose caduche per ricordare soltanto quelle eter­ne.”
“Ogni volta che l’anima bacia le ferite del Crocifisso merita che io baci le piaghe della sua miseria e dei suoi peccati”.
Io ricompenso con sette mistici doni, quelli dello Spirito Santo, atti a distruggere i sette peccati capitali, quelli che baciano per adorazione le piaghe sangui­nanti del mio Corpo.”
“Immergi ogni preghiera, ogni azione, ogni pensie­ro, ogni palpito, ogni atto nel Sangue delle mie piaghe: usciranno santificati e saliranno come fiamma di amo­re a Dio, e scenderanno come pioggia di espiazione nel purgatorio.”

1 luglio.

LA FESTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

Proprio all’inizio di questo mese, dedicato a celebrare le glorie e i benefici del Preziosissimo Sangue di Gesù, la Chiesa ci ha fatto cele­brare fino a qualche tempo fa, in onore di questo Sangue, una festa solenne, quasi a coronamento del mese del S. Cuore.
L’origine di questa festa non è antica: risale a Pio IX, il cui pontifi­cato fu una delle epoche più gloriose per lo sviluppo di questa devozione. Già si celebrava in qualche luogo una festa del Preziosissi­mo Sangue nel venerdì della quarta settimana di quaresima, ma fu Pio IX a voler istituire una festa universale alla prima domenica di luglio, come un monumento alle vicissitudini della S. Sede e come un “Te Deum” perpetuo di ringraziamento per l’ottenuta liberazione dall’esilio di Gaeta. La festa fu poi fissata da S. Pio X al primo luglio.
II significato di questa solennità che si celebrava è del tutto affine a quello del S. Cuore, con cui aveva in comune il Vangelo della Messa. C’è un’intima relazione tra il Cuore e il Sangue, non solo perché dal Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia, sgorgò acqua e Sangue: ma anche perché il primo calice nel quale quel Sangue divino fu consacrato e vivificato, fu proprio il Cuore dei Verbo incarnato. La S. Messa esalta l’efficacia redentrice del Preziosissimo Sangue e ci invita a dissetarci alle fonti divine delle piaghe di Gesù, affinché il suo Sangue sia pegno per noi di vita eterna.
Fioretto: Esperimenta l’efficacia purificatrice dei Preziosissimo Sangue in una buona Confessione e tieni sotto controllo le disordinate passioni ricevendo spesso a larghi sorsi, nella santa Comunione, quel Sangue che fa germogliare la verginità nei cuori.
ORIGINE DELLA CONFRATERNITA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE. Fin dal 1600 in più luoghi della Spagna esistevano già confraternite dei Preziosissimo Sangue. Ce n’era una anche a Ravenna e un’altra fu eretta a Roma sotto Gregorio XIII. Ma il pontificato di Pio VII fu la grande epoca della storia di questa devozione. Albertini, Vescovo di Terracina, Bonanni, Vescovo di Norcia e S. Gaspare del Bufalo eressero in Roma, nella chiesa di S. Nicola in Carcere, un’arciconfraternita a cui ne furono in seguito aggregate altre sparse in tutto il mondo.
2 luglio.
STORIA DELLA DEVOZIONE AL PREZIOSISSIMO SANGUE

“In un certo senso – scrive P. Faber – tutta la storia della Chiesa è la storia della devozione al Preziosissimo Sangue”, perché è la storia della predicazione del Vangelo e dell’amministrazione dei sacramenti. Come devozione speciale e separata è certamente esistita nella mente e nel cuore dell’apostolo Paolo; lo si può vedere dall’insistenza con cui ne parla nelle sue lettere. S. Paolo si può chiamare a ragione il “dottore del Preziosissimo Sangue” e può essere considerato come l’iniziatore della sua speciale devozione. La forza della sua missione apostolica scaturiva proprio da questa devozione.
Fra i santi Padri della Chiesa abbiamo S. Giovanni Crisostomo in Oriente e S. Agostino in Occidente, che possono essere considerati come tra i più notevoli esempi di una speciale devozione al Preziosissimo Sangue. II grande zelo che ardeva nel Crisostomo e l’entusiasmo divenuto in S. Agostino una vera passione, per il Sangue di Gesù che operò la nostra redenzione, spiegano la preminenza di questa devozione nei loro scritti.
Le rivelazioni di S. Geltrude sono piene delle più soavi e profonde espressioni riguardo al Preziosissimo Sangue di Gesù. Ma questa devozione pare aver preso la sua forma moderna e la sua consistenza in S. Caterina da Siena, che può essere giustamente chiamata la ‘profetessa del Preziosissimo Sangue’ (P. Faber).
Fioretto: Recita adagio le litanie del Preziosissimo Sangue, in cui sono raccolte le sue principali glorie e i suoi preziosi benefici.
ESEMPIO In S. Lubgarda e in S. Angela da Foligno, che pure ebbero la grazia di essere invitate da Gesù stesso a posare le loro labbra sul suo costato aperto, il ricordo del Preziosissimo Sangue è intermitten­te. In S. Caterina sarà invece un pensiero costante, l’ansia di ogni ora, un’idea fissa, un bisogno irrinunciabile. Fino a un certo punto le sue lettere cominceranno così: “lo vi scrivo nel prezioso Sangue…”. Al suo confessore, Raimondo da Capua, raccomanda: “Immergetevi nel San­gue di Gesù Crocifisso, bagnatevi in quel Sangue, inebriatevi con quel Sangue, crescete e fortificatevi in quel Sangue”. “In mezzo ai miei lavori – scriveva ancora – voglio essere accompagnata da quel Sangue”.
3 luglio.
L’OGGETTO DEL CULTO DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

L’oggetto primario del culto al Preziosissimo Sangue è la persona adorabile di Gesù, l’oggetto secondario è il suo Sangue.II motivo generale è come per il S. Cuore: la dignità divina di Cristo, a cui quel Sangue appartiene; mentre il motivo speciale del culto al Preziosissimo Sangue sta nel fatto che Dio ha voluto che quel Sangue fosse il prezzo della nostra redenzione.
Dio poteva redimere l’umanità anche senza l’Incarnazione. Ma anche dopo aver deciso l’Incarnazione Dio poteva far sì che fossero sufficienti le prime lacrime del Bambino Gesù, oppure le poche gocce di Sangue versate nel momento della circoncisione.
L’infinita Giustizia, Sapienza e Bontà che è Dio ha invece voluto che la nostra redenzione fosse condizionata ai versamento di tutto il Sangue dell’Uomo-Dio. Ed era quel Preziosissimo Sangue che rende­va gradito a Dio il sangue delle vittime dell’Antica Alleanza, le quali vittime erano delle figure anticipatrici del vero Agnello che avrebbe tolto i peccati dei mondo.
Guai a noi se Gesù non fosse venuto sulla terra a redimerci!
Il Sangue di Cristo non solo ci ha riscattati, ma è anche la sorgente di ogni grazia, il prezzo di ogni favore che ci viene da Dio.
Quale profonda gratitudine e quale grande amore dovremmo sentire per questo prezioso tesoro da cui ci è venuto e da cui possiamo aspet­tarci ogni bene!
Fioretto: Rifletti sul fatto che sei stato comprato da Cristo e che, quindi, sei cosa sua e a lui solo devi servire. Stai vivendo per Gesù Cristo, o per il mondo, per le creature e per le tue passioni?
ESEMPIO Francesca della Madre di Dio, suora carmelitana, un giorno, prima di ricevere la Santa Comunione, fu profondamente colpita da queste parole contenute nel libro dell’Apocalisse: “Egli ci ha amato e ha lavato i nostri peccati col suo Sangue”. Subito dopo il Signore le disse internamente. “Io ho versato il mio Sangue per i vostri peccati e ora vengo nella S. Comunione a lavare le altre macchie che vi sono rimaste”. E ricevuta la Comunione vide la sua anima tutta ricoperta del Sangue di Gesù.

LITANIE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

Signore, pietà Signore, pie­tà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Padre dei cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Sangue di Cristo, Unigenito dell’eterno Padre salvaci
Sangue di Cristo, Verbo di Dio incarnato salvaci

Sangue di Cristo, Nuovo ed Eterno Testamento salvaci

Sangue di Cristo, disceso fino a terra nell’agonia salvaci

Sangue di Cristo, profuso nella flagellazione salvaci

Sangue di Cristo, che emani nella coronazione di spine salvaci

Sangue di Cristo, versato sulla croce salvaci
Sangue di Cristo, prezzo della nostra salvezza salvaci
Sangue di Cristo, senza il quale non c’è perdono salvaci
Sangue di Cristo, presente nell’Eucaristia salvaci

Sangue di Cristo, fiume di misericordia salvaci

Sangue di Cristo, vincitore dei demoni salvaci
Sangue di Cristo, fortezza dei martiri salvaci
Sangue di Cristo, vigore dei confessori salvaci
Sangue di Cristo, che generi i vergini salvaci
Sangue di Cristo, sostegno nei pericoli salvaci
Sangue di Cristo, aiuto degli oppressi salvaci
Sangue di Cristo, conforto nel pianto salvaci

Sangue di Cristo, speranza dei penitenti salvaci

Sangue di Cristo, sollievo dei moribondi salvaci
Sangue di Cristo, pace e dolcezza dei cuori salvaci
Sangue di Cristo, pegno di vita eterna salvaci
Sangue di Cristo, che liberi le anime del purgatorio salvaci
Sangue di Cristo, degnissimo di ogni onore e gloria salvaci
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi

4 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E’ IL PREZZO DELLE ANIME

II pregio di una perla preziosa si valuta dal prezzo che si è disposti a pagare per averla; e quanto più alto è il prezzo, tanto più quella perla è considerata preziosa.
Ora, la nostra anima non è stata comprata con l’oro o con l’argento, ma con un prezzo inestimabile, infinitamente più alto, cioè col Sangue Preziosissimo che il Figlio di Dio ha sparso per noi in alcuni momenti della sua vita e soprattutto sulla croce alla fine della sua esistenza terrena. Quanto è grande dunque la dignità della nostra anima!
Già tanto preziosa perché creata a immagine e somiglianza di Dio, è resa ancora più preziosa dalla sua redenzione, perché riscattata da Gesù a prezzo del suo Sangue e della sua vita.
Quanto siamo costati al Signore!
A nulla ci serviranno gli onori, le ricchezze, i piaceri se poi perdiamo l’anima. Ecco l’affare più importante di cui dobbiamo occuparci in questa vita: salvare la nostra anima, per redimere la quale Gesù ha tanto sofferto.
Anche noi dobbiamo saper soffrire con coraggio e, se ci è possibile, volentieri, per amore suo e per salvarci, altrimenti a nulla ci servirà il suo Sangue.
“Quel Dio che ti ha creato senza di te – ci dice S. Agostino – non può salvarti senza di te”.
Fioretto: Recita la terza parte del Rosario meditando i misteri dolorosi.
ESEMPIO Il Ven. Buonsignore Caccinguerra, amico e compa­gno di S. Filippo Neri, era entusiasta di questa devozione. Un giorno, mentre si lamentava al pensiero che i pagani, gli ebrei e i musulmani non potessero approfittare del Sangue del Salvatore, nostro Signore gli apparve col Sangue sgorgante dal suo costato e gli disse: “E’ per tutti e per chiunque ne vuole”.
Quando lo stesso S. Filippo Neri istituì a Roma la visita alle sette chiese, intendeva offrire al fedeli la possibilità di una devozione alle sette principali effusioni del Sangue di Gesù e assegnò una effusione speciale di quel Sangue a ognuna di quelle sette chiese.
MISTERI DOLOROSI
Primo mistero:
L’agonia del Getsemani “Gesù andò con i suoi discepoli in un luogo chiamato Getsemani e cominciò a provare tristezza e angoscia” (Mt 26, 36-37). “Ed entrato in agonia, pregava più intensamente e il suo sudore di­venne come gocce di sangue che scor­revano fino a terra” (Lc 22,43-44). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Secondo Mistero:
La flagellazioneQuelli ancor più gridavano: Crocifig­gilo! Allora Pilato, volendo tare il popolo, liberò Barabba e, do­po aver fatto flagellare Gesù, lo con­segnò perché fosse crocifisso” (Mt 15,13-15). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Terzo Mistero:
L’incoronazione di spineI soldati lo condussero nell’atrio del Pretorio. Lo rivestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela conficcarono sul capo. Si misero poi a salutarlo: Salve, o Re dei Giudei!” (Mc 15,16-18). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quarto Mistero:
La “Via Crucis”Presero dunque Gesù e lo condussero via. Ed egli, portando la croce, uscì verso il luogo chiamato Calvario, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero” (Gv 19, 16-17). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quinto Mistero:
Crocifissione e morte di Gesù “Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle quindici” (Mc 15,33). “Gesù gridando a gran voce disse: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. Detto questo, spirò” (Lc 23,46). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria


5 luglio.

IL IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL PECCATO

“Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato” (Gv 8, 34), cioè cade sotto il dominio tirannico del demonio, in balìa del potere malvagio di colui che “li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà” (2 Tm 2, 26).
Questo dominio del diavolo si è attuato nel trionfo del paganesimo, nel quale egli, sotto nomi diversi, era adorato come un dio. Si è rivelato anche nei molti casi di possessione diabolica, in cui, non contento di possedere le anime, si impadroniva anche dei corpi e li tormentava. Ma è venuto Gesù a vincerlo. E’ venuto a lavare le nostre colpe, che sono l’unica cosa che può dare al demonio un vero potere su di noi.
II Preziosissimo Sangue di Gesù non solo cancella le nostre colpe, ma rimedia anche agli orribili mali causati dal peccato. Per il peccato sono entrate nel mondo la morte temporale, la morte spirituale e la morte eterna.
II peccato spoglia l’anima della grazia santificante e la rende ripugnante agli occhi purissimi di Dio, la rende deforme e schiava dei demonio. E oltre a ciò offende la maestà del Signore e provoca la sua divina giustizia. Ora, chi può rimediare a tanti mali se non il Sangue di Cristo, balsamo salutare che sana ogni ferita dell’anima? Solo il Sangue di Gesù calma lo sdegno di Dio, ci riconcilia con la divina giustizia, ci purifica da ogni colpa e ci ridona i meriti perduti. Quanto è grande la bontà di Gesù che ci dona, col suo Sangue, così tanti e così grandi rimedi! Quanto devo turbarmi se considero il numero, la gravità e la malizia dei miei peccati! Ma se rivolgo uno sguardo alle piaghe dei Crocifisso che gronda Sangue… quanto diventa facile confidare nella sua misericordia e nel suo perdono!

Fioretto: Fa devotamente 
il pio esercizio della “Via Crucis”.

ESEMPIO Si legge di Osanna da Mantova che aveva una devozione così grande al Preziosissimo Sangue che ogni volta che vedeva sangue umano veniva rapita in estasi.

S. Maria Francesca delle Cinque Piaghe (Napoli) fu comunicata dall’arcangelo Raffaele con il calice, che per un po’ venne a mancare al sacerdote sull’altare. E’ stata, questa, una risposta al vivissimo desiderio che ella aveva di quel Sangue e un premio per questa sua devozione.
VIA CRUCIS
Il Venerdì Santo, 30 Marzo 1923, Ge­sù dettò a Josefa le preghiere dette alla Via Crucis
“Vieni a contemplarmi durante il do­loroso cammino del Calvario, dove sto per spargere il mio Sangue, adoralo ed offrilo al mio Padre celeste affinché serva per la salvezza delle anime”.
1° STAZIONE
- Ascolta come pro­nunciano contro di Me la sentenza di morte. Considera con quale silenzio, con quale pazienza e con quale man­suetudine la riceve il mio Cuore.
Anime che cercate d’imitare la mia condotta, imparate a mantenere il si­lenzio e la serenità di fronte a ciò che vi mortifica e contraria.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
2° STAZIONE
- Guarda la Croce che mettono sulle mie spalle. II suo pe­so è grande, ma l’amore che sento verso le anime è molto più grande. Anime che mi amate, confrontate la vostra sofferenza con l’amore che mi portate, e non permettete che l’abbattimento spenga la fiamma di questo amore.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
3° STAZIONE
- Il peso della Croce mi fa cadere a terra, ma lo zelo per la salvezza delle anime mi fa risollevare, prendere nuovamente animo e prose­guire il cammino.
Anime che ho invitato a dividere il peso della mia Croce, vedete un po’ se il vostro zelo per le anime vi infonde nuova energia per andare avanti nel cammino dell’abnegazione e della ri­nuncia di voi stesse, oppure se l’ecces­sivo amor proprio atterra le vostre for­ze e non vi lascia sopportare il peso della Croce.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
4° STAZIONE
- Qui incontro la mia Santissima e diletta Madre. Considera il martirio che soffrono i nostri due Cuori! Tuttavia il dolore dell’uno e del­l’altro si uniscono vicendevolmente, e l’amore per quanto doloroso, trionfa.
Anime che camminate per lo stesso sentiero e che avete di mira gli stessi intenti, la vista delle vostre sofferenze vicendevoli vi animi e vi fortifichi af­finché l’amore trionfi. L’unione nel do­lore vi sostenga, e vi faccia abbracciare generosamente le spine del cammino.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
5° STAZIONE
- Considera come Si­mone di Cirene accetta questo peso crudele e penoso per un meschino inte­resse e come il mio Corpo va perdendo le forze.
O anime se vi vengono meno le forze alla vista della lotta continua contro la propria natura, considerate che portate la mia Croce, non già per un piccolo premio o per un godimento terreno e passeggero, ma per acquistare la vita eterna e per procurare la stessa felicità ad altre anime.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
6° STAZIONE
- Considera la carità con cui questa donna (la Veronica) vie­ne a tergere il mio volto, e come per amore vince ogni rispetto umano.
Ah! non permettete che un futile ti­more di perdere la reputazione o la fama vi impedisca ora di tergere il mio volto con atti di generosità e di amore. Vedete come il sangue lo inonda!
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
7° STAZIONE
- La Croce va esau­rendo le mie forze. Il cammino è lungo e penoso; nessuno si avvicina per por­germi aiuto: e il mio affanno è tale che cado una seconda volta.
Anime che camminate alla mia se­quela, non perdetevi di coraggio se nel­la vostra vita senza consolazioni umane e piena di aridità vi vedete private di ogni consolazione spirituale. Prendete animo alla vista del vostro Modello sul cammino del Calvario. Vedete, è la se­conda volta che cade, ma si rialza e prosegue il cammino fino al termine. Se volete attingere un po’ di forza, ve­nite e baciategli i piedi!
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
8° STAZIONE
- Vedendomi in tale stato di ignominia le donne di Gerusa­lemme piangono.
Il mondo piange dinanzi alla soffe­renza: ma Io vi dico, o anime che mi seguite per il cammino stretto, che un giorno, il mondo vi vedrà camminare per ampie e fiorite praterie, mentre lui e i suoi seguaci cammineranno sopra il fuoco che essi stessi si preparano coi lo­ro godimenti.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
9° STAZIONE
- Considera che qua­si sono prossimo al Calvario e cado per la terza volta. Così darò forza a quelle povere anime che, in pericolo di morte eterna, si rammolliranno col Sangue delle ferite che produce questa terza caduta: otterrò loro grazia per rialzarsi e giungere ad ottenere la vita eterna.
Anime che desiderate imitarmi, non ricusate mai il più piccolo atto, anche se vi produce nuove ferite. Non impor­ta! Questo sangue darà la vita ad un’a­nima! Imitate il vostro Gesù che avanza verso il Calvario!
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
10° STAZIONE -
Considera con quanta crudeltà mi spogliano delle ve­sti! Contempla come Io rimango in si­lenzio e in un totale abbandono!
Lasciatevi spogliare di quanto posse­dete, sia dei beni che della propria vo­lontà. In cambio lo vi rivestirò con la tunica della purezza e coi tesori del mio Cuore.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
11° STAZIONE
- Già sono giunto sulla cima dove mi daranno la morte. Già mi stendono e mi inchiodano sulla Croce! Non ho più nulla… Neppure la libertà di muovere una mano… un pie­de… Non sono i chiodi che mi tratten­gono, ma l’amore! Perciò dalle mie lab­bra non cade né un lamento né un so­spiro.
Voi siete inchiodate sulla croce e siete trattenute dai chiodi. Non lagna­tevi, non mormorate quando questi chiodi benedetti vi lacerano le mani e i piedi.
Venite e baciate i Miei: qui troverete la forza.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
12° STAZIONE
- La Croce è la mia compagna sul cammino del Calvario, sulla Croce esalo l’ultimo respiro.
Anime che avete avuto la croce per compagna inseparabile durante la vo­stra vita, siate certe che su di essa esa­lerete il vostro ultimo respiro: ma è pe­rò anche certo che essa sarà la porta per cui entrerete alla vita.
Baciate costantemente questo pegno sacro e benedetto: abbracciatelo con tenerezza ed amatelo come il più gran­de dei vostri tesori.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
13° STAZIONE
- Considera la cari­tà con cui Giuseppe d’Arimatea si inca­rica di calare il mio corpo dalla Croce. Lo depone fra le braccia di mia Madre. Essa lo adora e lo bacia; lascia cadere le sue lacrime sul mio volto e su tutte le mie membra. Poi lo consegna a quel­li che dovranno imbalsamarlo e depor­lo nel sepolcro.
O anime tutte venite. Prendete il mio corpo, imbalsamatelo con gli aromi del­le vostre virtù! Adorate le sue piaghe! Baciatele e lasciate che le vostre lacri­me cadano sul mio volto! E poi mette­temi nel sepolcro del vostro cuore.
E dite anche una parola di conforto alla cara Madre mia e vostra.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».
14° STAZIONE
- Considera con quanta delicatezza mi mettono nel se­polcro. È nuovo e quindi puro senza la più leggera macchia.
Anime che mi siete unite cercate tut­te le delicatezze che vi suggerirà l’amo­re, affinché il vostro cuore sia puro e ben adorno per seppellirmi nell’amore tenero, forte, costante e generoso. Ora bacia e adora le mie Piaghe, e recita il “Miserere”.
«Eterno Padre, ricevi il sangue Divi­no che Gesù Cristo Figlio tuo ha sparso nella sua Passione. Per le sue Piaghe, per il suo Capo trapassato di spine, per il suo Cuore, per tutti i suoi Meriti per­dona alle anime e salvale».
Baciando la terra:
«Sangue Divino del mio Redentore, io Ti adoro con profondo rispetto e grande amore, per riparare gli oltraggi che ricevi dalle anime».

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6 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE ANIMA DEL SACRIFICIO

Non c’è nulla di più necessario dello spirito di sacrificio per chi tende, com’è dovere di tutti, al proprio perfezionamento. “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24).
Se la vita cristiana consistesse soltanto in preghiere e pratiche di pietà, sarebbe abbastanza facile e piacevole; ma la santità si nutre anche di spirito di sacrificio ed è proprio da questo che l’uomo maggiormente rifugge.
Ebbene, la devozione che più di ogni altra ci suggerisce lo spirito di sacrificio, ci incoraggia a portare la croce e a rassegnarci perfettamente alla volontà di Dio è la devozione al Preziosissimo Sangue.
Se guardiamo devotamente Gesù Crocifisso che gronda Sangue dalle sue piaghe, se pensiamo al suo capo coronato di spine, al suo corpo torturato da tremendi flagelli, al suo costato aperto, con quale coraggio rifiuteremo la sofferenza?
Sentiremo il cuore così riscaldato e riconoscente fino a saper gioire nelle nostre sofferenze e ci sarà facile bere a quel calice un po’ delle amarezze che Gesù ha bevuto prima di noi, molto più di noi e per noi.
“Se la tentazione di ribellarci farà tumulto dentro di noi, il Sangue di Gesù – dice S. Giovanni Crisostomo – sarà la medicina celeste che ci donerà la pace”. E quale sollievo interiore sentiremo considerando che nel suo Sangue ha trasformato in fonte di meriti le nostre sofferen­ze, dando loro un valore infinito, così che un breve soffrire ci frutta un eterno godere!
Fioretto: Contempla almeno per cinque minuti un Crocifisso.
ESEMPIO Nella vita della Ven. Anna di Gesù, compagna di S. Teresa, si legge che una volta nella Comunione si sentì la bocca piena di dolcissimo Sangue sgorgato dall’Ostia. Un’altra volta ebbe una visione della gioia che un numero incalcolabile di anime beate del cielo hanno trovato grazie a quel Sangue.
Portentoso è pure il caso della sete misteriosa di S. Clara da Rimini, una sete che veniva soddisfatta solo dal Sangue di Gesù ricevuto nella S. Comunione.

7 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE ARRICCHISCE L’ANIMA

S. Geltrude nelle sue ammirabili estasi vide scorrere, dalle santissi­me piaghe di Gesù, come un fiume larghissimo, il Sangue divino che feconda la Chiesa. Tutte le virtù che adornano le anime, per essere meritevoli di vita eterna devono trarre splendore da questo Sangue. Come infatti potrebbe un’anima meritare qualcosa se Gesù non avesse sparso il suo Sangue? Le nostre preghiere non salirebbero al cielo e le nostre penitenze non sarebbero gradite a Dio, se non fossero avvalorate da questo Sangue sparso per noi. E come il sole dà luce a tutta la terra e tutto vivifica, e senza di esso non vi sarebbero che tenebre, così le anime, senza questa sorgente di luce e di vita eterna sarebbero nelle tenebre e nell’impossibilità di meritare anche il più piccolo dono dal Signore.
L’umiltà sarà esaltata grazie al Sangue che Gesù ha sparso in mezzo a mille umiliazioni. La pazienza verrà coronata in cielo grazie ai patimenti che Gesù ha sopportato versando il suo Sangue per noi.
La purezza risplende grazie a questo Sangue e l’anima che la possiede è simile, già in questa vita, agli angeli dei cielo grazie all’Agnello immacolato che si è sacrificato sulla croce. La carità, poi, grazie a questo Sangue si infiamma e rende l’anima gradita a Dio per quell’amore ardentissimo di Gesù che nel suo Sangue ci ha redenti.
Oh Sangue benedetto, fa che tutti conoscano quale tesoro incompa­rabile si racchiude in te!
Fioretto: Recita cinque volte il “Padre nostro” in onore delle cinque piaghe di Gesù.
ESEMPIO Nella vita della carmelitana Margherita da Beaume, l’apostola della devozione a Gesù Bambino, si legge che spesso vedeva il Sangue di Gesù nelle anime. Queste anime ne erano così abbellite e nobilitate che Margherita non tollerava che qualcuno ricevesse dei rimproveri, anche giusti, tanta era la riverenza che nutriva verso ogni anima, anche se colpevole, per il Sangue di Gesù che in essa scorgeva.
Suor Benedetta d’Egershelm dopo la Comunione sentiva spesso il Sangue di Gesù scorrere nella sua gola. Questo Sangue bruciava in lei ogni residuo di peccato fino a renderla un purissimo vaso di santità.
PADRE NOSTRO:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
8 luglio
IL PREZIOSISSIMO SANGUE FONTE DI PACE

II potere salvifico del Preziosissimo Sangue di Gesù è stato intravisto e preannunciato dai profeti.
Sette secoli prima della venuta di Gesù, il profeta Isaia aveva predetto che, nella pienezza dei tempi, con la venuta del Messia, le anime avreb­bero attinto nella gioia interiore alle acque di soavità che sarebbero scaturite dalle fonti del Salvatore.
Queste acque sono le celesti consolazioni che si ricavano dal Sangue Preziosissimo di Gesù, Sangue che scaturisce da tante fonti quante sono le sue santissime piaghe.
Quale anticipo di paradiso pregustano le anime che coltivano una sincera e costante devozione al Sangue divino di Gesù!
Queste anime possiedono il tesoro della grazia santificante attinta nella partecipazione ai santi Sacramenti, esperimentano la pace dell’a­nima e gli angeli e la loro Regina, Maria Santissima, le ammirano con sguardo di amore.
Gustano poi una gioia ancora più grande: la speranza del paradiso che sanno di poter un giorno godere grazie ai meriti guadagnati dal Sangue di Gesù.
Non priviamoci delle gioie celesti che questo balsamo salutare dona ai nostri cuori!
Fioretto: Durante il giorno ripeti più volte la seguente giacula­toria: “Mio Dio, tutte le Messe che si celebrano oggi nel mondo te le offro per i peccatori che sono in agonia e che moriranno in questo giorno. II Sangue Preziosissimo di Gesù Redentore ottenga loro misericordia e salvezza” .
ESEMPIO Singolare fu la devozione di S. Filippo Neri al Prezio­sissimo Sangue di Gesù.
Celebrando la S. Messa era solito mettere molto vino nel calice perché le sacre Specie durassero in lui più a lungo, e fu osservato che molte volte dopo la consacrazione il calice appariva pieno di vero Sangue. Per cui non desta meraviglia che nel comunicarsi bevesse quel Vino consacrato con tale affetto da versare abbondanti lacrime di com­mozione e di consolazione.
9 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE CONFERMA LA FEDE

Nel santo Battesimo il Signore ha infuso nell’anima nostra il prezioso dono della fede e dalle tenebre ci ha chiamati alla sua ammirabile luce. Dono prezioso che ha dato a noi, a preferenza di tante altre anime che brancolano lontane dalla fede, fuori da quell’arca di salvezza che è la Chiesa.
II Battesimo è il dono che ci fa figli di Dio e ci otterrà il paradiso, se sapremo tradurlo in opere buone. E’ per meritarci questo dono e per suggellare le cose che aveva insegnato con la parola e con l’esempio che Gesù ha sparso il suo Sangue.
La devozione a questo Sangue divino conserverà nel nostro cuore la fede ricevuta nel Battesimo, la alimenterà e la renderà sempre più salda. I martiri trovarono la forza di dare la loro vita, in difesa della fede, perché sorretti dal pensiero che anche Gesù aveva dato la sua vita per testimoniare fino in fondo le verità che aveva insegnato.
Quanti cristiani, uomini e donne, bambini e adulti, vergini e sposati, hanno sacrificato la vita animati dalla fede in quel Sangue divino!
E noi, come imitiamo questi esempi? Nelle nostre opere siamo coerenti con la fede che professiamo? O invece ci accontentiamo di una fede debole e moribonda perché non nutrita dalle opere buone?
Non facciamo forse, almeno qualche volta, come le vergini stolte di cui parla il vangelo, che tennero la lampada della fede senza l’olio della carità?
Fioretto: Recita adagio e attentamente il “Credo”.
ESEMPIO S. Eleazaro, conte di Ariano (Avellino) fu provato da Dio con grandi tribolazioni. spogliato dei suoi beni, perseguitato da calunnie infami, trovò la forza di sopportare tutto con eroica pazienza. Interpellato dalla moglie che gli chiedeva quale fosse il segreto di tanta forza, rispose: “Quando mi si presenta qualcosa di disgustoso mi na­scondo nelle piaghe di Gesù, penso a quanto egli ha sofferto per me e non mi allontano da questi pensieri finché in quelle ferite e in quel Sangue non sento alleggerita e confortata ogni mia pena”. Nato in Provenza, morì a soli quarant’anni nel 1323 e fu sepolto ad Apt, accanto alla sua sposa, la beata Delfina.
CREDO:
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito da Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di la verrà a giudicare i vivi e i morti.Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
10 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE FORTIFICA LA SPERANZA

“Mentre viviamo in questo esilio – dice S. Bernardo – la nostra anima è come in un mare tempestoso”.
Il ricordo delle colpe passate, il timore del severo giudizio di Dio e la nostra debolezza ci molestano e possono spingerci fino allo scoraggiamento.
Ma se pensiamo spesso e con tanto amore al Sangue divino che l’Agnello immacolato presenta al Padre suo per ottenerci la salvezza, allora ci sentiremo rasserenati e confortati. Offriamolo pertanto all’eterno Padre questo Sangue, riceviamolo spesso nei sacramenti, invochiamolo nei momenti difficili, usiamolo come scudo inespugnabile contro tutte le tentazioni e correremo spedi­tamente sulle vie del Signore, confidando vivamente che chi ci ha dato il suo Sangue ci darà anche la forza di non cadere e ogni aiuto necessario per rimediare ai nostri difetti.
Allora, pur vedendo le nostre imperfezioni e continuando a odiare il peccato, avremo la pace nel cuore, saremo nell’umiltà e grazie al Sangue di Gesù vinceremo ogni tentazione e salveremo la nostra anima.
Fioretto: Recita con devozione “Atto di speranza”.
ESEMPIO Nel sec. Xlll viveva nel convento di Bevagna (Perugia) un vecchio religioso di nome Giacomo, di grande umiltà. Sinceramente si credeva il più miserabile degli uomini e cadeva spesso in una grande angoscia per il timore dell’inferno. Passava i giorni e le notti ai piedi di un grande Crocifisso, unico ornamento della sua cella, tremando al pensiero dei suoi peccati. Quel Crocifisso gli era caro perché dono di sua madre. Un giorno, mentre era prostrato a terra, gravato dalla solita angoscia per i suoi peccati, vide sgorgare dal petto trafitto di Gesù uno zampillo di Sangue che gli coprì il volto e le mani e sentì una voce che diceva: “Giacomo, questo Sangue sia per te pegno sicuro di vita eterna”. In un istante scomparve la sua angoscia e una grande pace gli inondò l’anima. Quando, perì numerosi miracoli che avvenivano alla sua tomba, si volle collocare il suo corpo in un luogo più onorevole, fu trovato intatto e con ancora visibili le tracce lasciate dal Sangue miracoloso.
Come il Beato Giacomo da Bevagno, operiamo per la nostra salvezza con timore e tremore, ma conservando anche una grande fiducia nel potere infinito del Sangue di Gesù.

ATTO DI SPERANZA

Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo, nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere, che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno.

11 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE INFIAMMA LA CARITA’

Per salvarci, il Figlio di Dio è sceso dagli splendori di gloria che aveva in cielo con il Padre e con lo Spirito Santo, è venuto sulla terra e si è fatto simile a noi.
Con noi ha condiviso gioie e dolori. Non basta, col suo Sangue ci ha redenti.
Un giorno disse: “Io offro la mia vita per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso” (Gv 10, 17-18).
Dunque, la vita non l’hanno tolta a Gesù contro la sua volontà, ma l’ha donata lui liberamente, per amore.
Come potremo, davanti a questa certezza di fede, non sentire un grande amore per il Figlio di Dio che si è fatto Figlio dell’uomo e fratello nostro?
Saremo più ingrati degli animali che sentono e dimostrano riconoscenza per i loro benefattori?
Se non ci sentiamo animati da un forte amore per il Signore Gesù è perché non riflettiamo abbastanza alle tante meraviglie operate dal suo amore a vantaggio nostro e pagate con il suo sacrificio.
Domandiamoci spesso: Perché tanto Sangue? Perché Gesù ha vo­luto accettare tanto dolore? La risposta della fede è semplice e conso­lante: Gesù ha voluto soffrire e morire per liberarci dal potere di Satana e donarci il paradiso.
E anche se ora Gesù è asceso al cielo ed è alla destra del Padre, a godere la gioia e la gloria che ha meritato per sé, ha lasciato alla Chiesa l’inestimabile dono del suo Sangue perché noi possiamo attingervi a nostro vantaggio e raggiungerlo in paradiso.
Fioretto: Recita attentamente l’Atto di carità”.
ESEMPIO Trovandosi S Francesco Caracciolo vicino alla morte, dopo aver fatto con profonda umiltà la confessione generale e dopo aver ricevuto gli ultimi sacramenti, preso in mano il Crocifisso ripeteva: “Sangue di Gesù che sei stato sparso per me, tu sei mio; lo voglio, Signore, dammelo, che è mio, non negarmelo”. E baciando le sante piaghe di Gesù continuava: “Sangue Preziosissimo del mio Gesù, tu sei mio e solo per te e con te io spero di salvarmi”. Econ questi sentimenti serenamente spirò.

ATTO DI CARITA’:

Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amor tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.

12 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE SOLLEVA LE ANIME PURGANTI
Dio, giusto giudice, trattiene nel purgatorio quelle anime che partirono da questo mondo non perfettamente purificate; solo quando si sono liberate dalle scorie dei loro peccati le ammette alla gioia eterna del paradiso. Ma, da Padre pieno di amore qual’è, desideroso di vederle presto liberate da tante pene, mette nelle nostre mani il prezzo della loro liberazione. Quale conforto, quale refrigerio, quale sollievo offre a quelle anime il Sangue Preziosissimo di Gesù!
In molti modi si può applicare alle anime del purgatorio il Sangue di Gesù, ma quanto è più efficace se si applica per mezzo del sacrificio della Messa! Quante anime si possono liberare da quel carcere di dolore con una sola Messa! Com’è possibile dunque non sentire il dovere di aiutarle? Quante volte il Signore ha fatto vedere, ad anime privilegiate, altre anime che festanti salivano al cielo dal purgato­rio, proprio mentre durante la Messa si offriva il Sangue divino per loro!
Dobbiamo prenderci a cuore la liberazione delle anime che soffrono in purgatorio. La carità non va esercitata solo verso i fratelli dell’al di qua, ma anche verso i fratelli bisognosi dell’aldilà. Se grazie a noi arriveranno in paradiso prima del tempo prefissato, certo non si dimenticheranno di chiedere a Dio misericordia e ogni altra grazia a nostro vantaggio.
Fioretto: Fa celebrare una S. Messa per tutte le anime del purgatorio.
ESEMPIO Quando era ancora studente a Colonia, il Beato Enrico Susone fece con un altro frate il patto che, morendo uno dei due, l’altro avrebbe celebrato la Messa, potendolo, ogni lunedì in suffragio dell’ani­ma dell’amico, e questo per un anno.
Morto l’amico, il Beato Enrico fece per lui molte preghiere, ma non celebrò le Messe. Un giorno l’amico defunto gli apparve lamentandosi per l’infedeltà alla promessa. Al Beato Enrico che lo rassicurava dicen­dogli di aver sempre pregato per lui, l’altro rispose: “Sangue, Sangue, Sangue domando! Perché non hai celebrato le Messe che mi avevi promesso e che sono tanto preziose per noi?”.
Il Beato Enrico allora comprese e si scusò. Provvide poi a celebrare regolarmente le Messe che liberarono l’amico dalle pene del purgatorio.
13 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CIRCONCISIONE

Gesù sparse le prime gocce del suo Sangue otto giorni dopo la sua nascita, quando, secondo la legge degli Ebrei, fu circonciso e gli fu imposto il nome Gesù, che significa Salvatore. Poche gocce, ma quanto eloquenti e preziose!
Gesù è impaziente di versare il suo Sangue per noi e così si assoggetta al rito imposto da Dio ai figli di Abramo come segno di alleanza.
Quel primo Sangue versato ci dice che Gesù ha voluto unirsi stretta­mente a noi e stringere con noi un patto di amore per la nostra eterna salvezza.
Quelle prime gocce di Sangue furono sparse in obbedienza a quel rito che era sacro per tutti gli Ebrei. Come insegna la Bibbia, il primo peccato compiuto dall’uomo nel paradiso terrestre fu un peccato di disobbedienza; le prime gocce di Sangue furono sparse da Gesù in obbedienza alla legge di Dio, per riparare la colpa di ribellione compiuta dai nostri progenitori.
Ammirabile riparazione e quale lezione per noi che siamo spesso ribelli a Dio! Impariamo ad apprezzare l’obbedienza a Dio come condi­zione indispensabile perché i meriti di Gesù siano applicati alle nostre anime.
Fioretto: Recita il “Dio sia benedetto”.
ESEMPIO S. Maria Maddalena de’ Pazzi in un’estasi vide pre­sentarsi davanti a Dio i santi protettori della città di Firenze con molti altri santi. Ognuno di questi supplicò il Signore di concedere ai fiorentini il perdono delle loro colpe, ma Dio sembrava non ascoltare le loro preghie­re. Con lo stesso rifiuto il Signore rispose alla supplica degli angeli custodi.
Vide allora presentarsi a Dio le anime buone che erano sulla terra e unire alle loro preghiere l’offerta del Preziosissimo Sangue versato da Gesù per gli uomini. Contemporaneamente sentì riecheggiare le parole di Cristo. “Chiedete e vi sarà dato”.
Solo allora Dio si mosse a pietà e concesse quanto le preghiere del cielo e della terra da sole non avrebbero potuto ottenere.
DIO SIA BENEDETTO:
Dio sia benedetto. Benedetto il suo Santo Nome. Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo. Benedetto il Nome di Gesù. Benedetto il suo Sacratissimo Cuore. Benedetto il suo Preziosissimo Sangue. Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell’altare. Benedetto lo Spirito Santo Paraclito. Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima. Benedetta la sua Santa e Immacolata Concezione. Benedetta la sua gloriosa Assunzione. Benedetto il Nome di Maria Vergine e Madre. Benedetto San Giuseppe, suo castissimo sposo. Benedetto Dio nei suoi Angeli e nei suoi Santi.
14 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELL’ORTO DEL GETSEMANI

Si avvicinava l’ora in cui il Figlio di Dio si sarebbe sacrificato per noi peccatori tra le più atroci sofferenze. Gesù esce dal cenacolo e si reca al Getsemani e là, tutto solo, abbandonato anche dai suoi discepoli, prostrato a terra prega e offre se stesso in sacrificio di espiazione per i nostri peccati. Una tempesta di tristezza e di paura invade il suo cuore alla vista dei peccati di tutti gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi e alla vista dei tormenti che avrebbe dovuto sopportare per espiarli. L’angelo gli presenta il calice colmo delle amarezze che dovrà bere per placare la giustizia divina. Gesù esclama: “Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!”. Ma subito aggiunge: “Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà”.
II pensiero dei tormenti lo spaventa, ma non lo ferma: andrà fino in fondo.
Poco dopo, quasi impaziente di pagare il prezzo della nostra salvez­za, per la forte tensione in cui si trova comincia a sudare Sangue: le gocce gli sgorgano dalla fronte, scendono sul volto, scorrono sulla veste e vanno fino a terra.
Quale grande insegnamento ci dà Gesù grondante Sangue nel buio, nel silenzio, nella solitudine di quella notte! Ci insegna a trovare la forza di dire a Dio, soprattutto nei giorni dei dolore: “Sia fatta sempre e fino in fondo, Signore, la tua volontà”.
Fioretto: ”Non lamentarti quando qualcosa ti fa soffrire.
ESEMPIO ”Prima di inviare l’ultimo castigo agli Egiziani, Dio ordinò agli Ebrei che mangiassero l’agnello e col suo sangue segnassero le porte delle loro abitazioni, così che l’angelo sterminatore, passando, risparmiasse le loro case.
Se quel sangue, solo per il fatto che era il simbolo del Sangue del vero Agnello che toglie i peccati del mondo, bastò a salvare gli Ebrei, quanto più il Sangue di Cristo sarà in grado di salvarci dalla rovina eterna!
Nei paesi delle vicinanze di Roma, dove predicò l’instancabile apo­stolo della devozione al Preziosissimo Sangue, S. Gaspare del Bufalo, non era raro trovar scritto sulle porte delle case. “Viva il Sangue di Gesù Cristo”.
15 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA FLAGELLAZIONE

Gesù è tra le mani dei suoi carnefici. Spogliato delle sue vesti è legato a una colonna e quei disgraziati, armati di flagelli, si danno il cambio nel percuotere il suo Corpo divino. In poco tempo è tutta una piaga, non ha più l’aspetto di un uomo.
Ecco avverate le parole del profeta Isaia: “Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia” (Is 53, 3).
E come non sentirci colpevoli se si ascoltano le altre parole di Isaia: “Per l’iniquità del mio popolo fu messo a morte” (Is 53, 8)? Dunque, anche per i miei peccati e per i tuoi peccati Gesù è morto!
Ognuno può dire: “Anch’io ho ucciso Gesù”!. I peccati non uccidono meno delle armi e delle mani.
Ma quali sono le colpe che il Signore ha voluto più espressamente espiare con la barbara flagellazione che ha subìto?
Sono i peccati che nascono da una disordinata sensualità. Con un diluvio di acqua Dio ha purificato il mondo da tante sozzure; così ora, con un diluvio di Sangue, il Sangue Preziosissimo di suo Figlio, oltre a riparare l’enormità delle colpe, ci mostra anche il rimedio pronto ed efficace per guarire dai nostri mali.
Quanto sono costati a Gesù i piaceri peccaminosi con cui noi ci siamo macchiati! Impariamo a mortificare la carne e a custodire i sensi. E laviamo le nostre colpe col Sangue di Cristo nella Confessione sacra­mentale.
Fioretto: Scegli liberamente una qualche mortificazione.
ESEMPIO La vista del Crocifisso è un grande incitamento a perdonare le offese. S. Filippo Neri, non riuscendo a convincere un giovane a perdonare una grave offesa che aveva ricevuto, prese un Crocifisso e, rivolto al penitente, gli disse: “Guarda e pensa quanto Sangue ha sparso il Signore per te e con quanta prontezza e generosità ha perdonato ai suoi crocifissori”. Toccato da quell’immagine di dolore del suo Salvatore e dalle convincenti parole di S. Filippo, quel giovane non oppose più alcuna resistenza e con animo sinceramente pentito disse al confessore: “Padre, sono pronto a perdonare qualunque torto subìto”.
16 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CORONAZIONE DI SPINE
Quei perfidi carnefici che straziarono il corpo di Gesù non furono contenti finché non ebbero esaurito tutti i mezzi per rendere il più dolorosa possibile la passione del Signore.
Gesù aveva detto che era re e che era venuto in questo mondo per impiantare il suo regno. “Orrenda bestemmia! – gridarono – Noi non abbiamo altro re che Cesare. Questo falso re va punito come merita”.
Intrecciarono perciò una corona di acutissime spine e tra bestemmie e derisioni si avvicinarono a Gesù e a viva forza gliela calarono sul capo premendola con violenza.
Altre ferite, altro dolore, altro Sangue, oltre a quello già versato. Gesù è scosso dalla testa ai piedi per la dolorosa agonia.
Ecco che cosa hanno fruttato al Signore Gesù i nostri pensieri peccaminosi!
Umiliamo la nostra superbia e purifichiamo la nostra mente da qualunque cattivo pensiero.
E sia per noi motivo di gioia se talvolta possiamo partecipare alle sue umiliazioni.
Rinunciamo al mondo. E come Gesù dal mondo fu odiato e deriso, così accettiamo anche noi le contraddizioni, le incomprensioni e il disprezzo che il mondo ci regala.
Fioretto: Ripeti più volte, oggi, questa giaculatoria: “Signore, donami l’umiltà del cuore e la serenità nelle umiliazioni”.
ESEMPIO S. Camillo de’ Lellis, il grande apostolo degli ammalati, per poter trovare conforto nella sua ultima agonia e affrontare serena­mente il giudizio di Dio, volle avere davanti agli occhi il ricordo della passione di Gesù e dei dolori di Maria. Fece perciò dipingere per tempo un Crocifisso dalle cui piaghe colava abbondante Sangue e ai piedi del quale stava la Vergine Madre che intercedeva a suo vantaggio. In quel quadro volle essere dipinto anche lui, prostrato a terra. Dalla sua bocca ha voluto che uscissero queste parole: “Signore, perdona al tuo servo che hai redento col tuo Preziosissimo Sangue”. E fu proprio contem­plando quel Sangue, versato per lui, e fonte di consolante fiducia, che rese l’anima a Dio.
17 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE SULLA VIA DEL CALVARIO

Fin qui Gesù ha sparso il suo Sangue in alcuni luoghi precisi: l’orto del Getsemani, ai piedi della colonna dove è stato flagellato e nel pretorio dove fu coronato di spine.
Ora il Signore vuole estendere la presenza di quel Sangue a tutti i luoghi, perché tutti gli uomini possano godere dei mirabili benefici del suo contatto.
La strada percorsa da Gesù è tutta insanguinata.
I suoi santi piedi nudi inciampano e lasciano tracce di Sangue sulla terra: ne è intrisa la polvere e ne sono macchiate le pietre sulle quali passa.
La Veronica, mossa a compassione per tanto dolore, asciuga il volto di Gesù dal sudore e dal Sangue.
Gesù cade per ben tre volte e le ferite si riaprono.
Vedendo sua Madre, Gesù prova una stretta al cuore e il suo Sangue scorre più abbondante.
Tracce di Sangue vanno a finire sui soldati, sulla folla, sulle vie di Gerusalemme, sul sentiero del Calvario, sulla veste che indossa e sulla croce che porta.
Pensiamo alla generosità di quel Dio che versa il suo Sangue per salvare le anime e lo versa anche per quelle anime che non vogliono salvarsi! Gesù ha sparso il suo Sangue per la conversione dei peccatori, ma noi ne godremo il beneficio solo se sapremo corrispon­dere al suo amore col nostro impegno.
Fioretto: Fa la “Via Crucis” (anche in casa, se non ti è possibile in chiesa).
ESEMPIO La Beata Chiara di Montefalco ebbe fin da piccola una devozione così grande al Crocifisso e un grande desiderio di soffrire per amore suo, che a soli sei anni già si flagellava. La passione di Gesù era l’argomento su cui più frequentemente e più volentieri meditava. Spesso diceva: “Quando si è visto Gesù sulla croce, com’è possibile pensare ad altro?”. Ottenne dal Signore di partecipare alle amarezze della sua passione e che nel suo cuore si imprimessero sensibilmente tutti gli strumenti della passione, come fu possibile constatare dopo la sua morte.



LA VIA CRUCIS CON LA BEATA ALEXANDRINA DA BALASAR

PRIMA STAZIONE:
Gesù è condannato a morte. “Pilato lo diede nelle loro mani perché fosse crocifisso; presero dunque Gesù e lo condussero via” (Gv 19,16).
Vedo e odo la grande moltitudine che a una voce senza pietà per me grida chiedendo la mia crocifissione. Le mie orecchie odono scandire: Muoia! Muoia! Sia crocifisso! Muoia! Sia crocifisso! Quali urla, quelle della folla! Ricevo la sentenza di morte. Gloria al Padre.
SECONDA STAZIONE:
Gesù è caricato della croce. “Ed egli, portando su di sé la croce, uscì verso il luogo detto Cranio, in ebraico Golgota” (Gv 19,17).
E’ tale il peso che mi sento sprofondare sotto terra. Non porto solo la croce, ma il mondo intero: pochi amici, quasi solo nemici, quasi solo nemici! Gloria al Padre.
TERZA STAZIONE:
Gesù cade per la prima volta. “Guardai attorno e nessuno che mi aiutasse; attesi ansioso e nessuno che mi sostenesse” (Is 63,5).
Cado sotto il peso della croce. Mi sembra di perdere la vita. Perderla per dare la vita a tutti mi dà tanta forza: riprendo a camminare. Gloria al Padre.
QUARTA STAZIONE:
Gesù incontra sua Madre. “Gesù vide la Madre lì presente” (GV 19,26).
Mi viene incontro la mamma, ci guardiamo intensamente. Io cammino sempre. Con me ella pure cammina, guidata dal mio sguardo che le ha ferito il cuore e l’anima… Non trascino solo la croce, ma anche il dolore di lei. Gloria al Padre.
QUINTA STAZIONE:
Gesù è aiutato dal Cireneo. “Or mentre lo conducevano al patibolo, presero un certo Simone di Cirene e gli posero addosso la Croce” (LC 23,26).
Ad ogni passo mi sembra di spirare. Vogliono qualcuno che porti la Croce. C’è chi la porta, non per amore, ma forzato. Ma io gli dispenso tanto amore. Mi viene tolta la Croce, ma io sento come se ne portassi il peso. Gloria al Padre.
SESTA STAZIONE:
La Veronica asciuga il Volto di Cristo. “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno dei più piccoli, l’avete fatta a me” (Mt 25,40).
Mi viene incontro una donna che ha compassione del mio dolore. Con quale delicatezza e amore mi pulisce il volto intriso di sudore, di sangue, di polvere! Il mio volto e l’amore del mio cuore restano impressi nella tela. Gloria al Padre.
SETTIMA STAZIONE:
Gesù cade per la seconda volta. “Consegnò la sua vita alla morte, e fu annoverato tra i malfattori” (Is 52,12).
A metà del cammino grave è la caduta. Le labbra mi si aprono sanguinanti e baciano la terra che, ingrata, mi ferisce. Gli sguardi dell’anima mia si estendono sull’umanità. Gloria al Padre.
OTTAVA STAZIONE:
Gesù parla alle donne piangenti. “Figlie di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figli” (Lc 23,28).
Mi seguono alcune donne. Piangono amaramente. Le guardo con compassione e mormoro loro: “Non piangete per me, ma per voi. Le vostre colpe sono la causa dei miei dolori”. Gloria al Padre.
NONA STAZIONE:
Gesù cade per la terza volta. “Quasi esanime a terra mi ha ridotto; già mi vanno accerchiando i cani in frotta” (Sal 22,17).
E’ il mondo, è il cielo contro di me: cado. Di nuovo il furore degli aguzzini mi strascina con forza. Ma dal mio cuore, sgorga solo amore e solo compassione per loro. Gloria al Padre.
DECIMA STAZIONE:
Gesù viene spogliato delle vesti. “Divisero le sue vesti, tirarono a sorte la sua veste per sapere a chi di loro dovesse toccare” (Mt 15,24).
Mi spogliano con tanta furia da strapparmi brandelli di carne: quali dolori violenti! Esser spogliato in pubblico! Sono molte le risate di scherno! La mamma vuole coprirmi col suo manto. Gloria al Padre.
UNDICESIMA STAZIONE:
Gesù viene crocifisso. “Fu crocifisso insieme ai malfattori, uno alla sua destra e uno alla sua sinistra” (Lc 23,33).
Mi distendono sulla Croce. Porgo io mani e piedi per essere crocifisso. E’ un abbraccio eterno alla Croce, all’opera della redenzione. Gloria al Padrte.
DODICESIMA STAZIONE:
Gesù muore sulla Croce. “Quando Gesù ebbe preso l’aceto esclamò: Tutto è compiuto! Poi, chinato il capo, rese lo spirito” (Gv 19,30).
Si fa buio sul Calvario. “Padre, pedona loro, che non sanno ciò che fanno”. “Padre, Padre mio, persino Tu mi hai abbandonato? !” “Figli miei, ho sete di voi!””Madre mia, accetta il mondo, è tuo: è figlio del mio sangue, è figlio del tuo dolore”. “Tutto è compiuto” “Padre, a te consegno il mio spirito, è per te il mio ultimo sospiro”. Gloria al Padre.
TREDICESIMA STAZIONE:
Gesù viene deposto dalla Croce. “E Giuseppe d’Arimatea prese io corpoe lo avvolse in un bianco lenzuolo” (Mt 27,59).
La Madre, con Gesù morto tra le braccia! L’amore portò Gesù a dare la vita. La Mamma continua la missione, la stessa missione d’amore: amare noi come Gesù. Gloria al Padre.
QUATTORDICESIMA STAZIONE:
Gesù viene deposto nel sepolcro. “Giuseppe lo mise in un sepolcro scavato nella pietra, dove nessuno ancora era stato messo” (Lc 23,53).
L’amore unito alla grazia, unito alla vita divina, trionfò sul dolore e sulla morte. Fu un essere umano che soffrì, una vita divina che vinse. Gloria al Padre.
Preghiamo: sopra il popolo che ha commemorato la morte di Cristo tuo Figlio, nella speranza di risorgere con lui, scenda, Signore, l’abbondanza dei tuoi doni: venga il perdono e la consolazione, si accresca la fede e l’intima certezza della redenzione eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Preghiamo anche per le intenzioni del Papa: Pater, Ave, Gloria.
18 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELLA CROCIFISSIONE

Gesù è giunto sul Calvario dopo un viaggio penoso col duro tronco della croce sulle spalle. Lo spogliano con sua grande umiliazione e dolore e lo inchiodano senza pietà su quel legno, squarciando le sue mani. Quindi innalzano quel palo a cui è fissato dai chiodi e lo posano sul paio verticale già piantato a terra in precedenza.
Per Gesù è una scossa violenta che moltiplica il dolore.
E’ poi la volta dei piedi, inchiodati come le mani con pochi colpi, senza pietà.
Le ferite si allargano, il Sangue scorre e bagna, per redimerla, questa terra di peccato.
Lì, ai piedi di quella croce, sta la Vergine Madre, straziata da un tormento troppo grande, eppure composta nel suo dolore. Piange in silenzio. Piange anche per colpa mia e tua. Soffre e offre il suo dolore, unito a quello del Figlio, perché il Padre perdoni le nostre colpe.
Lì, sotto quella croce, c’è anche Giovanni: non comprende fino in fondo il perché di quella morte, ma non si ribella. Soffre e adora. Il sole si oscura e Gesù, in un mare di dolore, offre il suo Sangue all’eterno Padre per la nostra salvezza.
Prostriamoci e adoriamo. Chiediamo a Gesù che il suo Sangue scenda sul nostro capo, non a nostra condanna, come sul capo degli Ebrei, ma a nostra salvezza.
Fioretto: Leggi su uno dei vangeli il racconto della crocifissione di Gesù.
ESEMPIO La Beata Cristina di Spoleto meditava un giorno sui dolori di Gesù. Giunta col pensiero alle orribili piaghe fatte dai chiodi nei piedi dei Signore, disse a se stessa: “Oh, ingrata! Ecco quanto soffre Gesù per te e quanto Sangue versa per amore tuo! E tu che cosa fai per amore suo e per ricambiare tanta bontà?” Detto questo, prese un grosso chiodo e si trafisse un piede da parte a parte, felice di poter rendere a Gesù sangue per Sangue.
Certo il Signore non vuole questo da noi, ma un po’ di mortificazione la chiede a tutti, in modo che senza causare danni al nostro corpo, possiamo trame vantaggi per l’anima..
Dal Vangelo secondo Giovanni Capitolo 19
L’«Hecce Homo».
Allora Pilato prese Gesù e lo flagellò.

Gesù viene flagellato

E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e lo avvolsero in una veste di porpora;

La corona di spine

poi, si avvicinavano a lui e dicevano: «Salute, o re dei Giudei!». E gli davano schiaffi.
Pilato uscì di nuovo e disse a loro: «Ecco, io ve lo conduco fuori, affinchè sappiate che io non trovo in lui nessuna colpa».
Uscì dunque Gesù, portando la corona di spine e il vestito di porpora. E Pilato disse loro: «Ecco l’uomo!».
Quando i pontefici e le guardie lo videro, gridarono: «Crocifiggilo! Crocifiggilo!». Pilato soggiunse: «Prendetelo voi e crocifiggetelo, perchè io non trovo in lui nessuna colpa».
Gli risposero i Giudei: «Noi abbiamo una legge e secondo essa costui deve morire, perchè si è fatto Figliuol di Dio».
Udite queste parole Pilato s’impaurì maggiormente
e rientrato nel pretorio domandò a Gesù: «Donde sei tu?». Ma Gesù non gli diede risposta.
Pilato gli disse: «Non mi parli? Non sai che ho il potere di farti crocifiggere e il potere di liberarti?».
Gesù gli rispose: «Tu non avresti nessun potere su di me se non ti fosse dato dall’alto. Per questo colui che mi ha consegnato a te ha un peccato più grave».
Da quel momento Pilato cercava di liberarlo. Ma i Giudei gridavano dicendo: «Se lo liberi non sei amico di Cesare! Chi si fa re, si dichiara contrario a Cesare».
Pilato, inteso ciò, fece condurre fuori Gesù e si sedette in tribunale, nel luogo chiamato «Litostroto», e in ebraico «Gabbata».
Era [il giorno della] Parasceve della Pasqua e verso all’ora sesta. E disse ai Giudei: «Ecco il vostro re!».
Ma essi gridarono: «Via, via, crocifiggilo!». Pilato domandò loro: «Debbo crocifiggere il vostro re?». I pontefici risposero: «Noi non abbiamo altro re che Cesare».

Cristo presentato alla folla

Allora lo consegnò a loro, perchè fosse crocifisso.

L’arrivo al Calvario

Gesù al Calvario.
Presero dunque Gesù e lo menarono via.
E portando egli la sua croce, si avviò verso il luogo detto «del Teschio», ma in ebraico «Golgota»;
dove lo crocifissero insieme con due altri, di qua e di là, e Gesù nel mezzo.

Cristo viene inchiodato alla croce

Pilato scrisse pure una tabella, e la mise sulla croce. E c’era scritto: «GESÙ IL NAZARENO RE DEI GIUDEI».
Ora, molti Giudei lessero questa tabella, perchè il luogo ove Gesù era stato crocifisso era vicino alla città, e l’iscrizione era in ebraico, in greco e in latino.
Ora i pontefici dei Giudei dissero a Pilato: «Non scrivere: “Re dei Giudei”, ma che egli ha detto: “Io sono il re dei Giudei”».
Pilato rispose: «Ciò che ho scritto, ho scritto».
I soldati poi, dopo aver crocifisso Gesù, ne presero le vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato; presero pure la tunica. Ora la tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: «Non la stracciamo, ma tiriamo a sorte a chi tocca». E ciò perchè si adempisse la Scrittura che dice: «Hanno diviso tra loro le mie vesti, e sulla mia tunica hanno gettato la sorte». Questo dunque fecero i soldati.
Maria e Giovanni sotto la croce.
Presso la croce di Gesù stavano la madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleofa, e Maria Maddalena.
Gesù, vedendo la madre e vicino a lei il discepolo ch’egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio».
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre». E da quel momento il discepolo la prese con sè.
Agonia e morte di Gesù.
Dopo ciò, Gesù sapendo che tutto era compiuto, affinchè si adempisse la Scrittura, disse: «Ho sete».
C’era quivi un vaso pieno di aceto. Quelli, messa una spugna piena d’aceto su un issopo, gliel’accostarono alla bocca.
E Gesù quando ebbe preso l’aceto disse: «È finito». E chinato il capo, rese lo spirito.
Il colpo di lancia.
Allora i Giudei, perchè i corpi non restassero in croce durante il sabato, perchè era la Parasceve, e quel sabato era giorno solenne, chiesero a Pilato che si spezzassero loro le gambe e fossero rimossi.
I soldati perciò vennero, e spezzarono le gambe al primo e poi all’altro dei crocifissi con lui.
33 Ma venuti a Gesù, siccome videro che era già morto, non gli spezzarono le gambe;
ma uno dei soldati gli aperse il costato con una lancia, e subito ne uscì sangue ed acqua.
Chi vide ha attestato; la sua testimonianza è vera: ed egli sa di dire la verità, affinchè crediate anche voi.
Queste cose, infatti, avvennero affinchè si adempisse la Scrittura: «Nessun osso gli sarà spezzato»;
ed anche un’altra Scrittura che dice: «Vedranno chi hanno trafitto».
La sepoltura di Gesù.
Dopo ciò Giuseppe d’Arimatea, discepolo di Gesù, benchè occulto, per timore dei Giudei, pregò Pilato di prendere il corpo di Gesù, e Pilato glielo permise. Egli dunque venne a prendere il corpo di Gesù.
Nicodemo che era venuto la prima volta a Gesù di notte, venne anch’egli portando circa cento libbre d’una mistura di mirra e d’aloe.
Presero dunque il corpo di Gesù, e lo avvolsero in lenzuoli con aromi, secondo il modo di seppellire in uso presso i Giudei.

Il corpo di Gesù

Ora nel luogo ove egli era stato crocifisso, era un orto e nell’orto un sepolcro nuovo dove nessuno era stato ancora deposto.

La sepoltura di Cristo

Ivi deposero Gesù a causa della Parasceve dei Giudei, perchè il sepolcro era vicino.
19 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE NELL’APERTUTA DEL COSTATO
Morto Gesù sulla croce, uno dei soldati romani che stavano sul Calvario impugna una lancia e scaglia un colpo spietato e violento contro il Costato dei Salvatore: lo squarcia, apre il Cuore e da quella ferita, come ci assicura l’apostolo ed evangelista S. Giovanni che era presente sotto la croce, scaturisce acqua e Sangue, simbolo, secondo l’interpretazione di S. Agostino, dei sacramenti che ci purificano e ci alimentano spiritual­mente.
Questo Cuore aperto è il riparo in cui sono chiamati a rifugiarsi sia i giusti che i peccatori; nel suo Cuore Gesù ci invita a nascon­derci per evitare il castigo meritato con le nostre colpe e per lavarci dai nostri peccati.
Accogliamo il suo invito, rifugiamoci nella piaga di quel Cuore che tanto ci ha amato.
Gesù ci assicura: “Io vi offro il mio Cuore, basta solo che voi mi doniate una lacrima, un atto di dolore per avermi offeso. Non è molto quello che vi chiedo: soltanto un po’ di amore in cambio dell’amore infinito che io vi ho donato e continuo a donarvi”.
Quanto poco basta per avere il perdono del Signore! Eppure, troppi negano al loro Dio anche questo poco. Tutto vogliono, tutto pretendono, ma non sanno dar nulla in cambio al loro Signore.
Cerchiamo di non far parte anche noi di questa folta schiera di approfittatori.
Fioretto: Recita cinque volte il “Padre nostro” in onore delle cinque piaghe di Gesù.
ESEMPIO La Beata Osanna da Cattaro, colpita un giorno da fortissima febbre, ha cominciato a lamentarsi per il brutto stato di salute in cui si trovava. Le apparve allora Gesù, tutto piagato e grondante Sangue e le disse. “Figlia mia, perché ti lamenti tanto per questo tuo piccolo male e non piuttosto per i grandi dolori che io ho sofferto per te?”.
La beata Osanna ne fu così colpita che da quel momento, a chi le esprimeva sentimenti di compassione, vedendola molto soffrire, rispon­deva: “Quanto ha sofferto Gesù! Come possiamo noi lamentarci per i nostri dolori?”.
PADRE NOSTRO:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
20 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL BATTESIMO

Dal costato aperto di Gesù sgorgano le ultime gocce di Sangue miste ad acqua; è la porta della vita divina che si apre: da qui ricevono la loro efficacia i sacramenti. In quell’acqua è significato il sacramento dei Battesimo, che è quella fonte che ci lava dal peccato e ci genera alla vita della grazia.
Ma da dove l’acqua attinse e ottenne tanta potenza per la purificazio­ne delle nostre anime?
Risponde l’abate Ruperto: “Dal Sangue Preziosissimo che Gesù ha versato per noi”.
Dall’unione dell’acqua col Sangue del Redentore derivano gli effetti prodotti nell’anima dal Battesimo.
E questi sono gli effetti che il Battesimo produce in noi: ci genera alla vita di grazia, ci fa diventare figli adottivi di Dio, ci rende fratelli di Gesù, ci inserisce come membra vive nella Chiesa e ci fa eredi del paradiso.
Quanto è grande la bontà di Gesù! Quanto è efficace il suo Sangue divino!
Ma noi sappiamo mantenere quella vita di grazia che ci è stata donata nei Battesimo? O col peccato contaminiamo la nostra anima lavata dal Sangue di Gesù?
Ci ricordiamo in ogni situazione della grande dignità che abbiamo acquistato diventando figli di Dio?
Se siamo fratelli di Gesù, se siamo membra della sua Chiesa, se siamo eredi del paradiso… che cosa possiamo desiderare di più grande in questa vita?
Non attacchiamo perciò il nostro cuore alle povere cose di questo mondo, che tanto promettono e ben poco danno!
Fioretto: Rinnova le tue promesse battesimali.
ESEMPIO Il Beato Serafino da Ascoli, cappuccino, non contento di passare notti intere a meditare sulla passione di Gesù e intere setti­mane senza cibo per amore di Cristo, aggiungeva anche il sacrificio del proprio sangue. Per assomigliare di più al suo Signore, spesso si flagellava così duramente da rendere il suo corpo tutto una piaga.
21 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA CRESIMA

La vita dell’uomo sulla terra è una continua lotta e dobbiamo combat­tere con molta fortezza per ottenere la corona di gloria che il Signore ci ha promesso. Combattere contro il mondo ingannatore che con le sue molte vanità ci tende lacci da ogni parte, contro le passioni disordinate che ci portiamo dentro a causa del peccato originale, contro il demonio che – come dice S. Pietro – “come un leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5, 8).
Inoltre è necessario un continuo esercizio delle virtù per crescere nella perfezione.
Prevedendo il Signore tutti questi pericoli e conoscendo tutti i nostri bisogni, ha voluto fortificarci col sacramento della Cresima che ci dà le armi per combattere e vincere.
Questo sacramento riceve la sua efficacia dal Sangue potentissimo di Gesù ed è per questo che il vescovo, nell’amministrarlo, segna la fronte del cresimando con il segno della santa croce, già consacrata dal Sangue di Cristo.
Ma perchè talvolta siamo così deboli nella lotta?
E’ perchè ci dimentichiamo troppo spesso che anche Gesù ha combattuto contro le tentazioni del demonio e non ricorriamo più alle armi spirituali che il Signore ci ha consegnato col sacramento della Cresima.
Soprattutto non ricorriamo al Sangue di Gesù in cui è racchiusa la sorgente di ogni forza.
Fioretto: Testimonia la tua fede con semplicità, con spontaneità, ma anche con fermezza, in ogni situazione.
ESEMPIO La Beata Giovanna di Dio parve avere fin dalla prima infanzia la devozione alla passione di Gesù, tanto che al venerdì si asteneva dal prendere il latte dalla madre. Un giorno, contemplando il Sangue che scendeva dalle piaghe di Gesù, si lamentava perché non le era concesso di spargere almeno una parte del suo sangue per Colui che lo aveva sparso tutto per lei. Le apparve allora un angelo a consolarla dicendo: “Gesù accetta come fossero sangue le lacrime che si versano meditando sulla sua passione”.


22 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA CONFESSIONE

C’era a Gerusalemme una piscina detta “Probatica” che aveva cinque portici sotto i quali c’erano infermi di ogni genere. Questi infermi aspet­tavano la venuta dell’angelo del Signore. Al movimento dell’acqua, provocato dall’angelo, il primo che si immergeva veniva guarito.
Questa piscina era il simbolo dei sacramento della Confessione, che attinge la sua efficacia dal Sangue che Gesù ha versato per noi. Con la differenza che alla piscina veniva guarito un solo infermo, mentre nella Confessione tutti i cristiani possono guarire dalle loro infermità spirituali.
Come già il buon ladrone, ogni volta che noi riceviamo l’assoluzione dal sacerdote beneficiamo della morte di Gesù.
Non sette volte sette, ma settanta volte sette il Signore ci perdona le offese che gli abbiamo fatto. Dunque, quando siamo in peccato non stiamo lontani da lui, ma cerchiamo con umiltà e con tanta fiducia il suo perdono.
Fioretto: Confessati al più presto, anche se non hai colpe gravi e preparati alla Confessione nel migliore dei modi.
ESEMPIO Le reliquie del Sangue di Gesù hanno contribuito più di ogni altra causa al diffondersi di questa devozione. La tradizione ci racconta che Longino, il soldato che colpì il costato di Gesù, fu ricam­biato con grande misericordia da parte del Signore. Alcune gocce di quel Sangue divino, cadutegli negli occhi, lo guarirono da una penosa infer­mità e gli aprirono gli occhi dell’anima alla fede. Riconoscente, raccolse un po’ di quel Sangue e lo conservò gelosamente in una ampolla. Nell’anno 35, perseguitato dagli Ebrei, si rifugiò nell’Isauria, poi ad Antiochia, quindi a Roma e infine a Mantova, dove predicò il vangelo e morì martire il 2 dicembre del 38, dopo aver nascosto il prezioso tesoro in un orto ove ora si erge la magnifica chiesa di S. Andrea.
Nell’804, su indicazione venuta dal cielo, la preziosa reliquia fu ritro­vata accanto al corpo del martire. Sulla cassetta di piombo contenente l’ampolla era scritto: “Sangue di Gesù Cristo”. Saputa la cosa, Carlo Magno, pregò il Papa Leone III di far verificare la cosa, perché era desideroso di venir ad adorare la preziosa reliquia, come poi fece con grande seguito di principi e cavalieri. L’esempio di Carlo Magno fu imitato da papi, da principi e da re.

23 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E L’EUCARISTIA

L’Eucaristia è per eccellenza il sacramento del Preziosissimo San­gue: in essa riceviamo il Sangue dei Redentore non misticamente come negli altri sacramenti, ma realmente. Come già una volta moltiplicò il pane nel deserto per sfamare migliaia di persone, così in questo sacra­mento Gesù moltiplica se stesso in modo che ogni fedele possa nutrirsi del suo Corpo, dissetarsi del suo Sangue e fare con lui una cosa sola. A Gesù non è bastato morire per noi, perdere il suo Sangue: quel Sangue ha voluto donarcelo. La S. Comunione col Corpo e Sangue di Gesù ci purifica dai peccati veniali e dalle nostre mancanze quotidiane, ma anche ci preserva da quelle colpe in cui potremo cadere. Se meditassimo più a fondo su queste verità, riceveremmo più spesso la S. Comunione. E soprattutto, con quale rispetto, con quale adorazione, con quanto amore ci accosteremmo a Gesù Eucaristia!
Fioretto: Per una volta almeno accostati all’Eucaristia facendo prima un digiuno un po’ più lungo di quello minimo voluto dalla Chiesa.
ESEMPIO Nel 925 Mantova era assediata da truppe straniere. Per evitare profanazioni la reliquia del Sangue di Gesù fu divisa in due parti, una presso S. Andrea e l’altra nella chiesa di S. Paolo. Col passare degli anni però si perse il ricordo di questi luoghi. Dopo molte preghiere nel 1049 lo stesso S. Andrea lo svelò al beato Adalberto di Mantova. La cristianità fu in festa e avvennero vari miracoli. Papa Leone IX con molti vescovi venne a Mantova per venerare la reliquia. Avrebbe voluto portarla a Roma, ma impedito dal popolo, ne riportò una piccola parte che collocò a S. Giovanni in Laterano e che Pio IX pose in un artistico reliquiario.
Il 1479 fu ritrovata l’altra parte della reliquia, quella nascosta nella chiesa di S. Paolo e che ora si conserva nella cattedrale. Nel 1562 una parte fu data alla chiesa di S. Barbara in Mantova. Nel 1848 i soldati austriaci che alloggiavano in S. Andrea profanarono e asportarono la reliquia conservata in quella chiesa. Nel 1876, per compensare la perdita subita dalla chiesa di S. Andrea, si prese una parte dalla reliquia della cattedrale e un’altra da quella conservata in S. Barbara e si costituì di nuovo il prezioso tesoro che in processione fu portato in S. Andrea.

24 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL MATRIMONIO

L’apostolo Paolo parlando di questo sacramento lo definisce “grande” in rapporto a Cristo e alla Chiesa, della cui stretta unione è un’immagine viva. Ma quando Gesù fece sua sposa la Chiesa? Gesù è il nuovo Adamo e come il primo Adamo ebbe da Dio la sua sposa, che fu tratta dal suo Costato mentre era immerso in un sonno profondo, così Gesù ebbe in dono dal Padre la sua sposa, la Chiesa, che fu tratta dal suo costato mentre era immerso nel sonno della morte sulla croce.
Questo sposalizio di Gesù con la sua Chiesa è reso visibile dal Matrimonio che l’uomo celebra con la sua sposa. Gesù benedice l’offerta che l’uomo e la donna fanno di sé l’uno all’altro e l’offerta del loro amore a lui. Nel sacrificio della Messa il Signore sparge il suo Sangue sugli sposi perché da questo Sangue possano attingere la capacità di amarsi e di amare insieme Dio e il prossimo come lui ci ha amati.
Se viviamo nella verginità, uniamoci a lui più strettamente. Se siamo sposati santifichiamo la nostra unione per essere immagine vivente dell’unione di Gesù con la Chiesa, sua sposa.
Fioretto: Recita tre volte il “Padre nostro” per le famiglie.
ESEMPIO In Spagna si venera un Crocifisso che ha il braccio destro schiodato e abbassato. Ai piedi di questa immagine di Gesù un giorno un peccatore ha confessato le sue colpe, ma il confessore esitava ad assolverlo. Lo ha poi perdonato ed ha aggiunto. “Ma bada di non ricadere”. Il penitente promise, ma era debole e ricadde. Tornò allora dal sacerdote che lo accolse con severità: “Questa volta non ti assolvo”. Il penitente replicò. “Quando ho promesso ero sincero, ma sono debole. Padre, mi dia il perdono del Signore”. Anche stavolta il confessore lo perdonò, ma disse. “E’ l’ultima volta!”. Qualche tempo dopo il penitente ritornò, ma il sacerdote gli disse seccamente. “Tu ricadi sempre, il tuo proposito non è sincero”. “E’ vero, padre, io ricado spesso, ma è perché sono debole. Sono un malato, ma il mio pentimento è sincero”. “No, non c’è perdono per te!”. Dal Crocifisso si è sentito allora un singhiozzo. Il Cristo ha schiodato la mano destra e, alzandola, ha tracciato sul capo di quel peccatore il segno dell’assoluzione. Contemporaneamente una voce disse al sacerdote: “Tu non hai versato il tuo sangue per lui!”.
PADRE NOSTRO:
Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
25 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL SACERDOZIO

Col sacramento dell’Ordine sono creati i sacerdoti il cui compito è quello di consacrare, di offrire l’Ostia immacolata, di istruire il popolo sulla dottrina di Gesù, in una parola: di far rivivere nella Chiesa lo stesso Gesù e il suo ministero di salvezza. Il sacerdote, per i poteri che ha, può essere collocato più in alto degli angeli.
Gesù ha fondato il Sacerdozio ministeriale nell’ultima cena, quando, istituita l’Eucaristia, ordinò agli apostoli di fare altrettanto.
In quell’occa­sione Gesù comunicò per la prima volta a dei semplici uomini il suo Sacerdozio. Da allora non ha mai lasciato mancare sacerdoti alla sua Chiesa, perchè offrissero a tutti i meriti e la grazia che ci ha guadagnato col suo Sangue. Ministro dunque del Sangue di Cristo!… questo è ogni sacerdote. Quale grandezza si nasconde in un povero uomo!
Nel sacrificio della Messa il Signore Gesù continua a offrire, per le mani dei sacerdote, il suo Preziosissimo Sangue con gli stessi scopi per cui lo ha versato sulla croce e cioè: a) – per dare a Dio degna adorazione (fine latreutico); b) – per ringraziarlo dei suoi benefici (fine eucaristico); c) – per placare la giustizia divina (fine espiatorio); d) – per ottenere le grazie di cui abbiamo bisogno (fine impetratorio).
Fioretto: Recita tre volte l”Ave Maria” alla Regina degli apostoli per tutti i sacerdoti.
ESEMPIO Il Beato Francesco Lippi da Siena, rimasto orfano in giovane età, si diede a una vita libertina. Dio, che lo voleva salvo, lo colpì con la cecità, ma gli ha aperto gli occhi dell’anima. Francesco fece un pellegrinaggio a S. Giacomo di Compostella in Spagna e là ottenne la guarigione. Datosi a una vita di penitenza, fu invitato dalla Madonna a entrare come laico fra i Carmelitani.
Un venerdì, mentre meditava la passione del Signore, gli apparve Gesù trafitto in croce con le piaghe grondanti Sangue che gli disse: “Guarda, Francesco, quanto ho sofferto per gli uomini e pensa a quanto è grande la loro ingratitudine!”. A queste parole il beato si sentì venir meno. Prese i flagelli e si percosse a sangue per scontare i peccati suoi e degli uomini e da quel giorno portò con sé il Crocifisso per aver sempre presenti i dolori del suo Salvatore.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e be­nedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. San­ta Maria, Madre di Dio, prega per noi pec­catori, adesso e nell’ora della nostra mor­te. Amen.

26 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E L’UNZIONE DEI MALATI

Anche nel tempo della malattia e soprattutto negli ultimi momenti della nostra vita il Sangue di Gesù ci offre salvezza. Gesù agonizzante nel Getseman! ci dà un’immagine di quel supremo momento in cui la nostra anima si separerà dal corpo. Dolori per il corpo e per l’anima: le ultime decisive tentazioni.
Anche per Gesù fu dura lotta, tanto che pregò il Padre suo di allonta­nare da lui quel calice colmo di amarezza. Pur essendo Dio non cessava di essere uomo e di soffrire come uomo.
Per noi sarà più dura, perché ai dolori si aggiungerà il timore del giudizio di Dio. Dove troveremo la forza di cui avremo bisogno in quei momenti? La troveremo nel Sangue di Gesù, nostra unica difesa nell’ultima prova.
II sacerdote pregherà su di noi e ci ungerà con l’Olio di salvezza, perché la potenza del demonio non vinca sulla nostra debolezza e gli angeli ci portino tra le braccia del Padre.
Per ottenerci perdono e salvezza il sacerdote non farà appello ai nostri meriti, ma ai meriti guadagnatici dal Sangue di Gesù.
Quanta gioia, pur nel dolore, al pensiero che, grazie a quel Sangue, potrà aprirsi anche per noi la porta del cielo!
Fioretto: Pensa spesso alla morte e prega perché ti sia conces­sa la grazia di una morte santa.
ESEMPIO Nella vita di S. Francesco Borgia si legge questo terribile fatto. Il santo stava assistendo un moribondo e, prostrato a terra accanto al letto con un Crocifisso, con calde parole esortava il povero peccatore a non rendere inutile per sé la morte di Gesù. Ad un tratto il Crocifisso cominciò a grondare Sangue vivo dalle piaghe: un miracolo voluto da Dio per invitare il peccatore ostinato a chiedere perdono di tutte le sue colpe. Tutto fu inutile. Allora il Crocifisso staccò una mano dalla croce e, dopo averla riempita del suo Sangue, l’avvicinò a quel peccatore, ma ancora una volta l’ostinazione di quell’uomo fu più grande della misericordia del Signore. Quell’uomo morì col cuore indurito nei suoi peccati, rifiutando anche quel dono estremo che Gesù aveva fatto del suo Sangue per salvarlo dall’inferno.
27 luglio.
IL PREZIOSISSIMO SANGUE E IL GIUDIZIO DI DIO

Quanto tremendo, o Signore, sarà il tuo giudizio! Tu che hai trovato macchie anche negli angeli e davanti al quale nemmeno i cieli sono puri! “Povero me! Che farò -diceva il santo Giobbe – quando tu, o Signore, verrai a giudicarmi?”.
E io, Signore, che farò? Come mi insegna S. Maria Maddalena de’ Pazzi, mi coprirò col tuo Sangue, Signore.
Quando sarò davanti a te, ti pregherò di non guardare i miei peccati, ma i meriti di questo Sangue santissimo. Sarà questo Sangue a disto­gliere i tuoi occhi dai miei peccati, questo Sangue invocherà il perdono per me peccatore.
Beata l’anima che, nel momento dei giudizio, comparirà davanti a Dio rivestita di questo Sangue! Attenderà la sentenza con fiducia, certa che vedrà cancellate dal Sangue di Gesù tutte le sue colpe.
Presenterà davanti al trono di Dio i meriti di questo Sangue e in virtù di questi meriti sentirà risuonare una sentenza di vita eterna.
Ma guai a quell’anima che disprezza o ignora questo Sangue! In nient’altro potrà sperare salvezza. Quale sentenza potrà aspettarsi se non quella dell’eterna condanna? Tremenda, ma certa, certissima verità, questa!
Fin che ancora siamo in tempo, in questa vita, purifichiamoci immer­gendoci in questo mare del Sangue Preziosissimo di Gesù, col più sincero dolore, con fermo proposito, per evitare la terribile sentenza della condanna eterna.
Fioretto: Ripeti spesso: “O buon Gesù, il tuo Sangue mi salvi nel giorno dei giudizio”.
ESEMPIO S. Domenico vide una volta la Beata Vergine Maria aspergere col Sangue di Cristo i fedeli che erano accorsi per ascoltare le sue prediche.
Un’altra volta vide un fedele che nella vita fu devoto di Maria al tribunale di Dio: la bilancia pesava dalla parte della condanna. La Madonna versò allora una goccia del Sangue di suo Figlio sul piatto della misericordia. E’ bastato questo perchè la bilancia cambiasse posizione: quell’anima fu salva.

28 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA PERSEVERANZA

Considera come il gran dono della perseveranza finale, dono che non possiamo meritare, si può ottenere solo chiedendolo incessantemente a Dio in virtù del Preziosissimo Sangue di Gesù. Come potrà perdersi un’anima che sta già nelle mani dei Salvatore?
Chi potrà strapparmi dal Cuore del mio Gesù, se sinceramente ho cercato di vivere in lui tutta la mia vita, con grande devozione al suo Preziosissimo Sangue?
Gesù sembra dirmi: “Tu sei opera delle mie manie lo sei doppiamente perché ti ho creato e poi ti ho redento col mio Sangue. Non voglio perderti, perché mi sei costato troppo!’:
Solo attraverso il Preziosissimo Sangue di Gesù raggiungeremo sicuramente il porto della vita eterna, perché, come dice S. Paolo: “In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al Sangue di Cristo” (Ef 2, 13).
Approfittiamo dunque, fin che siamo in tempo, di questo Sangue prezioso e per la sua potente intercessione chiediamo a Dio quanto ci è necessario.
E con profondo timore ricordiamo che se il Sangue di Cristo non ci frutterà redenzione, sarà causa, dopo averne abusato, di una peggiore dannazione.
Fioretto: Offri al Signore una mortificazione e recita la “Salve Regina” per chiedere la grazia della perseveranza finale.
ESEMPIO Un giorno, mentre S. Matilde meditava e pregava in onore delle innumerevoli piaghe di cui è stato ricoperto nostro Signore, Gesù, apparendole con le braccia stese e tutte le piaghe aperte, le disse: “Quando ero sulla croce tutte le mie piaghe erano aperte e ognuna di esse era una voce che intercedeva presso il Padre per la salvezza degli uomini. Queste piaghe continuano anche ora a supplicare Dio per placare la sua collera verso i peccatori. Sappi che non c’è mendicante che provi tanta gioia nel ricevere l’elemosina quanta ne provo io quando sento una preghiera che mi viene indirizzata in onore delle mie sante piaghe. E ti assicuro che una tale preghiera, se detta con fervore e devozione, mette l’anima in stato di salvezza”.
Salve, o Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi quegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esi­lio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria.

29 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA MADONNA

“La devozione al Preziosissimo Sangue – dice il Padre Faber – ha questo di proprio: che lungi dall’usurpare il posto alle altre devozioni, col suo crescere procura maggior spazio a tutte le altre e le ravviva. Questa devozione si associa nel modo più naturale alla devozione a Maria Santissima e fa entrare i misteri di Maria nei misteri di Gesù. In particolare ha un nesso specialissimo con l’Immacolata Concezione di Maria, quale fonte del Preziosissimo Sangue. Non a caso queste due devozioni ebbero un grande sviluppo simultaneo per opera del Papa Pio IX, che definì il dogma dell’Immacolata e stabilì la festa del Preziosissimo Sangue.
L’Immacolata Concezione è la prima e la più grande vittoria della Redenzione operata da Cristo, è la più antica e la più sublime conquista del Preziosissimo Sangue di Gesù.”
D’altra parte, se il Preziosissimo Sangue è causa dell’immacolata Concezione, perché Maria fu preservata dal peccato originale e da ogni altro peccato in vista dei meriti di Cristo, ne è anche effetto.
E’ infatti dal corpo purissimo di Maria che è scaturito il Preziosissimo Sangue di Gesù. Perciò la devozione a Maria e specialmente quella della sua Immacolata Concezione è parte integrante della devozione al Preziosis­simo Sangue.
Maria dunque è un dono del Preziosissimo Sangue e questo, a sua volta, è dono di Maria. II Sangue di Cristo è il Sangue di Maria. Gesù è stato la vittima generata, nutrita, preparata da Maria in vista del grande sacrificio. Vista sotto questa luce, quanto ci diventa più amabile la Madonna e come ci sembra ancora più prezioso il Sangue di Gesù!
Fioretto: Recita le litanie del Preziosissimo Sangue.
ESEMPIO Si legge nella vita della Serva di Dio Suor Maria Minima di Gesù Nazareno che, postasi un giorno a mensa, vide entrare nel refettorio un agnellino che, correndo, le si avvicinò e si accovacciò sul suo grembo. Questo episodio portò la sua mente a Gesù, Agnello immacolato, che, datosi senza lamento in mano ai carnefici, versò per noi tutto il suo Sangue innocente. A questo ricordo fu tale la sua commozione che si sciolse in lacrime di gioia e di riconoscenza e per quel giorno non prese cibo.

LITANIE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

Signore, pietà Signore, pie­tà

Cristo, pietà Cristo, pietà

Signore, pietà Signore, pietà

Cristo, ascoltaci Cristo, ascoltaci

Cristo, esaudiscici Cristo, esaudiscici

Padre dei cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio redentore del mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Sangue di Cristo, Unigenito dell’eterno Padre salvaci
Sangue di Cristo, Verbo di Dio incarnato salvaci

Sangue di Cristo, Nuovo ed Eterno Testamento salvaci

Sangue di Cristo, disceso fino a terra nell’agonia salvaci

Sangue di Cristo, profuso nella flagellazione salvaci

Sangue di Cristo, che emani nella coronazione di spine salvaci

Sangue di Cristo, versato sulla croce salvaci
Sangue di Cristo, prezzo della nostra salvezza salvaci
Sangue di Cristo, senza il quale non c’è perdono salvaci
Sangue di Cristo, presente nell’Eucaristia salvaci

Sangue di Cristo, fiume di misericordia salvaci

Sangue di Cristo, vincitore dei demoni salvaci
Sangue di Cristo, fortezza dei martiri salvaci
Sangue di Cristo, vigore dei confessori salvaci
Sangue di Cristo, che generi i vergini salvaci
Sangue di Cristo, sostegno nei pericoli salvaci
Sangue di Cristo, aiuto degli oppressi salvaci
Sangue di Cristo, conforto nel pianto salvaci

Sangue di Cristo, speranza dei penitenti salvaci

Sangue di Cristo, sollievo dei moribondi salvaci
Sangue di Cristo, pace e dolcezza dei cuori salvaci
Sangue di Cristo, pegno di vita eterna salvaci
Sangue di Cristo, che liberi le anime del purgatorio salvaci
Sangue di Cristo, degnissimo di ogni onore e gloria salvaci
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore
Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi

30 luglio.

IL PREZIOSISSIMO SANGUE E LA MADONNA

“La devozione al Preziosissimo Sangue – dice ancora Padre Faber – rende la devozione a Maria parte integrante della nostra devozione a Gesù e fonde insieme le due devozioni. Pone Maria così intimamente sul piano della Redenzione e allo stesso tempo ne esalta talmente il suo singolare splendore che il più sublime linguaggio dei santi, riguardo a Maria, ci appare scontato e facilmente comprensibile.”
“La devozione al Preziosissimo Sangue veste Maria di nuova gloria: in questa devozione Maria esalta Gesù e Gesù esalta Maria. Chi trova un nuovo punto di vista dal quale Maria possa ricevere nuova gloria, ha trovato un nuovo mezzo di santificazione e una nuova forza per amare.”
Guardiamo dunque a Maria più frequentemente da questo punto di vista, sotto questa nuova luce: Maria “frutto” e nello stesso tempo “fonte” del Preziosissimo Sangue.
Ricordiamoci più spesso che questo Sangue, che è scaturito dal suo sangue, è stato posto da Dio nelle sue mani, affinché continui, come già faceva sulla terra e specialmente sul Calvario, a offrirlo all’eterno Padre per implorare misericordia e perdono per tutti i suoi figli bisognosi di salvezza.
Offriamolo anche noi al Padre quel Sangue, e offriamolo facendolo prima passare dalle mani santissime di Maria, perché lei ottenga mise­ricordia per tutti i peccatori e purificazione per tutte le anime del purga­torio.
Fioretto: Recita il santo Rosario.
ESEMPIO Un giorno S. Paolo della Croce, mentre era in chiesa a pregare, rimase ferito ad un piede per un banco sfuggito di mano ad alcuni ragazzi che stavano aiutando il sacrista. Il santo, senza scompor­si, alzò il banco, lo baciò e continuò a pregare. Appena uscito di chiesa uno dei suoi religiosi, che lo ha visto zoppicare, lo pregò di fasciarsi la ferita sanguinante, ma il santo rispose. “Queste sono rose! Gesù ha sofferto molto di più e io merito molto di peggio per i miei peccati”. E, continuando nelle sue occupazioni quotidiane, non volle degnare nep­pure di uno sguardo la sua ferita.
IL SANTO ROSARIO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Io credo in Dio, Padre onnipotente, crea­tore del cielo e della terra; e in Gesù Cri­sto, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nac­que da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; di­scese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comu­nione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Gesù mio, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia.
Salve Regina, madre di misericordia, vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria
MISTERI GAUDIOSI
Primo Mistero:
L’annunciazione “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea chiamata Na­zareth, a una Vergine (di nome Maria). L’angelo, entrato da lei, disse: “Ti saluto, piena di grazia; il Signore è con te… Darai alla luce un figlio, cui porrai nome Gesù” (Lc 1,26-28.31). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Secondo Mistero:
La visita a Elisabetta “Maria si pose in viaggio, e andò in fretta in una regione montuosa, in una città della Giudea. Entrata in casa di Zaccaria, salutò Elisabetta, che appena udì il saluto di Maria fu ripiena di Spi­rito Santo” (Lc 1,39-40). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Terzo Mistero:
La nascita di Gesù “Giuseppe e Maria salirono da Naza­reth a Betlemme e, mentre erano là, Maria diede alla luce il figlio suo pri­mogenito; lo avvolse in fasce e lo ada­giò in una mangiatoia”(Lc 2,6-7). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quarto Mistero:
La presentazione di Gesù al Tempio “Portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore, secondo ciò che è scritto nella Legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà consacrato al Signore” (Lc 2,22-23). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quinto Mistero:
Gesù ragazzo ritrovato nel Tempio.Il fanciullo Gesù rimase in Gerusa­lemme, senza che i suoi genitori se ne accorgessero. E avvenne che lo trova­rono tre giorni dopo, nel Tempio, se­duto in mezzo ai dottori della Legge e intento ad ascoltarli e a interrogarli” (Lc 2,43-46). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.
MISTERI DOLOROSI
Primo mistero:
L’agonia del Getsemani “Gesù andò con i suoi discepoli in un luogo chiamato Getsemani e cominciò a provare tristezza e angoscia” (Mt 26, 36-37). “Ed entrato in agonia, pregava più intensamente e il suo sudore di­venne come gocce di sangue che scor­revano fino a terra” (Lc 22,43-44). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Secondo Mistero:
La flagellazioneQuelli ancor più gridavano: Crocifig­gilo! Allora Pilato, volendo tare il popolo, liberò Barabba e, do­po aver fatto flagellare Gesù, lo con­segnò perché fosse crocifisso” (Mt 15,13-15). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Terzo Mistero:
L’incoronazione di spineI soldati lo condussero nell’atrio del Pretorio. Lo rivestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela conficcarono sul capo. Si misero poi a salutarlo: Salve, o Re dei Giudei!” (Mc 15,16-18). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quarto Mistero:
La “Via Crucis”Presero dunque Gesù e lo condussero via. Ed egli, portando la croce, uscì verso il luogo chiamato Calvario, in ebraico Golgota, dove lo crocifissero” (Gv 19, 16-17). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quinto Mistero:
Crocifissione e morte di Gesù “Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle quindici” (Mc 15,33). “Gesù gridando a gran voce disse: Padre, nelle tue mani affido il mio spirito. Detto questo, spirò” (Lc 23,46). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.
MISTERI GLORIOSI
Primo Mistero:
Gesù è risorto “L’angelo disse alle donne: Non teme­te! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto: non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto” (Mc 16,6). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Secondo Mistero:
L’Ascensione di Gesù Il Signore Gesù, dopo aver loro parlato” (Mc 16, 19), “alzate le mani al cie­lo, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e si sollevò su nel cie­lo”(Lc 24,50-51), ove siede alla de­stra del Padre. Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Terzo Mistero:
Il dono dello Spirito SantoAl compiersi dei giorni della Pentecoste, tutti i discepoli erano riuniti nello stesso luogo. E apparvero loro lingue come di fuoco, che si spartivano, po­sandosi ognuna su ciascuno di essi. E tutti furono ripieni di Spirito Santo” (At 2,1.3-4). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quarto Mistero:
L’Assunzione di Maria al Cielo “Maria è stata assunta in cielo: si ralle­grino le schiere degli Angeli” (Litur­gia). “Tutta splendente entra la figlia del Re; il suo vestito è intessuto d’oro”(Sal 44,14). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio.
Quinto Mistero:
L’incoronazione di Maria Regina del Cielo e della terra “Un grandioso segno apparve nel cie­lo: una donna ammantata di sole, sotto i suoi piedi si trova la luna e sul capo ha una corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Padre nostro, Ave Maria (10 volte), Gloria, Gesù mio. Salve Regina.

LITANIE:

Signore, pietà. Cristo, pietà.

Signore, pietà. Cristo, ascoltaci.

Cristo, esaudiscici.

Padre del cielo, che sei Dio, abbi pietà di noi

Figlio, Redentore del mondo, che sei Dio,

Spirito Santo, che sei Dio,

Santa Trinità, unico Dio,

Santa Maria, prega per noi.

Santa Madre di Dio,

Santa Vergine delle vergini,

Madre di Cristo,

Madre della Chiesa,

Madre della divina grazia,

Madre purissima,

Madre castissima,

Madre sempre vergine,

Madre immacolata,

Madre degna d’amore,

Madre ammirabile,

Madre del buon consiglio,

Madre del Creatore,

Madre del Salvatore,

Madre di misericordia,

Vergine prudentissima,

Vergine degna di onore,

Vergine degna di lode,

Vergine potente,

Vergine clemente,

Vergine fedele,

Specchio della santità divina,

Sede della Sapienza,

Causa della nostra letizia,

Tempio dello Spirito Santo,

Tabernacolo dell’eterna gloria,

Dimora tutta consacrata a Dio,

Rosa mistica,

Torre di Davide,

Torre d’avorio,

Casa d’oro,

Arca dell’alleanza,

Porta del cielo,

Stella del mattino,

Salute degli infermi,

Rifugio dei peccatori,

Consolatrice degli afflitti,

Aiuto dei cristiani,

Regina degli angeli,

Regina dei Patriarchi,

Regina dei Profeti,

Regina degli Apostoli,

Regina dei Martiri,

Regina dei veri cristiani,

Regina dei Vergini,

Regina di tutti i Santi,

Regina concepita senza peccato originale,

Regina assunta in cielo,

Regina del santo Rosario,

Regina della Pace.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, perdonaci, o Signore.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, ascoltaci, o Signore.

Agnello di Dio che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Prega per noi, Santa Madre di Dio. E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo:

Concedi ai tuoi fedeli, Signore Dio nostro, di godere sempre la salute del corpo e dello spirito, e per la gloriosa intercessione di Maria santissima, sempre vergine, salvaci dai mali che ora ci rattristano e guidaci alla gioia senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

31 luglio.
LA MADONNA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE

Le relazioni fra il Sangue di Gesù e Maria Santissima sono meravi­gliosamente espresse dalla statua della Vergine di Batz (Francia) e dal titolo con cui è venerata: “Madonna del Preziosissimo Sangue”.
Eletto parroco, chiesi al vicario generale se in quella parrocchia vi fosse qualche Madonna venerata con speciale devozione. – “C’è nel portico della chiesa – mi rispose – un’antica statua di legno del XVI secolo. Le affido questa Madonna: la faccia amare dai suoi parrocchiani’:
Appena preso possesso della mia parrocchia ho rimesso nelle mani della Vergine i miei poteri, mettendo al collo della statua di Maria, che si trova nel mio ufficio, la stola pastorale e dichiarando­mi suo viceparroco.
Organizzai una novena e consacrai la parrocchia alla Madonna.
Qui tutti sanno che il parroco non è che il viceparroco della Vergine Maria. Proposi a tutti l’idea di mettere in maggior onore la statua che è nell’atrio della chiesa e tutti si sono meravigliati che in precedenza nessuno ci abbia mai pensato. La statua raffigura la Madonna seduta con il Figlio sulle ginocchia. II Bambino Gesù tiene nella sinistra un calice in cui zampilla a larghi fiotti il Sangue che esce dalla piaga aperta in anticipo nel suo costato. La mano sinistra della Vergine preme sui margini della piaga quasi per far zampillare più abbondantemente il Sangue. Gesù guarda chi passa e con la mano destra indica a tutti la ferita del suo costato. Sembra che dica: “Ecco il calice del mio Sangue che viene sparso per voi, in remissione dei vostri peccati. Chi berrà di questo Sangue avrà la vita eterna”.
La Vergine con la mano destra benedice chi entra e sembra dire: “Ecco il Sangue in cui troverete salvezza”.
Non avendo l’autorizzazione a cambiare di posto alla statua e d’altra parte non essendo quello il luogo migliore per favorirne la devozione, ho fatto dipingere un quadro che la riproducesse artisticamente. Questo quadro in breve tempo è diventato oggetto di culto e di grande venera­zione da parte dei fedeli ed è già stato sorgente di grazie e di prodigi.
Gli afflitti vengono a chiedere conforto, le anime buone a domandare un maggior amore alla passione di Gesù e alla S. Eucaristia, i più zelanti le confidano il desiderio che a nessuna Messa si partecipi senza il dovuto rispetto al Sangue di Cristo, i sacerdoti pregano per implorare più fervore nella celebrazione del Santo Sacrificio, una maggior osservanza del precetto della Messa festiva e una più alta frequenza alla Comunione per i loro fedeli. E infine tutti chiedono che il Sangue redentore di Gesù, per intercessione della Vergine Maria, impedisca lo spargimento di sangue a causa di guerre o di violenze.
Lo devo alla Madonna del Preziosissimo Sangue un forte rinno­vamento nella vita eucaristica dei miei fedeli.
Fioretto: Tieni in maggior considerazione l’acqua benedetta, simbolo del Sangue di Gesù, conservala in casa e con essa fa spesso con devozione il segno della croce.