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lunedì 2 gennaio 2017

Le palme sacerdotali sono sacre


  • Le palme sacerdotali sono sacre per l’ordinazione ricevuta, e non dovrebbero quelle mani toccare nulla d’impuro o fare gesti impuri dovendo toccare il Corpo S.S. di Nostro Signore. Ma le labbra che hanno consacrato la Parola Divina, che per suo ordine hanno ripetuto quella Parola, devono conservarsi santificate, con sommo rispetto, per ciò che da esse è passato. E così la mente e così il cuore. Altrimenti diverreste impudichi e fornicatori, e perdereste il vostro posto in Terra e in Cielo. Az. 30 - 24.3.46 .

  • Per essere degni dell’elezione con la quale vi ho prescelto, voi, miei veri servi fra i servi, fate, in memoria di Me che con questo v’insegno cosa e come si diviene Maestri e Redentori, “fate la frazione di voi stessi”. Senza ripugnanze, senza orgogli, senza paure e umane considerazioni. Spezzatevi, frangetevi, annichilitevi, distruggetevi, datevi, agli uomini, per gli uomini e per amore di Me che per amor loro mi do a chi mi frange come mi sono dato a chi voleva miracolo e istruzione. Non è buon discepolo chi non si sa frangere e darsi. E la generosità, l’immolazione di chi sa frangersi per saziare le fami dei fratelli, è il segno che fa riconoscere i veri servi di Dio.
    “E lo riconobbero quando franse il pane”. E vi riconosceranno dal vostro frangervi per la carità e la giustizia. Vi riconosceranno per servi veri. Az.98 - 5.5.46

sabato 25 maggio 2013

Articolo 3, dalla Summa di san Tommaso d'Aquino



Articolo 3 

In 4 Sent., d. 13, q. 1, a. 3, sol. 1, 2 

Se la distribuzione di questo sacramento spetti solo al sacerdote 

Pare che la distribuzione di questo sacramento non spetti solo al sacerdote. 

Infatti: 

1. Il sangue di Cristo non appartiene a questo sacramento meno del corpo. 

Ma il sangue di Cristo viene dispensato dai diaconi, tanto che S. Lorenzo [cf. Ambr. De off. ministr. 1, 41] disse a S. Sisto: «Prova se hai scelto un buon ministro, quello a cui affidasti la distribuzione del sangue del Signore». 
Quindi anche la distribuzione del corpo del Signore non appartiene solo ai sacerdoti. 

2. I sacerdoti sono costituiti ministri dei sacramenti. Ora, questo sacramento 
si compie nella consacrazione della materia, non già nell‘uso, a cui si riferisce 
la sua distribuzione. Quindi distribuire il corpo del Signore non spetta al sacerdote. 

3. Questo sacramento, scrive Dionigi [De eccl. hier. 3, 1], ha «una virtù perfettiva 
», come anche la cresima. Ma cresimare i battezzati non spetta al sacerdote, bensì al vescovo. Quindi anche dispensare questo sacramento spetta al vescovo, non al sacerdote. 



In contrario: Nei Canoni [Decr. di Graz. 3, 2, 29] si legge: «Siamo venuti a sapere che alcuni presbiteri consegnano a un laico o a una donna il corpo del 
Signore perché lo portino agli infermi. Il sinodo perciò proibisce che tale abuso continui: il sacerdote comunichi egli stesso gli infermi». 

Dimostrazione: La distribuzione del corpo del Signore compete al sacerdote per tre motivi. 



Primo, poiché, come si è detto [a. 1], egli consacra in persona di 

Cristo. Ora, come Cristo consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Come quindi appartiene al sacerdote consacrare il corpo di Cristo, così appartiene a lui distribuirlo. 


Secondo, poiché il sacerdote è costituito intermediario fra Dio e il popolo. Come quindi spetta a lui offrire a Dio i doni del popolo, così spetta a lui dare al popolo i doni santi di Dio. 



Terzo, poiché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da cosa alcuna che non sia consacrata: per cui sono consacrati il corporale, il calice, e anche le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso di toccarlo all‘infuori di un caso di necessità: p. es. se stesse per cadere a terra, o in altri casi simili. 



Analisi delle obiezioni: 1. Al diacono, in quanto prossimo all‘ordine sacerdotale, spettano alcuni compiti di tale ufficio, ossia la facoltà di dispensare 
il sangue; non però quella di dispensare il corpo, se non in caso di necessità, dietro comando del vescovo o del sacerdote. Primo, poiché il sangue di 
Cristo è contenuto nel calice. Quindi non è a contatto con chi lo distribuisce, come lo è invece il corpo di Cristo. - Secondo, poiché il sangue significa la 
redenzione che deriva al popolo da Cristo, tanto che al sangue viene mescolata dell‘acqua per indicare il popolo. Ora, trovandosi i diaconi fra il sacerdote 
e il popolo, ad essi si addice più la distribuzione del sangue che quella del corpo. 

2. All‘identica persona spetta dispensare e consacrare l‘Eucaristia, per la 
ragione che abbiamo indicata [nel corpo]. 

3. Come il diacono partecipa in qualcosa della «virtù illuminativa» del sacerdote 
in quanto dispensa il sangue, così il sacerdote partecipa del «governo 
perfettivo» del vescovo in quanto dispensa l‘Eucaristia, che perfeziona l‘uomo in se stesso unendolo a Cristo. Invece gli altri perfezionamenti che 
dispongono l‘uomo in rapporto al prossimo sono riservati al vescovo. 


Passio Christi conforta me

giovedì 23 giugno 2011

Padre: la benedizione! Padre, mi benedica!

Che cos’è la benedizione di un sacerdote? Solo in Cielo lo capiremo appieno. Qui sulla terra dobbiamo credere nella sua sconfinata potenza e riceverla con fervore. Un’invisibile fruttuosa pioggia di grazie scenderà sulla nostra anima, rafforzandola nel bene e contrastando in noi e attorno a noi le forze del male. 



Chi ebbe l’occasione di vedere papa Pio XII, Servo di Dio, quando benediceva i pellegrini non lo potrà più dimenticare: quelle braccia stese, quelle mani alzate verso il cielo come se avesse voluto far scendere tutte le grazie sulla terra.

Quelle benedizioni fatte in tutte le direzioni erano attimi che commuovevano i cuori!


La benedizione di un papa, di un vescovo, o quella di un sacerdote è qualche cosa di grande e di santo. La mano di un semplice sacerdote che benedice non è da meno di quella del papa.

 Le mani del sacerdote sono state consacrate dal vescovo e unte dallo Spirito Santo. Esse quindi danno anche la forza dello Spirito Santo e comunicano alle anime le grazie e l’aiuto di Dio.
Il Servo di Dio,Pio XII, nel quartiere di San Lorenzo
in ricordo degli oltre 1600 morti del 
bombardamento in Roma il 19.7.1943
Un sacerdote anziano un giorno disse: «Per me è una grande consolazione il pensiero di aver benedetto molto nella mia vita, non solo i miei cari, ma tutti gli uomini, specialmente i malati, i sofferenti, i peccatori, le persone consacrate a Dio».

Gesù disse a Teresa Neuman, la stigmatizzata tedesca che viveva solo dell’Eucaristia: «Cara figlia, voglio insegnarti a ricevere la mia benedizione con fervore. Cerca di capire che qualche cosa di grande ha luogo quando ricevi la benedizione di un mio Sacerdote. La benedizione è uno straripamento della mia divina Santità. Apri la tua anima e lascia che diventi santa attraverso la mia benedizione. Tramite il potere di benedire, ho dato al Sacerdote il potere di aprire il tesoro del mio Cuore e di riversare una pioggia di grazie sulle anime.
Quando il Sacerdote benedice, sono Io che benedico. Allora una sterminata corrente di grazie fluisce dal mio Sacro Cuore all’anima fino a riempirla completamente. Tieni perciò aperto il tuo cuore per non perdere il beneficio della benedizione. Attraverso la mia benedizione ricevi la grazia di amore e aiuto per l’anima e per il corpo. Per mezzo di essa ti è data la forza ed il desiderio di cercare il bene, di sfuggire il male, di godere della protezione dei miei figli contro i poteri del Maligno. Perciò non ricevere mai la benedizione in modo piatto o distratto, ma con tutta la tua attenzione! Tu sei povera prima di ricevere la benedizione, sei ricca dopo averla ricevuta. La buona volontà per suo mezzo è rafforzata, le iniziative ricevono la mia Provvidenza particolare, la debolezza è potenziata dal mio potere, i pensieri sono spiritualizzati e tutte le cattive influenze neutralizzate.
Ho dato alla mia benedizione poteri senza confini. Maggiore è lo zelo con il quale la mia benedizione è data e ricevuta, maggiore è la sua efficacia. Io do a ciascuno a seconda della misura della sua fede.
Spesso io tengo nascosti i risultati della mia benedizione in modo che siano conosciuti soltanto nell’Eternità. Spesso sembra che le benedizioni non abbiano risultato, invece è meravigliosa la loro influenza; anche i risultati “apparentemente” infruttuosi, sono una benedizione ottenuta attraverso la santa benedizione: questi sono i misteri della mia Provvidenza che non desidero manifestare.
Le mie benedizioni producono molte volte effetti sconosciuti all’anima, perciò ricevila con buona volontà e con l’intenzione di diventare migliore, allora essa penetrerà nelle profondità del tuo cuore e produrrà i suoi effetti». 


Certe anime mistiche hanno avuto il carisma della “ierognosi”, cioè la facoltà di riconoscere le cose sante (per es.: la Sacra Particola, i Rosari, le Reliquie, ecc.) e di distinguerli immediatamente e senza esame dagli oggetti non benedetti, dagli oggetti profani.


Il caso meglio studiato e comprovato fu certamente quello della famosa mistica Luisa Lateau di Bois d’Haine (Francia).Se le presentavano una Reliquia sorrideva soddisfatta, pronta a baciarla. Lo stesso faceva con gli oggetti benedetti, mentre si mostrava del tutto indifferente e insensibile per gli oggetti non benedetti, anche se fossero immagini sacre. 

Un sacerdote, travestito da secolare, le presentò un Crocifisso non benedetto e lei si mostrò indifferente. Allora il sacerdote si voltò dall’altra parte e con la sua mano consacrata tracciò sul Crocifisso il segno della Croce, quindi si girò e glielo ripresentò. Solo allora Luisa mostrò il suo caratteristico sorriso e lo baciò. I presenti a questa scena furono costretti ad esclamare: «Che sublime realtà è la benedizione del sacerdote, di cui si fa così poco conto».

Maria Simma è un’anima santa che ha avuto il carisma di venire a contatto con le anime del Purgatorio e svolgere un grande apostolato in loro favore. A pagina 80 del libro "Le Anime del Purgatorio mi hanno detto...", viene riportato quanto segue:



 «Un incontro rimasto indimenticabile per me fu quello di un prete la cui mano destra era nera. Gli chiesi la causa: “Avrei dovuto benedire di più – mi disse – di’ a tutti i preti che incontri che devono benedire di più; essi possono dare numerose benedizioni e scongiurare le forze del male”».

La benedizione del sacerdote attinge dalle ricchezze infinite del Cuore di Gesù e perciò ha una forza curativa e santificante, una potenza esorcizzante e protettiva.



 Una contadina molto credente racconta: «In casa mia si ha una grande fede. Quando un Sacerdote viene da noi, è come se venisse il Signore. La sua visita ci rende felici. Prima che il Sacerdote vada via, gli chiediamo sempre la benedizione. Nella nostra famiglia di dodici figli la benedizione sacerdotale è qualche cosa di tangibile».

Un sacerdote ha detto: «Nelle mie mani è stato messo un preziosissimo tesoro. Cristo stesso vuole operare con grande forza, mediante la benedizione fatta da uomini deboli. Come un tempo Egli andava benedicendo attraverso la Palestina, così vuole che il Sacerdote continui a benedire. 

Sì, noi Sacerdoti siamo ultra miliardari non in denaro, ma nella grazia che comunichiamo agli altri. 
Noi possiamo essere delle radio trasmittenti di benedizioni. In tutto il mondo ci sono antenne che captano le onde delle nostre benedizioni: malati, sofferenti, carcerati, emarginati, ecc.».

La mistica Beata Anna Caterina Emmerick (1774-1824), al riguardo della benedizione sacerdotale diceva: «è molto triste vedere come ai nostri giorni i Sacerdoti siano trascurati quando si tratta di benedire. Pare che essi non conoscano più il valore della benedizione sacerdotale. Molti non ci credono più e si vergognano della benedizione come se essa fosse una cerimonia antiquata e superstiziosa. Molti infine si servono di questa forza e grazia che Gesù Cristo ha dato loro, senza pensarci e superficialmente».


Un’altra anima santa, Maria T. Meyer, morta nel 1952, afferma: «Ogni benedizione sacerdotale che io posso ricevere è come una nuova forza vitale che mi viene regalata. Noi non possiamo misurare l’effetto di una benedizione sacerdotale. Con la benedizione Cristo eresse il suo amore nei nostri cuori, specialmente l’amore per la purezza... io me ne sono convinta già da giovane. La benedizione sacerdotale è una grande grazia».


La benedizione sacerdotale al presente è una necessità dei tempi in cui viviamo.
Essa non è mai stata così preziosa come oggi. Un famoso predicatore ha definito il nostro tempo “un’era di demoniocrazia”. 

Effettivamente quanti demoni stanno lavorando ai nostri giorni! Quanti disordini, quanti scandali, quanti incidenti che capitano giornalmente, gliene danno la forza. E quindi è necessario sottrarsi dal potere del maligno stando in grazia di Dio, frequentando la Confessione Sacramentale o Riconciliazione, la Santa Comunione, pregando, e infine ricevendo frequentemente la benedizione sacerdotale.

Come le onde magnetiche della radio, della televisione, dei telefonini, ecc. incrociano l’atmosfera, così le benedizioni dovrebbero incrociare il mondo per frenare e allontanare l’azione malefica dei demoni.
Ogni benedizione del sacerdote è sempre una nuova vittoria sul maligno. In questo modo i sacerdoti benedicenti possono essere continuamente delle stazioni trasmittenti spirituali. Al mondo ci sono ovunque antenne riceventi, cioè dei cuori che hanno bisogno di benedizione per essere fortificati dalla loro forza. La benedizione però ha bisogno di anime ricettive. Gesù ha detto ai suoi Apostoli (Lc 10,5): «In qualunque casa entriate, dite prima: “Pace a questa casa”. Se vi sarà un figlio della pace la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi». – Questo significa che la pace e il bene saranno per la casa e per le persone che vi abitano a condizione però che queste persone siano ricettive, cioè devono chiedere la benedizione con fede e con fiducia.


Diceva un’anima molto provata dal dolore e malata da molti anni: «Durante la mia malattia ricevo spesso la benedizione del Sacerdote ed ogni volta sento come una forza che mi viene data per accettare la mia sofferenza, per abbandonarmi sempre più alla volontà del Signore che mi domanda molto sacrificio. La consapevolezza di essere benedetta molte volte da un Sacerdote, anche da lontano, mi dà improvvisamente forza e coraggio per affrontare le grandi tentazioni e le ore di profondo abbattimento. Quante volte la benedizione del Sacerdote mi ha dato pace e tranquillità nelle lotte interiori e nelle grandi burrasche spirituali».


È una cosa stupenda che il sacerdote alzi molto spesso la sua mano consacrata per benedire. Da questa benedizione scorre una forza esorcizzante contro il maligno e una forza salutare per i corpi e santificante per le anime, perché è lo stesso Gesù che benedice, tramite il sacerdote, con le sue mani trafitte da cui scorre il suo Sangue di Amore.



Catecismo para niños




E allora, con tutto il cuore:
 <<VI BENEDICA DIO ONNIPOTENTE, PADRE, + FIGLIO E SPIRITO SANTO. AMEN>>

AMDG et BVM