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martedì 1 novembre 2016

De Profundis. COME LUCRARE LE INDULGENZE

De Profundis

http://www.conchiglia.us/LATINO/Riflessioni/25_Riflessioni_Monos_Lucrare_Indulgenze_Plenarie.pdf

  • A Dio Misericordioso per tutte le anime del Purgatorio.

    O Dio, onnipotente ed eterno, Signore dei vivi e dei morti, pieno di misericordia verso tutte le tue creature, concedi il perdono e la pace a tutti i nostri fratelli defunti, perché immersi nella tua beatitudine ti lodino senza fine. Per Cristo nostro Signore. Amen.

  • ATTO DI OFFERTA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE E DELLE SANTE PIAGHE IN SUFFRAGIO DEI FEDELI DEFUNTI

    Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

    O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre.

    Signore, ispira le nostre azioni e accompagnale, affin­ché ogni nostra preghiera e azione cominci da Te e da Te cominciata sia anche finita. Per Cristo nostro Signore. Amen. L’eterno riposo

    1. Ti offriamo, Padre misericordioso, per le Anime del Purgatorio a Te tanto care, il Sangue preziosissimo di Tuo Figlio Gesù, nostro Salvatore, uscito dal suo Piede sinistro trafitto; e il dolore di Maria, Sua Madre amatissima, presente sul Calvario a questa trafittura. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

    2. Ti offriamo, Padre misericordioso, per le Anime del Purgatorio a Te tanto care, il Sangue preziosissimo di Tuo Figlio Gesù, nostro Salvatore, uscito dal suo Piede destro trafitto; e il dolore di Maria, Sua Madre affettuo­sissima, presente sul Calvario a questa trafittura. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

    3. Ti offriamo, Padre misericordioso, per le Anime del Purgatorio a Te tanto care, il Sangue preziosissimo di Tuo Figlio Gesù, nostro Salvatore, uscito dalla sua Mano sinistra piagata; e il dolore di Maria, Sua Madre carissima, spettatrice sul Calvario di questa piaga. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

    4. Ti offriamo, Padre misericordioso, per le Anime del Purgatorio a Te tanto care, il Sangue preziosissimo di Tuo Figlio Gesù, nostro Salvatore, uscito dalla sua Mano destra piagata; e il dolore di Maria, Sua Madre dilettissima, spettatrice sul Calvario di questa piaga. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

    5. Ti offriamo, Padre misericordioso, per le Anime del Purgatorio a Te tanto care, il Sangue preziosissimo e l'acqua uscita dall'aperto Costato del Tuo Figlio Gesù, nostro Salvatore; e il dolore di Maria, Sua Madre amorosissima, presente sul Calvario a questa apertura. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

    Preghiamo: Signore Gesù per dare adesso maggior valore alle nostre deboli suppliche, ci rivolgiamo a Te. Offri Tu stesso all'eterno Padre le sacre Piaghe dei Piedi, delle Mani e del Costato, con il Sangue preziosissimo; uni­tamente alla Tua agonia e morte. Anche Tu Maria, Vergine Addolorata, presenta all'e­terno Padre, insieme alla Passione del Tuo amatissimo Figlio, il pianto, i tormenti e tutti i dolori che hai sof­ferto davanti a Cristo Crocifisso affinché, per i meriti che Tu hai ottenuto, le Anime del Purgatorio trovino conforto e possano al più presto partecipare alla gloria dei beati cantando in eterno la Misericordia divina. Amen. Sciogli, Signore, le anime di tutti i fedeli defunti da tutto ciò che le lega alle realtà di peccato affinché con il tuo aiuto possano evitare il dramma di una lontanan­za definitiva da Te. L'eterno riposo. Dalla porta dell'inferno togli, Signore, le loro anime. Riposino in pace. Amen. Pater, Ave, Gloria, L'eterno riposo.

  • CORONCINA IN SUFFRAGIO DELLE ANIME DEL PURGATORIO

    Gesù mio, per quel copioso sudore di sangue che spargesti nell'orto del Getsemani, abbi pietà delle anime dei miei più stretti parenti che penano nel Purgatorio. Padre nostro, Ave Maria, l'eterno riposo.

    Gesù mio, per quelle umiliazioni e quegli schemi che soffristi nei tribunali fino ad essere schiaffeggiato, deriso e oltraggiato come un malfattore, abbi pietà delle anime dei nostri morti che nel Purgatorio aspet­tano di essere glorificate nel tuo Regno beato. Padre nostro, Ave Maria, l'eterno riposo.

    Gesù mio, per quella corona di acutissime spine che trapassarono le tue santissime tempia, abbi pietà dell'anima più abbandonata e priva di suffragi, e di quella più lontana ad essere liberata dalle pene del Purgatorio. Padre nostro, Ave Maria, l'eterno riposo.

    Gesù mio, per quei dolorosi passi che facesti con la croce sulle spalle, abbi misericordia dell'anima più vicina ad uscire dal Purgatorio; e per le pene che provasti insieme alla tua Santissima Madre nell'in­contrarvi sulla via del Calvario, libera dalle pene del Purgatorio le anime che furono devote di questa cara Madre. Padre nostro, Ave Maria, l'eterno riposo.

    Gesù mio, per il tuo santissimo corpo steso sulla croce, per i tuoi santissimi piedi e mani trafitti con duri chiodi, per la tua morte crudele e per il tuo san­tissimo costato aperto dalla lancia, usa pietà e mise­ricordia presso quelle povere anime. Liberale dalle atroci pene che soffrono ed ammettile in Paradiso. Padre nostro, Ave Maria, l'eterno riposo.

  • De Profundis

    Dal profondo a Te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: perciò avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella tua parola. L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.


  • L'Eterno Riposo

    L'Eterno riposo dona loro o Signore e splenda ad essi la Luce Perpetua, riposino in pace. Amen

  • Offerta della Santa Messa per le Anime Purganti

    Eterno Padre, rammentatevi che con infinito amore il Vostro Unigenito Figlio ha istituito il Santo Sacrificio della San­ta Messa non solo per i vivi, ma anche per i Defunti. Perciò io vi offro questo sacrificio d'Amore per l'anima di… e per tutte quelle che hanno più bisogno di soccorso, acciocchè Voi, Dio d'infinita bontà, vogliate raddolcire le loro pene e concedere presto ad esse la liberazione dal Purgatorio.

    Deh, accogliete, o gran Padre delle mi­sericordie, i meriti della Vittima Divina che su questo Altare s'immola; accogliete le potentissime preghiere del Vostro Di­vin Figliuolo, ed anche le mie povere preghiere, e presto liberate dalle loro acerbissime pene le Anime Sante, del Purgatorio. Così sia
REQUIESCANT IN PACE. AMEN

sabato 11 aprile 2015

UNA FESTA VOLUTA DA GESU'. IMPORTANZA DELLE INDULGENZE.


Si annettono Indulgenze ad atti di culto compiuti in onore della Divina Misericordia



«La tua misericordia, o Dio, non conosce limiti e infinito è il tesoro della tua bontà...» (Orazione dopo l'Inno "Te Deum") e «O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono...» (Orazione della Domenica XXVI del Tempo Ordinario), umilmente e fedelmente canta la Santa Madre Chiesa. Infatti l'immensa condiscendenza di Dio, sia verso il genere umano nel suo insieme sia verso ogni singolo uomo, splende in modo speciale quando dallo stesso Dio onnipotente sono rimessi peccati e difetti morali e i colpevoli sono paternamente riammessi alla sua amicizia, che meritatamente avevano perduta.

I fedeli con intimo affetto dell'animo sono da ciò attratti a commemorare i misteri del perdono divino ed a celebrarli piamente, e comprendono chiaramente la somma convenienza, anzi la doverosità che il Popolo di Dio lodi con particolari formule di preghiera la Divina Misericordia e, al tempo stesso, adempiute con animo grato le opere richieste e soddisfatte le dovute condizioni, ottenga vantaggi spirituali derivanti dal Tesoro della Chiesa. «Il mistero pasquale è il vertice di questa rivelazione ed attuazione della misericordia, che è capace di giustificare l'uomo, di ristabilire la giustizia nel senso di quell'ordine salvifico che Dio dal principio aveva voluto nell'uomo e mediante l'uomo, nel mondo» (Lett. enc. Dives in Misericordia, 7).

Invero la Misericordia Divina sa perdonare anche i peccati più gravi, ma nel farlo muove i fedeli a concepire un dolore soprannaturale, non meramente psicologico, dei propri peccati, così che, sempre con l'aiuto della grazia divina, formulino un fermo proposito di non peccare più. Tali disposizioni dell'animo conseguono effettivamente il perdono dei peccati mortali quando il fedele riceve fruttuosamente il sacramento della Penitenza o si pente dei medesimi mediante un atto di perfetta carità e di perfetto dolore, col proposito di accostarsi quanto prima allo stesso sacramento della Penitenza: infatti Nostro Signore Gesù Cristo nella parabola del figliuol prodigo ci insegna che il peccatore deve confessare la sua miseria a Dio dicendo: «Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio» (Lc 15, 18-19), avvertendo che questo è opera di Dio: «era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato» (Lc 15; 32).

Perciò con provvida sensibilità pastorale il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, per imprimere profondamente nell'animo dei fedeli questi precetti ed insegnamenti della fede cristiana, mosso dalla dolce considerazione del Padre delle Misericordie, ha voluto che la seconda Domenica di Pasqua fosse dedicata a ricordare con speciale devozione questi doni della grazia, attribuendo a tale Domenica la denominazione di "Domenica della Divina Misericordia" (Congr. per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, Decr. Misericors et miserator, 5 Maggio 2000).

Il Vangelo della seconda Domenica di Pasqua narra le cose mirabili compiute da Cristo Signore il giorno stesso della Risurrezione nella prima apparizione pubblica: «La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: 'Pace a voi!'.

Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: 'Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi'. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: 'Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi'»(Gv 20, 19-23).

Per far sì che i fedeli vivano con intensa pietà questa celebrazione, lo stesso Sommo Pontefice ha stabilito che la predetta Domenica sia arricchita dell'Indulgenza Plenaria, come più sotto sarà indicato, affinché i fedeli possano ricevere più largamente il dono della consolazione dello Spirito Santo e così alimentare una crescente carità verso Dio e verso il prossimo, e, ottenuto essi stessi il perdono di Dio, siano a loro volta indotti a perdonare prontamente i fratelli.

Così i fedeli osserveranno più perfettamente lo spirito del Vangelo, accogliendo in sé il rinnovamento illustrato e introdotto dal Concilio Ecumenico Vaticano II: «I cristiani, ricordando le parole del Signore: 'da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri' (Gv 13, 35), niente possono desiderare più ardentemente che servire con sempre maggiore generosità ed efficacia gli uomini del mondo contemporaneo... Il Padre vuole che noi riconosciamo ed efficacemente amiamo in tutti gli uomini Cristo fratello, tanto con la parola che con l'azione» (Cost. past. Gaudium et spes, 93).

Il Sommo Pontefice pertanto, animato da ardente desiderio di favorire al massimo nel popolo cristiano questi sensi di pietà verso la Divina Misericordia, a motivo dei ricchissimi frutti spirituali che da ciò si possono sperare, nell'Udienza concessa il giorno 13 giugno 2002 ai sottoscritti Responsabili della Penitenzieria Apostolica, Si è degnato di largire Indulgenze nei termini che seguono:

Si concede l'Indulgenza plenaria alle consuete condizioni (Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo l'intenzione del Sommo Pontefice) al fedele che nella Domenica seconda di Pasqua, ovvero della "Divina Misericordia", in qualunque chiesa o oratorio, con l'animo totalmente distaccato dall'affetto verso qualunque peccato, anche veniale, partecipi a pratiche di pietà svolte in onore della Divina Misericordia, o almeno reciti, alla presenza del SS.mo Sacramento dell'Eucaristia, pubblicamente esposto o custodito nel tabernacolo, il Padre Nostro e il Credo, con l'aggiunta di una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. «Gesù Misericordioso, confido in Te»).
Si concede l'Indulgenza parziale al fedele che, almeno con cuore contrito, elevi al Signore Gesù Misericordioso una delle pie invocazioni legittimamente approvate.
Inoltre i naviganti, che compiono il loro dovere nell'immensa distesa del mare; gli innumerevoli fratelli, che i disastri della guerra, le vicende politiche, l'inclemenza dei luoghi ed altre cause del genere, hanno allontanato dal suolo patrio; gli infermi e coloro che li assistono e tutti coloro che per giusta causa non possono abbandonare la casa o svolgono un'attività non differibile a vantaggio della comunità, potranno conseguire l'Indulgenza plenaria nella Domenica della Divina Misericordia, se con totale detestazione di qualunque peccato, come è stato detto sopra, e con l'intenzione di osservare, non appena sarà possibile, le tre consuete condizioni, reciteranno, di fronte ad una pia immagine di Nostro Signore Gesù Misericordioso, il Padre Nostro e il Credo, aggiungendo una pia invocazione al Signore Gesù Misericordioso (p.e. «Gesù Misericordioso, confido in Te»).
Se neanche questo si potesse fare, in quel medesimo giorno potranno ottenere l'Indulgenza plenaria quanti si uniranno con l'intenzione dell'animo a coloro che praticano nel modo ordinario l'opera prescritta per l'Indulgenza e offriranno a Dio Misericordioso una preghiera e insieme le sofferenze delle loro infermità e gli incomodi della propria vita, avendo anch'essi il proposito di adempiere non appena possibile le tre condizioni prescritte per l'acquisto dell'Indulgenza plenaria.
I sacerdoti, che svolgono il ministero pastorale, soprattutto i parroci, informino nel modo più conveniente i loro fedeli di questa salutare disposizione della Chiesa, si prestino con animo pronto e generoso ad ascoltare le loro confessioni, e nella Domenica della Divina Misericordia, dopo la celebrazione della Santa Messa o dei Vespri, o durante un pio esercizio in onore della Divina Misericordia, guidino, con la dignità propria del rito, la recita delle preghiere qui sopra indicate; infine, essendo «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7), nell'impartire la catechesi spingano soavemente i fedeli a praticare con ogni possibile frequenza opere di carità o di misericordia, seguendo l'esempio e il mandato di Cristo Gesù, come è indicato nella seconda concessione generale dell'"Enchiridion Indulgentiarum".

Il presente Decreto ha vigore perpetuo. Nonostante qualunque contraria disposizione.

Roma, dalla sede della Penitenzieria Apostolica, il 29 giugno 2002, nella solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo 2002.

LUIGI DE MAGISTRIS
Arcivescovo tit. di Nova
Pro-Penitenziere Maggiore
GIANFRANCO GIROTTI,
O.F.M. Conv.
Reggente



INDULGENZE
DONO DI CRISTO GESU’ ALLA SUA CHIESA
NELLA COMUNIONE DEI SANTI

IMPORTANZA DELLA INDULGENZA PLENARIA
“E’ dottrina divinamente rivelata che i peccati comportino pene inflitte dalla santità e giustizia di Dio,
da scontarsi sia in terra, con i dolori, le miserie, e le calamità di questa vita e soprattutto con la morte,
sia nell’aldilà, 
[in Purgatorio], anche con il fuoco e i tormenti o con le pene purificatrici. …”
[PARTE Ia N. 2]
“E’ da considerare che tutti gli uomini peregrinanti sulla terra ogni giorno commettono peccati almeno leggeri; di modo che tutti hanno bisogno della misericordia di Dio per essere liberati dalle conseguenze penali dei peccati. …” [PARTE Ia N. 3]
“L’Unigenito Figlio di Dio, infatti,… ha procurato un tesoro alla Chiesa militante –
Si sa che di questo tesoro costituiscono un accrescimento ulteriore anche i meriti della Beata Madre
di Dio e di tutti gli eletti - e lo ha affidato al beato Pietro, clavigero del cielo e ai successori di lui,
suoi vicari in terra, perché lo dispensassero salutarmente ai fedeli e, per ragionevoli cause,
lo applicassero misericordiosamente a quanti si erano pentiti e avevano confessato i loro peccati,
talvolta rimettendo in maniera totale 
[indulgenza plenaria], e tal altra in maniera parziale[indulgenza parziale],
la pena temporale dovuta per i peccati”.
 [Parte Ia N. 7]
“Detta remissione di pena temporale dovuta per i peccati, già rimessi per quanto riguarda la colpa [con la Confessione], con termine proprio è stata chiamata “indulgenza”.
La Chiesa.. con intervento autoritativo dispensa al fedele, debitamente disposto,
il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei Santi in ordine alla remissione della pena temporale.
Il fine… è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi
a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle giovano all'incremento
della fede e al bene comune”.
 [Parte Ia N. 8]
§ 1. E’ capace di lucrare indulgenze chi è battezzato, non scomunicato, in stato di grazia almeno
al termine delle opere prescritte.
§ 2. Per lucrare di fatto le indulgenze, il soggetto capace [il fedele], deve avere almeno l’intenzione di acquistarle e adempiere le opere ingiunte nel tempo stabilito e nel modo
dovuto, a tenore della concessione.
 [C.D.C. CAN. 996]
“L’indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto la pena temporale dovuta per i peccati”. [C.D.C. CAN. 993]
“Ogni fedele può lucrare per se stesso o applicare ai defunti a modo di suffragio indulgenze sia parziali sia plenarie”. [C.D.C. CAN. 994]

INDULGENZA PLENARIA


PENTECOSTE: con la recita pubblica del Veni Creator Spiritus
CORPUS DOMINI: con la preghiera del Tantum ergo [Adoriamo il Sacramento], recitata
                                   piamente e pubblicamente nella azione liturgica di questa solennità.
SACRO CUORE DI GESU’: con L’Atto di riparazione al Sacro cuore di Gesù: Gesù dolcissimo,
                                                   il cui immenso amore…recitato pubblicamente in questa solennità.
 (26)
2 AGOSTO: IL PERDONO D’ASSISI. Dal mezzogiorno del 1° Agosto alla mezzanotte del giorno                                           seguente (1), si può lucrare una volta sola (nel giorno)l’indulgenza plenaria.

(1)  Oppure, con il consenso dell’Ordinario, nella Domenica precedente o seguente (a decorrere dal mezzogiorno
      del sabato fino alla mezzanotte della Domenica), si può lucrare una volta sola [nel giorno], l’indulgenza Plenaria.
Opera prescritta: Visita alla chiesa parrocchiale, recitando Il Padre nostro e il Credo

Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa –
                                                     Distacco dal peccato anche veniale.
Nelle chiese parrocchiali,  si può lucrare inoltre [oltre a quella del 2 Novembre],
                                          l’indulgenza plenaria altre due volte nell’anno, cioè:
                                          - nella festa del Santo titolare
                                          - e il 2 Agosto in cui ricorre la Porziuncola…
[o Perdon d’Assisi].

2 NOVEMBRE [Indulgenza applicabile solo per i defunti] Dal mezzogiorno del giorno 1 (Festa di tutti i Santi),
                            fino alla mezzanotte del giorno due.

Opera prescritta: Visita alla chiesa parrocchiale, recitando Il Padre Nostro e il Credo; oppure si può lucrare
                            come scritto qui sotto, dall’ 1-8 Novembre facendo visita in cimitero.


Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa –
                                                     Distacco dal peccato anche veniale.
1 – 8 NOVEMBRE FACENDO VISITA AL CIMITERO [Indulgenza applicabile solo ai defunti!].

Applicate le condizioni richieste: Confessione – Comunione – Preghiera per il Papa –
                                                               Distacco dal peccato anche veniale. 


“I fedeli che fanno visitano il cimitero e pregano, anche solo mentalmente per i defunti, possono lucrare,
una volta al giorno, l’indulgenza plenaria”.

SOLENNITA’ DI CRISTO RE: con l’atto di Consacrazione del Genere umano a Cristo Re,
                                O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano.. fatto pubblicamente.
 (27)
31 DICEMBRE: con l’inno Te Deum recitato o cantato pubblicamente.

                                                                   
                                      °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° 


1° GENNAIO: Con l’invocazione pubblica dello Spirito Santo con il Veni Creator Spiritus.
OGNI VENERDI’ DI QUARESIMA: Con la recita della preghiera Eccomi,
                                                                o mio amato e buon Gesù.. 
(22)
GIOVEDI’ SANTO: Con la recita pubblica, fatta con fede, del Tantum ergo [Adoriamo il Sacramento]
VENERDI’ SANTO   Nella solenne azione liturgica: quando il fedele partecipa devotamente
                                     all’adorazione della Croce e la bacia.
 (17)
VEGLIA PASQUALE: con la rinnovazione delle Promesse Battesimali,
                                         fatta con qualsiasi formula. 
FESTA DELLA DIVINA MISERICORDIA Gesù a suor Faustina Kowalska promette la piena remissione delle colpe e delle pene per chi in quel giorno si confessa e prende la comunione


PRIMA COMUNIONE
 Si concede l’indulgenza plenaria ai fedeli che si accostano per la prima volta
                                        alla S. Comunione o che assistono alla pia cerimonia della prima Comunione.(42)
NELL’ANNIVERSARIO DEL PROPRIO BATTESIMO: Rinnovando le promesse battesimali
                                                                                                   con qualsiasi formula.
 (70)
NELLA FESTA DEL SANTO TITOLARE: fare visita alla chiesa parrocchiale con le preghiere prescritte…
PRIMA MESSA DEI SACERDOTI Per il Sacerdote Celebrante e per i fedeli che devotamente
                                                              assistono alla medesima Messa. 
(43)

CELEBRAZIONI GIUBILARI DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE 25°, 50°, 60°
.
Per il Sacerdote e se viene celebrato solennemente i fedeli che assistono a questa S. Messa,
possono acquistare anche loro l’indulgenza plenaria.
 (49)

USO DEGLI OGGETTI DI PIETA
 (35) Il fedele che devotamente usa un oggetto di pietà (Crocifisso o Croce, corona, scapolare, medaglia) benedetto dal Sommo Pontefice o da un Vescovo, possono acquistare anche
l’indulgenza plenaria nella festa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, aggiungendo però la Professione di Fede
con qualsiasi legittima formula.
ESERCIZI SPIRITUALI: Si concede l’indulgenza plenaria al fedele che partecipa agli
                                            Esercizi Spirituali almeno per tre giorni interi.
 (25)
ALLA BENEDIZIONE PAPALE: Si concede l’indulgenza plenaria al fedele che piamente e devotamente
riceve sia pure via radio e televisione la Benedizione impartita dal Sommo Pontefice “urbi et orbi”
[alla città e al mondo]. (12)
IN PUNTO DI MORTE [IND.D. N.18]:
- Al fedele in pericolo di morte, che non possa essere assistito da un Sacerdote che gli amministri i Sacramenti
e gli impartisca la Benedizione Apostolica con l’annessa indulgenza plenaria, la Santa Madre Chiesa concede ugualmente l’indulgenza plenaria in punto di morte, purché sia debitamente disposto, e abbia recitato durante la vita qualche preghiera. 
- Per l’acquisto di tale indulgenza è raccomandabile l’uso del Crocifisso o della Croce.
- Questa stessa indulgenza plenaria in punto di morte può essere lucrata dal fedele che nello stesso
giorno abbia già acquistato un’altra indulgenza plenaria.
 (28)





LE INDULGENZE PLENARIE
DI OGNI GIORNO

ADORAZIONE DEL SS. SACRAMENTO PER ALMENO MEZZORA (N.3)

LA RECITA DEL S. ROSARIO (N.48): Si concede l’indulgenza plenaria se la recita del Rosario si fa
in chiesa pubblico oratorio, oppure in famiglia, in una Comunità religiosa, in una pia associazione.
Per l’indulgenza plenaria si stabiliscono queste norme:
1. E’ sufficiente la recita della sola quarta parte del Rosario; ma le cinque decadi devono recitarsi senza interruzione.
2. Alla preghiera vocale si deve aggiungere la pia meditazione dei misteri
(enunziandoli secondo l’approvata consuetudine vigente).

LETTURA DELLA SACRA BIBBIA ALMENO PER MEZZORA
 (N. 50)


ESERCIZIO DELLA VIA CRUCIS
  
(N.73) Per l’acquisto della indulgenza plenaria,
                                                                        valgono le seguenti norme:

1.  Il pio esercizio deve essere compiuto dinanzi alle stazioni della Via Crucis legittimamente erette.

2 .  … Per il compimento del pio esercizio si richiede soltanto una meditazione della Passione e Morte del Signore,
     senza che occorra fare una particolare considerazione sui singoli misteri delle stazioni.

3 . Occorre spostarsi da una stazione all’altra. Se il pio esercizio si compie pubblicamente e il movimento
    di tutti i presenti non può farsi con ordine, basta che si rechi alle singole stazioni almeno chi dirige…

4 . I fedeli… legittimamente impediti, potranno acquistare la medesima indulgenza dedicando alla pia lettura
    e meditazione della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo un certo spazio di tempo,
    ad esempio un quarto d’ora.

* OFFERTA QUOTIDIANA DEL LAVORO DELLA GIORNATA
Il cuore generoso del Santo Padre Giovanni XXIII trovò il farmaco per evitare le sofferenze del purgatorio concedendo l’Indulgenza plenaria quotidiana a quanti vivono i propri doveri e sopportano croci
di ogni giorno per amore di Gesù.
Occorre inoltre recitare il Credo, il Padre nostro e una preghiera secondo l’intenzione
del Sommo Pontefice. Ricordiamo la S. Comunione e la Confessione 

(che è sufficiente fatta negli otto giorni).



“Per acquistare l’indulgenza plenaria è necessario 

*eseguire l’opera indulgenziata e
*adempiere tre condizioni

- Confessione Sacramentale
- Comunione Eucaristica
- Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice
- E si richiede inoltre che sia escluso qualsiasi affetto al peccato anche veniale.
  Se manca la piena disposizione o non sono poste le predette tre condizioni,
 l’indulgenza è solamente parziale…”
 [Parte IIa n.7]

L’OPERA INDULGENZIATA
E’ stabilita dalla Chiesa e va compiuta nel tempo e nel modo richiesto;
può essere una Visita ad una chiesa con relativa preghiera da fare
 (Pater e Credo) (Es. Perdono d’Assisi ),
o è legata ad una determinata Preghiera (Es. Veni Creator, Eccomi o mio amato e buon Gesù..),
o ad un’ “opera” (Es. Esercizi Spirituali, Prima Comunione, uso di un oggetto benedetto…)

LA CONFESSIONE: “Le tre condizioni possono essere adempiute parecchi giorni prima
o dopo di aver compiuto l’opera prescritta”.
 [Parte IIa N. 8]
“Con una sola Confessione sacramentale si possono acquistare più indulgenze plenarie…”
[Parte IIa N.9]

LA COMUNIONE SACRAMENTALE

“E’ conveniente che la Comunione sia fatta nello stesso giorno in cui si compie l’opera”. 
[Parte IIa N.8]
“Con una sola Comunione Eucaristica si può lucrare una sola indulgenza plenaria”. 
[Parte IIa N. 9]


PREGHIERA SECONDO LE INTENZIONI DEL SOMMO PONTEFICE

“E’ conveniente che la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice sia fatta
nello stesso giorno in cui si compie l’opera”.
 [Parte IIa N. 8]
“Con una sola preghiera secondo le intenzioni del Sommo pontefice si può lucrare
una sola indulgenza plenaria”.
 [Parte IIa N.9]
“Si adempie pienamente la condizione della preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice,
recitando secondo le sue intenzioni un Pater ed un’Ave;
è lasciata tuttavia libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà
e la devozione di ciascuno verso il Romano Pontefice”.
 [Parte IIa N.10]
…………………………………………………………………..


DOCUMENTO: “INDULGENTIARUM DOCTRINA” Costituzione Apostolica
di S.S. Paolo VI 1 Gennaio 1967 [IND. D.]
DOCUMENTO: “ENCHIRIDION INDULGENTIARUM” [ENCH.IND.]
[Manuale delle Indulgenze Norme e concessioni] Sacra Penitenzieria Apostolica 29.06.1968
Tipografia poliglotta Vaticana.

NB. Il numero alla fine delle indulgenze citate, corrisponde al numero della indulgenza
Concessa, come è nel MANUALE DELLE INDULGENZE
CODICE DI DIRITTO CANONICO Can. 992 - 997
Indulgenza plenaria ,come ottenere l'indulgenza plenaria,condizioni indulgenza plenaria,remissione peccati

martedì 5 marzo 2013

La storia delle indulgenze


Potrà servire a chiarire alcuni equivoci e liberarci da false opinioni 
La storia delle indulgenze 
può essere divisa in quattro periodi.

Nel primo, che va dall’età apostolica all’VIII sec., le indulgenze sono uno sconto della pena canonica prevista per ottenere l’assoluzione dei peccati e vengono concesse attraverso le suppliche dei martiri. Questi, in punto di morte trasmettevano degli scritti chiamati supplices belli Martyrum ai vescovi affinché venga rimessa la pena canonica di questo o quel penitente. L’indulgenza, in questa fase, poteva essere concessa a singole persone in virtù del sacrificio del martire.
In questo periodo il sacramento della confessione, per come veniva celebrato nei primissimi tempi della storia cristiana, rappresentava sotto certi aspetti un secondo battesimo. La differenza stava nel fatto che, mentre il battesimo rimetteva tutti i peccati e la pena subito e in modo completo, la confessione prevedeva un lungo e penoso cammino di penitenza pubblica, la quale doveva essere scontata prima dell’assoluzione dei peccati.
Con la modifica di questo cammino alcuni cristiani, nonostante avessero rinnegato la fede durante le persecuzioni e fossero stati sottoposti dal vescovo a severissime penitenze, si rivolsero ai confessori che, in prigione, attendevano il martirio. Ottenevano un biglietto di raccomandazione per il vescovo, chiamato libellum pacis, il quale induceva il vescovo stesso, per riguardo verso i martiri, ad abbreviare o condonare la penitenza.
Alcuni vescovi mitigavano la penitenza indipendentemente dai libellum pacis dei martiri. Nel 375 a Milano, molti seguaci dell’eresia Ariana si convertirono alla vera fede e furono sottoposti a lunga penitenza, ma il vescovo Ambrogio li dispensò quasi subito. Disse che non voleva una comunità composta per lo più da penitenti pubblici (Ambrogio, De poenitentia, PL, 16, coll. 531, 537. ).
Nel secondo periodo, che va dall’VIII sec. al XIV sec., si introduce l’usanza di dare l’indulgenza scambiando la pena canonica per i peccati confessati, di solito piuttosto gravosa, in un’opera più leggera. Ci sono indulgenze per le stazioni quaresimali, per le Crociate e per i pellegrinaggi. Nel 1300, con il primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII, viene offerta l’indulgenza ai pellegrini che si recheranno a Roma e visiteranno le Basiliche.
Tra il VII e l’VIII sec. la penitenza pubblica scompare e le succede la penitenza privata e nascosta, decisa dal confessore. Questa deve essere eseguita dopo e non prima (come nella penitenza pubblica) aver ricevuto l’assoluzione dei peccati commessi.
"Papi e vescovi, fuori di confessione continuano a commutare queste penitenze in altre meno pesanti oppure più pesanti, ma meno lunghe. Si tratta, di solito, di preghiere, di elemosine ai poveri, di pellegrinaggi e anche di azioni un po’ strane per noi, come il dormire sulle ortiche o con un morto sullo stesso sepolcro" (Albino Luciani, Ritiro predicato alle Superiore religiose del Patriarcato di Venezia, maggio 1973). L’indulgenza propriamente detta appare nel secolo XI, quando Papi e vescovi non si limitano più a commutare penitenze già fissate, ma rimettono una parte della pena temporale indistintamente a tutti coloro che compivano una determinata azione; condizioni preliminari erano tuttavia, come sempre, il pentimento e la confessione dei peccati. A partire da questo periodo, l’indulgenza viene accordata come incoraggiamento e premio di un’opera di pietà (anche piccola), come la visita di una chiesa appena consacrata, un’elemosina ai poveri o a un monastero. Un’importanza particolare hanno in quest’epoca e nei secoli successivi le indulgenze della Crociata, concesse a chi andava a combattere contro i mori in Spagna, i saraceni in Sicilia e i turchi in Palestina. I Papi accordano la remissione non parziale ma totale della penitenza dovuta per i peccati.
A partire dal XII sec. le concessioni delle indulgenze aumentarono considerevolmente. Non è da escludere che talvolta qualcuna possa essere stata suggerita da finalità meno buone, dato che il penitente suggerito dall’indulgenza era solito fare un’offerta volontaria in denaro. Si noti però che "i rescritti di esse, anteriori al sinodo Lateranense, raramente accennano ad obblighi di elemosine; né le cronache di quell’epoca registrano abusi di tal genere" (Righetti, op. cit. , vol. IV, pag. 219).Un’indulgenza plenaria analoga a quelle delle Crociate viene concessa nel 1300 da Bonifacio VIII a quanti, contriti e confessati, abbiano vistato le Basiliche di San Pietro e San Paolo (per 30 giorni se romano, per 15 giorni se pellegrini). Il Papa stabilisce anche che quest’indulgenza plenaria generale possa essere lucrata ad ogni fine secolo. Questa grande indulgenza riscosse moltissimi consensi da parte di tutti i fedeli cristiani. Successivamente papa Clemente VI nel 1343 fissò il Giubileo ogni 50 anni; Urbano VI nel 1378 ogni 33 anni, per commemorare gli anni di
Gesù Cristo, e Paolo III nel 1475 ogni 25 anni. Gregorio XIII nel 1575, al termine del Giubileo romano, estese per la prima volta alla Chiesa universale il perdono, per la durata di sei mesi, in favore di chi non aveva potuto recarsi a Roma. Nel 1925 Pio XI ampliò questo beneficio a un anno intero, concedendolo anche a chi aveva lucrato le indulgenze giubilari a Roma.
Nel terzo periodo, che va dal XIV al XVI sec., l’uso di concedere l’indulgenza si diffonde. Si introduce la possibilità di ottenerle con offerte in denaro, definiteoblationes, che servono a sovvenzionare opere di apostolato.
Il popolo cominciò però a pensare che l’indulgenza non liberasse solo dalla pena temporale, ma anche dalla colpa, e che dunque bastasse lucrarla per ottenere anche la remissione dei peccati. Questa errata convinzione contribuì a moltiplicare gli abusi arrivando a ridurre l’elargizione delle indulgenze a un’operazione finanziaria. Questi abusi diedero a Martin Lutero il pretesto per la sua ribellione contro la Santa Sede. Con il Concilio di Trento (1545 – 1563) si correggeranno gli abusi stabilendo che il tesoro delle indulgenze sia offerto ai fedeli piamente, santamente e integralmente, "affinché tutti possano veramente comprendere che teli tesori celesti della Chiesa vengono dispensati non per trarne guadagno ma per devozione" ("ut tandem caeleste hos Eccesiae thesaurum non ad questum, sed ad pietatem exerceri omnes vere intelligant" Conc. Trid. Sess. XXI, De reform., 9).
Il desiderio di avere delle indulgenze e l’ambizione di poterne offrire di più delle altre chiese, indusse persone ignoranti o di poca coscienza ad inventare scritti vescovili o papali con i quali venivano concesse. Gli abusi che vengono rinfacciati contro l’uso cattolico delle indulgenze in quel periodo storico riguardano due elementi: l’idea (errata) che la remissione delle pena temporale sciogliesse anche dalla colpa sostituendo la confessione sacramentale, e le collette di denaro applicate alle indulgenze. La Chiesa ribadì sempre la distinzione tra remissione della pena temporale tramite l’indulgenza e la previa e necessaria confessione sacramentale (Paulus, Geschichte des Ablasses, II, 137). Nel 1450, al Concilio di Magdeburgo, il Legato pontificio, cardinale Nicolò de Cusa, condannò espressamente coloro che predicavano che l’indulgenza esentava il fedele dalla confessione.
Per quanto riguarda l’altro abuso, quello delle collette in denaro, esso fu legato alle bramosie di principi, re, e vescovi, i quali pretesero il diritto di prelevare quote notevoli dalle somme raccolte dai quaestores, coloro che erano incaricati di notificare le indulgenze e di raccogliere le elemosine, visto che erano state racimolate nei loro territori. Il sacerdote invitava i fedeli all’acquisto dell’indulgenza, il quaestor riscuoteva il denaro pretendendo a volte offerte esagerate anche da coloro che ne erano esentati e spesso enunciava falsi principi. Contro tutto ciò si levò non solo la protesta di Martin Lutero, ma anche e soprattutto la denuncia di tante persone sante e autorevoli. Nel Concilio di Trento per mettere fine a questi disordini furono proibite le questue e aboliti i quaestores di indulgenze. La pubblicazione di queste ultime era riservata al vescovo e i due membri del Capitolo, da lui incaricati di ricevere le offerte spontanee dei fedeli, non potevano prelevare nessuna quota, anche minima, per loro.
Il doveroso, se pur breve ricordo dei periodi in cui fiorirono commerci illeciti e abusi – dovuti alla errata applicazione delle indulgenze – non deve farci dimenticare che dalle offerte indulgenziali ricevettero aiuto e sussistenza opere di pubblica utilità come ospedali, ricoveri, scuole, ospizi di pellegrini; grazie a queste collette furono costruiti anche argini, ponti e strade.
Nel quarto periodo, che va dal XVI sec. ai nostri giorni, i Papi hanno regolato la concessione delle indulgenze, stabilendone il numero e l’autenticità. L’ultima riforma è di Paolo VI, che ha semplificato le indulgenze abolendo, per quelle parziali, la determinazione temporale.
Passata l’epoca degli abusi nelle indulgenze ritorna essenziale l’aspetto del pentimento e della conversione del fedele. Oggi la Chiesa precisa che non esiste automatismo alcuno che permetta di ottenere l’indulgenza senza una vera conversione, un sincero distacco dal peccato e un vero pentimento dei peccati commessi e confessati. "Il perdono concesso gratuitamente da Dio, implica come conseguenza un reale cambiamento di vita, una progressiva eliminazione del male interiore, un rinnovamento della propria esistenza" ( Giovanni Paolo II,Incarnationis mysterium, 1998). L’indulgenza plenaria "esige il totale ripudio di ogni affetto al peccato, anche semplicemente veniale: è quindi incitamento ad impegnarsi nel modo migliore per fuggire il peccato. Essa esige inoltre l’uso fruttuoso della Penitenza e della Santissima Eucarestia" ( Luigi De Magistris, " Il dono dell’indulgenza", in "L’Osservatore Romano", 24 febbraio 1999)
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