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venerdì 7 dicembre 2012

* Novena dell'IMMACOLATA - 9 - : La "Donna" del "Protovangelo" (Genesi 3, 15)




...Gesù empie la piazza della sua voce potente: 

«Uomini di Giuda! Uomini di Betlemme, udite! Udite o voi, donne della terra sacra a Rachele! Udite un che da Davide viene, che perseguitato ha sofferto, che, fatto degno di parlare, parla per darvi luce e conforto. Udite».

La gente cessa di vociare, litigare, comperare, e si affolla.
«È un rabbi!».
«Viene da Gerusalemme certo».
«Chi è?».
«Che bell'uomo!».
«Che voce!».
«Che modi!».
«Eh! se è progenie di Davide!».
«Nostro, allora!».
«Udiamo, udiamo!».
Tutta la piazza è ora contro la scaletta, che pare un pulpito.

«Nella Genesi è detto: (Genesi 3, 14-19) "Io porrò inimicizia fra te e la donna... essa ti schiaccerà il capo e tu la insidierai nel calcagno". E ancora è detto: "Io moltiplicherò i tuoi affanni e le tue gravidanze... e la terra produrrà triboli e spine ". Questa la condanna dell'uomo, della donna e del serpente.

Venuto da lontano a venerare la tomba di Rachele, ho udito nel vento della sera, nella rugiada della notte, nel pianto dell'usignolo al mattino, ripetersi il singhiozzo di Rachele antica (Geremia 31, 15), ripetuto da bocche e bocche di madri di Betlemme nel chiuso dei sepolcri, o nel chiuso dei cuori. Ed ho sentito ruggire il dolore
di Giacobbe nel dolore dei vedovi consorti, senza più sposa perché il dolore l'ha uccisa... Piango con voi. 

Ma udite, fratelli della mia terra. Betlem, terra benedetta, la più piccola delle città di Giuda, ma la più grande agli occhi di Dio e dell'umanità perché culla del Salvatore, come dice Michea (Michea 5, 1), appunto perché tale,
perché destinata ad esser il tabernacolo su cui si sarebbe posata la Gloria di Dio, il Fuoco di Dio, il suo incarnato Amore, ha scatenato l'odio di Satana.
"Porrò inimicizia fra te e la donna. Essa ti terrà sotto il suo piede e tu insidierai il suo calcagno". 

Quale
inimicizia più grande di quella che ha per mèta i figli, il cuore del cuore della donna? 
E quale più forte piede di quello della Madre del Salvatore? 
Ecco perciò che naturale fu la vendetta di Satana vinto, il quale, no, non al calcagno, ma al cuore delle madri, per la Madre, avventò la sua insidia.

Oh! moltiplicati affanni del perdere i figli dopo averli partoriti! Oh! tremendi triboli dell'aver seminato e sudato per la prole, ed esser padre senza più prole! Ma giubila, Betlemme! Il tuo sangue più puro, il sangue
degli innocenti, ha fatto via di fiamma e porpora al Messia...».
La folla, che è andata sempre più rumoreggiando da quando Gesù ha nominato il Salvatore, e poi la Madre dello Stesso, ora ha un più chiaro indizio di agitazione.
«Taci, Maestro» dice Giuda. «E andiamo».
Ma Gesù non lo ascolta. Continua: «...al Messia che la Grazia del Padre-Dio salvò dai tiranni per conservarlo al popolo per sua salvezza e... »
(Da "L'Evangelo..., 74, 7/8)

Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis