lunedì 15 ottobre 2012

Ecco, il nostro re camminare avanti a noi; "egli combatterà per noi" (2Esd 4,20)




<<In verità la vita di un santo monaco è la croce; ma la croce è guida al paradiso. Abbiamo cominciato; non ci è lecito tornare indietro, né lasciare ciò che abbiamo intrapreso. Via, o fratelli, procediamo insieme: Gesù sarà con noi.

Abbiamo preso questa croce per amore di Gesù; per amore di Gesù perseveriamo nella croce. Colui che ci guida e ci precede sarà il nostro aiuto. Ecco, il nostro re camminare avanti a noi; "egli combatterà per noi" (2Esd 4,20). 

Seguiamolo con animo virile; che nessuno abbia paura, né si lasci atterrire; che noi siamo pronti a morire coraggiosamente nella lotta; che non abbiamo a gravare il nostro buon nome con una delittuosa fuga (1Mac 9,10) dinanzi alla croce.>> (Im.Chr. l. 3, c. 56)




"Doce me, Domine, terrena despicere, præsentia
fastidire, æterna quærere, cœlestia sapere, honores fugere,
scandala sufferre, omnem spem in te ponere, extra te nihil
cupere, et super omnia Te ardenter  amare". (Ibid. c. 43)

*

O Sacerdos, quid est tu?
Non es a te, quia de nihilo,
Non es ad te, quia mediator ad Deum,
Non es tibi, quia sponsus ecclesiæ.
Non es tui, quia servus omnium,
Non es tu, quia Dei minister,
Quid es ergo? nihil et omnia,
O Sacerdos.



[O Priest, what are you?
You are not from yourself, for you are from nothing;
you are not to yourself, because you a mediator to God;
you are not for yourself, for you are spouse of the Church;
you are not of yourself, for you are a servant of all;
you are not yourself, for you are a minister of God;
what therefore are you? Nothing and everything,
O Priest.]
***

IL COMBATTIMENTO SPIRITUALE (P.L.Scupoli)
CAPITOLO XXII

Le cose medesime ci servono per regolare i nostri sensi, passando alla meditazione del Verbo incarnato nei misteri della sua vita e della sua passione

Sopra ti ho mostrato come dalle cose sensibili noi possiamo elevare la mente alla contemplazione della divinità. Ora apprendi un modo di trarre spunto dalle stesse per meditare sul Verbo incarnato, considerando i sacratissimi misteri della sua vita e della sua passione.

Tutte le cose dell’universo possono servire a questo scopo, se consideri in esse, come sopra dicevo, il sommo Dio come sola prima causa che ha dato loro tutto quell’essere, quella bellezza e quella superiorità che hanno; e da questo passa poi a considerare quanto grande e immensa sia la sua bontà: pur essendo unico principio e Signore di tutto il creato, ha voluto discendere a tanta bassezza da farsi uomo, patire e morire per l’uomo, permettendo che gli stessi uomini si armassero contro di lui per crocifiggerlo.

Molte cose poi particolarmente ci portano davanti agli occhi della mente questi santi misteri, come armi, funi, flagelli, colonne, spine, canne, chiodi, martelli e altre che furono strumenti della sua passione.

Le abitazioni povere ci ricorderanno la stalla e il presepio del Signore. Quando piove ci verrà in mente quella sanguinosa divina pioggia che nell’orto, stillando dal suo sacratissimo corpo, irrigò la terra; le pietre che mireremo ci rappresenteranno quelle che si spezzarono nel momento della sua morte; la terra ci raffigurerà quel movimento che fece allora e il sole quelle tenebre che l’oscurarono (cfr. Mt 27,51; Mc 15,38; Lc 23,44); e vedendo le acque, ci ricorderemo di quella che uscì dal suo sacratissimo costato (cfr. Gv 19,34). Il che dico allo stesso modo di altre cose simili.

Gustando il vino o altra bevanda, ricordati dell’aceto e del fiele del tuo Signore (cfr. Gv 19,29). Se la soavità degli odori ti alletta, ricorri con la mente al fetore dei corpi morti da lui sentito sul monte Calvario; quando ti vesti, ricordati che il Verbo eterno si vestì di carne umana per vestire te della sua divinità; quando ti spogli, pensa al tuo Cristo denudato per essere flagellato e confitto in croce per te; udendo rumori e grida di gente, ricordati di quelle abominevoli voci: Crucifige, crucifige; tolle, tolle (cfr. Gv 19,6), che rimbombarono nelle sue divine orecchie. 

Ogni volta che batte l’orologio, ti sovvenga di quell’affannoso battito di cuore che al tuo Gesù piacque sentire, quando nell’orto cominciò a temere della sua vicina passione e morte; ovvero ti paia di sentire quelle dure percosse con le quali fu inchiodato sulla croce.

In qualunque occasione in cui ti si presentino mestizia e dolori tuoi o altrui, pensa che sono come niente rispetto alle indicibili angosce che trafissero e afflissero il corpo e l’anima del tuo Signore.

Catecismo para niños
<<Cor Mariæ Immaculatum, intercede pro nobis>>