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domenica 7 febbraio 2016

SAN PAOLO AI ROMANI: cap. VII b


LETTERA AI ROMANI
Capo VII.

Impotenza della legge nella lotta tra la carne a to spirito


[14]Noi sappiamo difatti che la legge è spirituale; ma io sono carnale, venduto e soggetto al peccato. [15]Io non so quello che faccio: non fo il bene che voglio, ma il male che odio. [16]Or se faccio quel che non voglio, riconosco che la legge è buona; 17però in questo caso non sono io che opero, ma il peccato che abita in me.
18Difatti io so che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: è in me certamente la volontà di fare il bene, ma non trovo la via di compierlo, 19poiché, non il bene che voglio io fo, ma il male che non voglio quello io faccio.20Or se io fo quello che non voglio, non son più io che lo faccio, ma il peccato che abita in me.
2lIo trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male mi è già a lato. 22Infatti, mi diletto nella legge di Dio, secondo l’’uomo interiore; 23ma vedo nelle mie membra un’altra legge che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. [24]Oh, me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? 25La grazia di Dio per Gesù Cristo Signor nostro. Dunque io stesso colla mente servo alla legge di Dio, colla carne invece alla legge del peccato.



< Vieni, Spirito Santo, vieni
per mezzo della potente intercessione
del Cuore Immacolato di Maria ,
tua amatissima Sposa >

AVE MARIA!

sabato 5 ottobre 2013

Desidero celebrare la tua gloria.




OTTOBRE
con Santa Faustina
Meditazioni

1. La misericordia creatrice. — O mio Dio, tutto ciò ch'è in me ti adori, mio creatore e mio Signore! Poiché tu sei la felicità in te stesso e non hai bisogno di noi per essere felice, fu la tua misericordia a chiamare all'esistenza le creature, comunicando ad esse qualche cosa dell'intima tua vita, che fa di te un Dio solo in tre Persone. Desidero glorificare la tua misericordia con ogni palpito del mio cuore, parlando della tua pura bontà alle anime e incoraggiandole ad aver fiducia in essa.

2. La misericordia redentrice. — Signore, tu ci doni la tua grazia unicamente perché sei misericordioso. Allorché l'uomo non seppe superare la sua prova, avresti potuto rigettarlo. Tuttavia ti commosse la naturale debolezza di questo composto d'anima e di corpo che noi siamo e promettesti di riparare di persona la perdita della nostra felicità. Dobbiamo unicamente all'abisso della tua misericordia, se non siamo puniti come meritiamo. Che la tua misericordia, Signore, sia adorata! Perfino gli angeli stupiscono per la magnanimità con cui la eserciti in favore degli uomini!

3. La misericordia che s'incarna. — Solo la tua misericordia, Signore, ch'è divina, può rimettere le colpe e, al tempo stesso, arricchire con la grazia la creatura perdonata. La misericordia ti spinse a scendere personalmente fra di noi. Ma, dove discenderai, Signore? Forse nel tempio di Salomone? O preferisci che ti venga edificato un nuovo tempio per poter manifestarti in esso? Ma, o Signore, che tempio prepararti, se la terra intera altro non è che «lo sgabello dei tuoi piedi»? Il tuo tempio sarà il grembo di una madre senza macchia: «Il Verbo di Dio si fece carne e pose la sua tenda fra di noi». Il Verbo di Dio in questo modo è l'incarnazione della sua stessa misericordia! Nessuno ora, Signore, ha motivo di temere nell'avvicinarsi a te. Sei Padre del tuo unigenito Figliolo e, grazie a lui, sei anche il Padre nostro. Sia gloria alla tua misericordia, la quale ti ha condotto fra di noi!

4. La misericordia nei santi Sacramenti. — Da quando, partendo anche come uomo verso il cielo, ci lasciasti te stesso nel Sacramento dell'altare, non vi è miseria che possa esaurire la tua misericordia. Qui si trova il tempio della tua pura bontà, qui l'umanità coglie il rimedio della propria debolezza. Tu, dopo essere spirato sulla croce, ci donasti la tua vita eterna nei santi Sacramenti aprendone nel tuo fianco squarciato la sorgente. Qui si rivela la tua misericordia onnipotente, di qui scorrono per noi tutte le grazie.

(5 ottobre : Festa liturgica di santa FAUSTINA Kowalska)
Facciamo nostro il suo desiderio ardente:

5. Desidero celebrare la tua gloria. — O Dio, che tanto generosamente dispensi la tua misericordia, quanto devi amare questa nostra umanità, in favore della quale prodighi te stesso senza posa! O mio Creatore e mio Signore, scorgo dovunque le tracce della tua onnipotenza e l'impronta della tua misericordia senza fine con cui circondi ogni creatura. Mio Creatore e Salvatore, desidero celebrare la tua gloria in nome di tutto ciò che tu hai creato. Voglio chiamare l'universo intero ad adorare la tua misericordia!

Dagli esercizi spirituali a Jòsefow
6. Preghiera. — Gesù, mio maestro, aiutami a entrare con il massimo fervore in questo periodo di deserto. Il tuo Spirito, o Dio, mi conduca alla profonda conoscenza di te e di me stessa, perché ti amerò nella misura della conoscenza che ho di te e disprezzerò me stessa nella misura della conoscenza cne ho di me. Mi abbandono, Signore, alla tua azione: la tua volontà si compia in me completamente.

7. Come ad un banchetto. — «Figlia mia, ti condurrò in questo ritiro come ad un banchetto. Accanto al mio cuore misericordioso, mediterai le grazie che ti ho fatto e avrai a compagna una profonda pace. Desidero che il tuo sguardo fissi di continuo la mia volontà e, ciò facendo, mi darai la gioia più grande. Non intraprenderai alcuna riforma di te stessa, perché già hai messo a mia disposizione la tua vita. Nessun sacrificio vale quanto questo». 

8. Irradiare la divinità. — O Dio, espongo il mio cuore all'azione della tua grazia, come un cristallo ai raggi del sole e ti prego di illuminare questo mio cuore con la tua immagine per quanto ciò è possibile in una semplice creatura. Ti prego anche di irradiare la tua divinità per mezzo mio, tu che dimori dentro di me.
Gesù mi fece sapere che devo pregare particolarmente per le suore, raccolte in ritiro assieme a me. Mentre pregavo, conobbi la lotta che stavano sostenendo certe anime e raddoppiai le preghiere.

9. Il cammino dell'anima. — So a che scopo sono stata creata. So che Dio è il mio fine ultimo. Nessuna creatura può sostituire il mio Creatore nel cammino della mia anima. In tutte le mie attività miro a lui solo.
Gesù, tu spesso ti degnasti di gettare in me i fondamenti della perfezione cristiana, e devo riconoscere che la mia cooperazione fu ben piccola al confronto. Nell'uso che ora faccio delle cose create, mi aiutasti tu o Signore. Il mio cuore è debole; la mia forza viene da te soltanto.

10. Ho cercato dei modelli. — Voglio vivere e morire come i santi, con gli occhi fissi su di te, o Gesù. Ho cercato dei modelli intorno a me senza trovarne uno che servisse a guidare la mia azione. Il mio progresso nella santità, in questo modo, ritardava. Dal momento in cui cominciai a fissare il mio sguardo su di te, o Cristo, che sei il mio modello, so con certezza che otterrò il successo malgrado la mia miseria, ho fiducia nella tua misericordia e tu saprai trarre una santa anche da me. Mi mancano le capacità, ma non la buona volontà. A dispetto di tutte le sconfitte, voglio lottare come hanno lottato i santi e voglio agire a loro somiglianza.

11. La lotta non avvilisce. — Gesù mio, malgrado le tue grazie e pur nobilitandosi, le mie tendenze naturali non scompaiono mai completamente. La mia vigilanza dev'essere continua. Devo combattere contro innumerevoli mancanze, sapendo in ogni caso che la lotta non avvilisce mai nessuno, mentre invece mi avviliscono la pigrizia e la paura. Quando si è di salute cagionevole, bisogna sopportare molte cose, perché chi è ammalato e non sta a letto non viene considerato infermo. Per vari motivi quindi si presentano le occasioni di sacrificarsi e, talvolta, si tratta di sacrifici molto grandi. Capisco però che, quando Dio esige un sacrificio, non è avaro del suo aiuto, ma lo dona in abbondanza. Gesù mio, ti domando che il mio sacrificio arda silenziosamente ma con assoluta pienezza d'amore davanti a te per implorare la tua misericordia a vantaggio delle anime.

12. Una vita nuova. — Il mio cuore si rinnova e incomincia una nuova vita fino da quaggiù, una vita d'amore di Dio. Non dimentico che sono la debolezza in persona, ma non dubito nemmeno per un istante che Dio m'aiuti mediante la sua grazia. Con un occhio guardo l'abisso della mia miseria e con l'altro l'abisso della divina misericordia. O Dio misericordioso, che mi permetti di vivere ancora, dammi la forza di cominciare una vita nuova, quella dello spirito, sulla quale la morte non ha potere.

13. Interrogherò l'amore. — Gesù, mio perfettissimo modello, avanzerò nella vita con gli occhi fissi su di te, seguendo le tue orme, sottomettendo la natura alla grazia in base alla tua volontà e in misura della luce che mi illumina, confidando unicamente nel tuo aiuto. Ogni volta che ho dei dubbi sulla condotta da tenere, interrogherò sempre l'amore ed esso mi darà il miglior consiglio. Mi rispose Gesù: «Fra le occasioni che la mia provvidenza ti manderà, stai bene attenta a non perderne nessuna. Quando però non riuscirai a coglierle, non turbarti, ma umiliati davanti a me e immergiti con tutta la tua fiducia nella mia misericordia. In questo modo, acquisterai di più di quanto avrai perduto, perché a un'anima umile i miei doni scendono con abbondanza ben maggiore di quanto essa medesima si aspetti».

14. Per mezzo mio. — O amore eterno, accendi dentro di me una luce nuova, una vita d'amore e di misericordia, sostienimi con la tua grazia, affinché io risponda degnamente alla tua chiamata e tu compia nelle anime, per mezzo mio, quello che tu stesso hai stabilito.

15. Trasformare il grigiore nella santità. — Sento di essere completamente satura di Dio. È con lui che percorro la vita quotidiana, grigia, penosa e faticosa. Confido in colui che, stando nel mio cuore, è occupato a trasformare ogni grigiore nella mia personale santità. Durante questi esercizi spirituali la mia anima matura nel profondo silenzio, accanto al tuo cuore misericordioso, o mio Gesù. Ai puri raggi del tuo amore, la mia anima mutò la propria asprezza, diventando un frutto dolce e ben maturo.

16. Frutti di misericordia. — Esco da questo ritiro trasformata. Grazie all'amore di Dio, la mia anima incomincia una vita nuova con serietà e con forza d'anima. Anche se esteriormente la mia esistenza non mostrerà dei cambiamenti, così che nessuno ci baderà, il puro amore guiderà ogni mia azione, producendo anche al di fuori frutti di misericordia.

17. Essere di vantaggio alla tua Chiesa. — Adesso sì, io posso essere completamente di vantaggio, o Signore, alla tua Chiesa. Lò sarò mediante una santità individuale, che a tutta la Chiesa trasmetterà la propria vita, dal momento che in Gesù formiamo tutti insieme un «corpo» solo. Ecco perché lavoro tutti i giorni, affinché il terreno del mio cuore produca in abbondanza buoni frutti. Anche se ciò non venisse mai scorto da occhio umano sulla terra, tuttavia un giorno apparirà che molte anime si sono nutrite e si nutriranno dei miei frutti.

18. Ringraziamento. — Questi bei giorni di permanenza da sola a solo con Gesù giungono al termine. Gesù mio, tu sai che fino dai primissimi miei anni desideravo di amarti con un amore così grande come non ti ha amato ancora mai nessuno. Oggi vorrei gridare al mondo intero: «Amate Dio, perché egli è buono, perché grande è la sua misericordia!». Il mio essere diventa così una fiamma di riconoscenza e di ringraziamento. I benefici di Dio, quasi fuoco ardente, mi ardono nell'anima, mentre le sofferenze e i dispiaceri funzionano da legna sopra il fuoco e lo alimentano; senza una simile legna si sarebbe spento. Perciò chiamo il cielo intero e tutta la terra a unirsi al mio ringraziamento.

19. Fedele a Dio. — Vedo don Michael Sopocko concentrare la sua mente nel lavoro per la causa del culto alla divina misericordia. Lo vedo esporre i desideri divini ai dignitari della Chiesa di Dio a consolazione delle anime. Sebbene per ora egli sia pieno d'amarezze, quasi la sua fatica non meritasse nessun altro premio, verrà un giorno in cui le cose cambieranno. Vedo la gioia, che Dio gli farà pregustare in piccola parte fin da questa terra. Mai avevo incontrato una fedeltà a Dio simile a quella, per la quale quest'anima si distingue.

20. Missione inarrestabile. — O Gesù mio, per quanto provi in me una grande spinta a lavorare per le anime, devo tuttavia ubbidire ai sacerdoti. Da sola, con la mia precipitosità potrei finire col guastar la tua opera. Gesù, tu mi riveli i tuoi segreti e vuoi che li trasmetta alle altre anime. Tra breve, s'aprirà per me la possibilità di entrare in azione. Nell'istante in cui il mio annientamento sembrerà totale, comincerà la mia missione inarrestabile. Gesù mi disse: «Conosci l'onnipotenza della grazia divina, e ciò ti basti!».

Dai tre giorni di ritiro a Pradnik
21. Introduzione. — Scrivo sotto la direzione di Gesù Maestro. Egli stesso mi comandò di fare questo ritiro e stabilì i giorni in cui dovevo svolgerlo. Fu Gesù a guidarmi personalmente in queste riflessioni.

22. 1º giorno: Tema della meditazione. — Figlia mia, prendi come tema di meditazione: chi è colui al quale il tuo cuore sta tanto intimamente unito?... Prima che io creassi il mondo ti amai di quell'amore che il tuo cuore oggi sperimenta e che mai non muterà per l'avvenire. Medita la vita divina che scorre nella Chiesa per la salvezza e la santificazione delle anime (cf. i due raggi dell'immagine!). Rifletti se da questi tesori di grazia e da queste manifestazioni del mio amore hai saputo cogliere i frutti che aspettavo.

23. 1º giorno. Lettura del Vangelo. — Oggi, leggi il 15º capitolo del Vangelo di San Giovanni. Desidero che tu lo legga molto lentamente.

24. 1º giorno. «Voglio istruirti sopra il combattimento spirituale». — Non confidare mai in te stessa, ma abbandonati alla mia piena volontà. Metti l'amor proprio all'ultimo posto, affinché non corrompa le tue azioni. Lascia che ciascuno agisca secondo i propri gusti. Dal canto tuo comportati secondo i miei desideri. Se avrai patito qualche dispiacere, fa' tutto il bene che puoi alla persona che te lo causò. E se verrai rimproverata, resta in silenzio. Non scoraggiarti mai, perché sarebbe verso di me un ingratitudine. Non esaminare con curiosità le vie per cui ti sto guidando. Quando ti senti stanca e l'avvilimento batte alla tua porta, fuggi via da te stessa e vieni a rifugiarti nel mio cuore. Non ritirarti dalla lotta: molte volte basta anche solo del coraggio per vincere le tentazioni in modo che non osino più assalirti in seguito. Lotta sempre con la convinzione che io sono con te. Non lasciarti guidare dai tuoi sentimenti, perché non sempre hai forze per padroneggiarli; tutto il merito sta nella tua volontà. Vedi che io non t'inganno con promesse di consolazione; al contrario, ti voglio preparare alla lotta. Ricorda che ti trovi in un'arena, dove dai spettacolo di te alla terra e al cielo.

25. 2º giorno. Tema della meditazione. — Medita oggi la mia passione dolorosa, contemplandola come se avvenisse proprio ora e fosse esclusivamente per te.

26. 2º giorno. Lettura del Vangelo. — Oggi, leggi il 19º capitolo del Vangelo di San Giovanni; ma leggilo senza superficialità, leggilo soprattutto con il cuore!

27. 2º giorno. «Voglio istruirti sul modo di salvare le anime con la preghiera e con il sacrificio». — Con la preghiera e con la sofferenza tu salverai più anime di quante non ne riesca a salvare un missionario che si preoccupi soltanto di catechizzare e predicare. Ma desidero vedere in te un sacrificio pieno d'amor vivo, perché soltanto l'amore ha potere su di me. Affinché il tuo sacrificio mi sia gradito, voglio trovare in esso purezza d'intenzione e umiltà. Ti dirò in che cosa consista questo olocausto della tua vita quotidiana per premunirti contro le illusioni, che facilmente vi si potrebbero insinuare. Accetterai tutte le sofferenze con amore, ma senza impressionarti se il tuo cuore ne sentirà naturalmente ripugnanza ed avversione. Tutta la forza di questo sacrificio viene dalla volontà, così che quegli stessi sentimenti di contrarietà, anziché impoverire ai miei occhi il sacrificio, ne aumentano il valore. Non tirarti indietro! La mia grazia mai non ti abbandona.

28. 3º giorno. Tema della meditazione. — Ecco il soggetto di questa tua meditazione: il tuo amore per il prossimo è governato dal mio amore? Preghi per i tuoi nemici? Desideri il bene di coloro che ti rattristano e t'offendono? Ricorda sempre che qualsiasi cosa buona tu fai ad una persona, la considero come fatta a me! Risponde suor Faustina: «Tu sai quali sforzi mi costò giunger a questo; se tu stesso non avessi acceso quell'amore dentro di me, io non sarei stata in grado di perseverare».

29. 3º giorno. Lettura del Vangelo. — Come lettura del Vangelo, prendi oggi il capitolo 21º del Vangelo di San Giovanni. Vivilo con il cuore, più che con la mente.

30. 3º giorno. «Impara che il mio cuore è la misericordia stessa». — Io sono la misericordia. Da questo oceano di misericordia, si diffondono sul mondo grazie senza numero. Nessuno viene a me, senza ripartirne confortato. Nella mia misericordia scompare ogni miseria (raggio bianco), e ogni grazia di redenzione e di santità (raggio rosso) scaturisce da questa sorgente. Figlia mia, desidero che la mia misericordia dimori nel tuo cuore e, attraverso di esso, si riversi sugli altri. Fa' in modo che chiunque t'avvicina impari da te a confidare nella mia misericordia, perché è soprattutto la fiducia che bramo trovare nelle anime. Prega più che puoi per i morenti; implora per essi una fiducia illimitata nella misericordia che perdona, poiché è di una simile fiducia che maggiormente hanno bisogno ed è proprio quella che hanno meno! Sappi che ci furono anime le quali, nel supremo istante, trovarono salvezza unicamente per la tua preghiera. Tu, che conosci l'infinito abisso della mia misericordia, approfittane per te e per gli infelici peccatori. Cadranno nel nulla cielo e terra, prima che la mia misericordia non stringa a sé quelli che in me confidano!

31. Conclusione. — Parla Maria: «Bambina mia, Dio vuole che io sia madre per te in modo speciale. Tu sei per me la figlia che io prescelsi a riprodurre in sé queste tre virtù che mi sono le più care: l'umiltà, la purezza d'intenzione, l'amore per Dio. Sappi che adesso è il tempo della misericordia. Annuncia alle anime questo infinito dono: se tu non parli, dovrai rispondere d'un grande numero di anime!».


sabato 25 agosto 2012

Non ti deve rincrescere di combattere, se consideri l’obbligo che tutti abbiamo di servire e di piacere a Dio e la necessità di combattere, non potendo fuggire da questa battaglia senza ferite e senza morirne.


CAPITOLO XVI

In qual modo la mattina di buon’ora debba scendere in campo il soldato di Cristo

Appena sveglia, la prima cosa che dovranno osservare i tuoi occhi interiori è il vederti dentro uno steccato chiuso con questa legge: chi non vi combatte, vi resta morto per sempre.

In questo steccato immaginerai di vedere innanzi a te 
--da una parte quel nemico e quella tua cattiva inclinazione, già individuati per espugnarli e che invece sono armati per ferirti e darti la morte; 
--e dal lato destro il tuo vittorioso Capitano Cristo Gesù con la sua santissima madre Maria Vergine insieme al suo carissimo sposo Giuseppe, con molte squadre di angeli e santi e particolarmente con san Michele arcangelo; 
--dal lato sinistro, poi, crederai di vedere il demonio infernale con i suoi per eccitare la suddetta tua passione, istigandoti a cedere ad essa.

In tale steccato ti sembrerà di sentire una voce forse del tuo angelo custode, che così ti dice: Tu oggi devi combattere contro questo e contro altri tuoi nemici. Non s’impaurisca il tuo cuore né si perda d’animo, non ceda ad essi per timore o per altro rispetto a cosa alcuna, perché nostro Signore e tuo Capitano è qui con te con tutte queste gloriose squadre: egli combatterà contro tutti i tuoi nemici, non permettendo che prevalgano su di te in forze e capacità (cfr. Dt 20,3-4). Sta’ salda, fatti violenza e sopporta la pena che talora sentirai nel farti violenza. Grida spesso dall’intimo del cuore e chiama il tuo Signore, Maria Vergine e tutti i santi, perché senza dubbio ne riporterai vittoria. Se tu sei fiacca, impedita dalle tue cattive abitudini, e se i tuoi nemici sono molti e forti, moltissimi sono gli aiuti di chi ti ha creata e redenta; oltremodo e senza paragone alcuno più forte è il tuo Dio e ha più voglia lui di salvarti che non il nemico di perderti. Combatti pure e non ti rincresca talora la sofferenza, perché dalla fatica, dalla violenza contro le tue cattive inclinazioni e dalla pena che si sente per le cattive abitudini nascono la vittoria e il grande tesoro con cui si compra il regno dei cieli e l’anima si unisce per sempre con Dio.
Nel nome del Signore comincerai a combattere con le armi della diffidenza di te stessa e della confidenza in Dio, con l’orazione e con l’esercizio chiamando a battaglia quel nemico e quella tua inclinazione che, secondo l’ordine suddetto, ti sei risoluta di vincere ora con la resistenza, ora con l’odio e ora con gli atti della virtù contraria ferendoli più e più volte a morte per far piacere al tuo Signore, che con tutta la chiesa trionfante sta a vedere il tuo combattimento. 

Di nuovo ti dico che non ti deve rincrescere di combattere, se consideri l’obbligo che tutti abbiamo di servire e di piacere a Dio e la necessità di combattere, non potendo fuggire da questa battaglia senza ferite e senza morirne. Ti dico di più: quando tu come ribelle volessi fuggire da Dio e darti al mondo e alle delizie della carne, a tuo dispetto ti è necessario combattere con tante e tante contrarietà, che spesse volte suderai in volto e il cuore sarà penetrato da angosce mortali.
A questo punto considera che sorta di pazzia sarebbe il sostenere quella fatica e quella pena che comportano maggior fatica e pena insieme alla morte senza fine, se tu fuggissi quella che, finendo invece presto, ci unisce alla vita eterna e infinitamente beata dove godremo per sempre il nostro Dio.
L. SCUPOLI: Il combattimento spirituale

"Degnati, dolce Maria, 
di conservarci oggi e sempre, 
senza peccato".